I sindacati dei medici: “La situazione è critica La politica ha smantellato la sanità regionale”
«In Valle d'Aosta la situazione sanitaria è complessa e critica: anni di politiche scriteriate, fatte di tagli e sacrifici, hanno determinato l'indebolimento della nostra sanità pubblica». Lo sostengono i sindacati Anaao-Assomed, Aaroi-Emac, Anpo, Cimo, Fesmed, Fp-Cgil Medici, Fp-Cisl Medici, Fvm, Snr-Fassid e Uil-Fpl Medici. «In particolare, in Valle d'Aosta, dal 2012 e sino a quasi tutto il 2020, si è assistito allo smantellamento della sanità regionale, soprattutto ospedaliera, da parte dei Governi regionali che, colpevolmente, hanno legiferato per la riduzione dei posti letto e dei reparti, hanno tergiversato nella costruzione di un ospedale nuovo e hanno influenzato scelte e decisioni “afinalistiche” da parte della direzione aziendale. - si legge in una nota - La dipartita, per alcuni improvvida e per altri liberatoria, del direttore generale aziendale confermato solo da pochi mesi non richiede commenti aggiuntivi. È evidente che quanto scelleratamente costruito in questi ultimi anni dalle maggioranze governative regionali di turno e dalle direzioni strategiche ha favorito e continua a favorire la perdita di attrattività del personale medico verso il nostro ospedale e la continua pressione della sanità privata sui medici ospedalieri, con conseguente imponente e continua emorragia di questi ultimi dal nostro sistema pubblico».
«La crisi è in atto, il graduale processo di trasformazione da ospedale “Hub” a ospedale “di provincia” da dedicare solo alle urgenze e a prestazioni ambulatoriali è sotto gli occhi di tutti. - proseguono i sindacati - È evidente che il sistema sanitario regionale non è più in condizione di reggere l’onda d’urto derivante da tutte le criticità susseguitesi nell’ultimo decennio». «Ora per la politica regionale - conclude il comunicato - non è più il momento di essere o di apparire sorda e cieca davanti all’evidente situazione critica e di default in corso della sanità ospedaliera che, con moltissima fatica di operatori e dirigenti, riesce ancora a mantenere in piedi quasi tutti i servizi. La politica ha davanti a sé un’occasione irripetibile per la gravità del momento: fare concreti, massicci e immediati investimenti per garantire una qualità di vita ed una remunerazione consona alle attuali leggi di mercato, affinché i servizi vengano svolti tutti e bene, le liste di attesa abbattute, e i medici ospedalieri non vengano sospinti nelle “generose” braccia della sanità privata o degli ospedali pubblici fuori regione».
Il grido d’allarme di Cgil, Cisl e Uil
Servizi intasati da liste d'attesa interminabili, significativi ritardi relativi agli screening di prevenzione dei tumori, assenza di un progetto sociosanitario territoriale: il rischio è il naufragio sanitario. A lanciare un grido d'allarme sulla situazione della sanità valdostana sono i sindacati Cgil, Cisl e Uil. «A queste situazioni - scrivono i sindacati - si aggiunge il problema della mancanza di personale del comparto. Un problema grave da ricondurre, tra l'altro, al sempre maggior numero di infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici sanitari che rassegnano le dimissioni per andare a lavorare in realtà economicamente e organizzativamente più attrattive. I carichi di lavoro sono divenuti insostenibili a seguito di una gestione e organizzazione prive di criteri che rispettino non solo il lavoro ma anche la dignità dei lavoratori in quanto persone. Registriamo giornalmente, da parte dei dipendenti Usl, segnalazioni di stanchezza psico-fisica, frustrazione e demotivazione. Il numero di personale che assiste oggi i degenti in ospedale si è pressoché dimezzato rispetto al passato. A partire da oggi, a fase emergenziale in esaurimento, ci aspettiamo da parte degli organi di governo obiettivi di breve, media e lunga durata che possano dare risposte alle numerose istanze provenienti dai lavoratori del sistema sanitario regionale e dai cittadini. Ci aspettiamo inoltre un serio confronto con le parti sociali».