I noti freerider Alessandro Letey e Alfredo Canavari travolti e uccisi da una valanga sul Monte Bianco
La comune passione per la montagna ha intrecciato i loro destini. Le vite di Alessandro Letey, 31 anni, di Aosta, e Alfredo Canavari, 49 anni, di Saint-Pierre, sono state spezzate giovedì scorso, 20 maggio, da una enorme valanga che si è staccata ai 3.600 metri di quota del col de l’Aiguille Verte, sul versante francese del Monte Bianco, e ha percorso circa un chilometro. Alessandro Letey e Alfredo Canavari erano 2 tra i più noti freerider valdostani. I loro corpi sono stati individuati dopo ore di ricerche e recuperati nella zona del bacino dell’Argentière dagli uomini del Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne di Chamonix. La tragedia non ha avuto testimoni. La gendarmeria di Chamonix evidenzia che «Gli accumuli di neve e un forte vento in quota hanno contribuito alla instabilità del manto nevoso» e che «Il passaggio degli sciatori ha staccato una placca a vento». L'allarme è scattato nel pomeriggio di giovedì 20 maggio, dopo una segnalazione dei loro familiari. Alfredo Canavari, nato nelle Marche, era un agente da oltre 20 anni in servizio alla Sottosezione della Polizia di Frontiera del Traforo del Gran San Bernardo. Maestro di snowboard, è stato tra i protagonisti nel 2018 della discesa della parete nord-ovest della Grivola insieme, tra gli altri, ad Alessandro Letey, grande appassionato di downhill - con varie gare per diverse società, tra le quali i Pila Black Arrows - oltre che di sci ripido. Altri 2 autori di quell'impresa hanno poi perso la vita in incidenti in montagna avvenuti in momenti diversi. Si tratta di Luca Pandolfi, morto a 47 anni mercoledì 17 marzo scorso travolto da una valanga sopra Flassin, nella valle del Gran San Bernardo. Quel giorno erano con lui proprio Alessandro Letey, che era sceso per primo, e Alfredo Canavari che aspettava gli amici a valle, in macchina, per rientrare assieme. Prima di Luca Pandolfi aveva perso la vita Edoardo Camardella, ucciso a 28 anni da un'altra slavina il 30 novembre 2019 sul Monte Bianco, nella zona di Punta Helbronner.
Avvertimenti inascoltati
La valanga che ha strappato alla vita i due freerider giovedì scorso è stata la terza a fare vittime in 2 giorni, sul versante francese del Monte Bianco, portando a 4 il numero dei morti. Sin da mercoledì 19, giorno in cui l’affluenza in zona era aumentata considerevolmente per la riapertura della teleferica dell’Aiguille du Midi (rimasta ferma 7 mesi), il Peloton aveva lanciato l’allarme, mettendo l’accento sugli accumuli nevosi importanti e sul forte vento in quota. Avvertimento inascoltato, dato che proprio quel giorno 2 appassionati di sci estremo sono stati investiti dal primo distacco nevoso a monte del corridoio dei Cosmiques, poco dopo le 10 e mezza. Di 23 e 26 anni, residenti nella vallata di Chamonix, stavano scendendo un pendio di ripidità superiore ai 35 gradi. Lo sciatore che faceva la traccia, il più giovane, ha staccato la valanga, che lo ha trascinato per 500 metri. Il suo compagno, altre persone in zona e cinque gendarmi del Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne sono riusciti ad estrarlo dai 2 metri di neve che lo avevano coperto. Purtroppo, per il ragazzo non c’è stato però più nulla da fare.
Sempre mercoledì 19, Attorno alle 12.45, stavolta sulla cresta dei Cosmiques, un’altra valanga ha invece travolto una guida di 61 anni, molto conosciuta nella zona perché già soccorritore, intenta a praticare dell’alpinismo. L’uomo è finito in un canale della parete sud, dove la neve lo ha sepolto. Anche in questo caso, il Peloton è intervenuto con un equipaggio che includeva unità cinofile