I parlamentari valdostani: «In questi cinque anni abbiamo recuperato circa ottocento milioni di euro dallo Stato»
Giovedì 28 dicembre scorso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell'articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. Insomma, la legislatura è finita. Ed è nota la data delle elezioni per il rinnovo del Parlamento: si voterà domenica 4 marzo.
E’ quindi l’occasione per fare il punto con i parlamentari valdostani, il senatore Albert Lanièce e il deputato Rudi Marguerettaz.
«L’ inizio della XVII legislatura fu caratterizzato da un clima di insicurezza generale: l’ esito delle elezioni aveva consegnato al Paese un Parlamento che apparentemente non aveva i numeri per una maggioranza di governo. - afferma l’unionista Albert Lanièce - e inoltre scadeva il mandato del Presidente della Repubblica che negli ultimi anni aveva rappresentato l’unico riferimento istituzionale certo di uno Stato in profonda crisi politica ed economica. Un governo di larghe intese (Pd e Forza Italia le componenti maggiori) fu la soluzione che portò al Governo Letta, sbloccando uno stallo politico che avrebbe potuto essere letale. Da allora seguirono i governi Renzi e Gentiloni (attualmente in carica) sostenuti dal centrosinistra, una parte di centrodestra moderata ed autonomisti. Sono stati anni nei quali il Parlamento e l’Esecutivo hanno cercato di risolvere la crisi generale con provvedimenti finalizzati alle necessità dei cittadini: le risposte sono ancora parziali ma, a mio giudizio, hanno consegnato un Paese ancora in difficoltà ma in una fase di indubbia ripresa economica, seppur ancora fragile».
«Interventi legislativi qualificanti ad esempio nel campo dei diritti civili, - prosegue Albert Lanièce - a sostegno delle autonomie locali, dell’ambiente, delle infrastrutture, hanno caratterizzato questi anni di intenso lavoro parlamentare, nonostante la crisi ancora persistente, i gravi terremoti che hanno colpito il centro Italia, il terrorismo internazionale e i massicci flussi migratori (ora sensibilmente ridotti) che hanno messo a durissima prova le capacità del Paese intero, vero motivo di orgoglio, nonostante l’assordante silenzio della Comunità Europea.
Il clima che si respira in questi giorni è di smobilitazione generale di una Legislatura che, nonostante tutto, ha concluso nei tempi naturali i suoi lavori. Ora la cronaca politica è occupata da manovre pre-elettorali che di qui a poche settimane chiarificheranno le posizioni dei vari partiti di fronte al corpo elettorale per le imminenti elezioni.
È ovvio che i partiti di che si sono assunti la responsabilità di governare in questi difficili anni avranno onori e oneri rispetto ai risultati ottenuti mentre chi ha fatto opposizione potrà catalizzare il consenso degli scontenti, come succede da sempre in democrazia. La prossima campagna elettorale servirà per informare nel modo migliore cittadini».
E per quanto riguarda la Valle d'Aosta, quali sono i dossier che hanno trovato soluzione e quali invece devono essere affrontati nella prossima legislatura?
«Questa legislatura è stata indubbiamente caratterizzata da un recupero positivo di una situazione difficile. - spiega il senatore Albert Lanièce - Dal punto di vista finanziario all’inizio del 2013 la nostra Regione si trovava con un blocco del flusso delle accise e con un credito verso lo Stato di circa 550 milioni di euro sempre di accise bloccate dal 2011, nonché l’inizio degli effetti molto pesanti dei provvedimenti normativi del governo Monti. Grazie ad un buon rapporto instaurato con il Governo, con le leggi Finanziarie di questi anni - tutto dimostrabile in modo matematico - nel 2015 è stato ripristinato il flusso delle accise, 70 milioni annuali; sarà restituita (con una diluizione nei prossimi anni) l’intera somma dei 550 milioni e, prima fra tutte le Autonomie speciali, vi è stato il passaggio dal patto di stabilità al pareggio di bilancio nel costruire le finanziarie già dal 2016. Con l’ultima legge di bilancio appena approvata il Governo ha manifestato la volontà di rivedere i rapporti finanziari che ci hanno così penalizzati negli ultimi anni (le finanziarie del governo Monti) nonché una parziale copertura (255 milioni di euro) della somma dovuta alla Valle d Aosta in seguito alla cessazione di uno dei provvedimenti del 2012. Facendo un “conto della serva” in questi cinque anni abbiamo recuperato circa 800 milioni di euro dallo Stato, dati tranquillamente verificabili da chiunque».
«Citerei inoltre la salvaguardia del Corpo Forestale della Valle d’Aosta, della sede della Rai regionale, - prosegue il Senatore - del salvataggio delle cooperative elettriche storiche, della esclusione da parte dei Comuni della cessione delle centraline idroelettriche, della esclusione dal pagamento Imu dei terreni agricoli montani, dell’ inserimento dei Vigili del Fuoco valdostani nella categoria no profit.
Giova inoltre ricordare che in questa legislatura sono state approvate quattro norme di attuazione: sulla commissione di coordinamento, sulla scuola, sul passaggio delle acque alla Regione e sulla manovrabilità finanziaria. Le ultime due di una importanza politica rilevante che vanno ad arricchire il nostro Statuto speciale, in un processo di rafforzamento dell’Autonomia che ha così continuato il suo percorso anche in questi anni di crisi generale.
Crisi che non è ancora passata neanche da noi, sopratutto nel campo dell’occupazione, in particolare quella giovanile e che rappresenterà la principale sfida politica per il prossimo anno. Per la Regione il principale dossier per la prossima legislatura sarà ridefinire i rapporti finanziari con lo Stato».
Alla luce di tutto questo, Albert Lanièce sarebbe disponibile ad un nuovo mandato al Parlamento? «Una candidatura è secondaria alla definizione di una coalizione politica... - conclude il Senatore - ne jamais mettre la charrue avant le cheval».
L’attuale quadro politico italiano è all’insegna dell’incertezza anche per il deputato valdostano di Stella Alpina Rudi Marguerettaz.
«La legislatura conclusa è stata, come si sa, piuttosto turbolenta. Un esito elettorale, quello di cinque anni fa, che non ha determinato nessuna maggioranza e che ha fatto scommettere fin dai primi mesi sulla durata della legislatura. Devo dire che pochissimi sostenevano che essa sarebbe giunta alla conclusione naturale come poi, di fatto, è stato. Dunque un clima sempre all’insegna dell’incertezza, che ha prodotto tre governi. – commenta Rudi Marguerettaz - Un’altra particolarità è stata l’elezione di due Presidenti della Repubblica: prima quella, travagliatissima, della riconferma di Giorgio Napolitano e poi quella di Sergio Mattarella. Non va poi dimenticato, sotto il profilo politico, la presenza massiccia di parlamentari del Movimento cinque stelle che, nel bene e nel male, si sono posti come soggetto totalmente atipico nella politica nazionale».
Per quanto riguarda la nostra regione, quali sono state le tematiche affrontate e quali invece dovranno essere affrontate nella prossima legislatura?
«Il lavoro svolto dai parlamentari valdostani è stato difficile ed importante. Difficile sia per il clima che descrivevo, sia per l’instabilità che abbiamo registrato anche in Valle d’Aosta. Se a Roma i Governi in questo quinquennio sono stati tre, nella nostra Regione li abbiamo superati, giungendo a cinque! C’è stata comunque una buona collaborazione con il senatore Albert Lanièce che ci ha permesso di raggiungere risultati importanti, sia sotto il profilo delle finanze che istituzionale. - aggiunge il deputato di Stella Alpina - I milioni di euro, nelle diverse leggi di bilancio, destinati alla Valle d’Aosta - mancando un accordo strutturale tra Stato e Regione - sono tutti stati il frutto di dure trattative. Voglio ricordare 3 importanti norme di attuazione promulgate che rafforzano la nostra autonomia speciale: quella sul demanio idrico, quella sul sistema scolastico ed infine quella sulla manovrabilità fiscale. Nella prossima legislatura bisognerà, a mio avviso, cercare di definire in modo chiaro e inequivocabile il rapporto finanziario con lo Stato, dare corso alle norme di attuazione ancora giacenti e promuovere una politica sulla montagna che, anche in questi anni, non ha avuto adeguato sostegno».
Rudi Marguerettaz sarebbe disponibile ad un’eventuale ricandidatura?
«A quelli del mio Movimento che mi hanno posto la stessa domanda ho risposto così: io non posso essere l’uomo buono per tutte le battaglie. Cinque anni fa sono stato candidato dalla Stella Alpina, dall’Union Valdôtaine e dalla Fédération Autonomiste che affermavano l’importanza di riunire le forze autenticamente autonomiste ed esprimevano un programma che ho, ovviamente, condiviso. Io credo ancora in quell’auspicio e in quel programma. Quindi potrei essere disponibile ad un’ipotesi che salvaguardi la mia personale coerenza, ma non sarebbe né giusto né logico se io fossi il candidato dell’attuale minoranza in Consiglio regionale. Non posso che registrare positivamente l’atteggiamento di chi, cinque anni fa, in un momento ancora più difficile per la Valle d’Aosta, spaccava il fronte autonomista e oggi, invece, invoca convergenze che superino gli schieramenti. Mi auguro che tutto ciò serva al bene della Valle», conclude Rudi Marguerettaz.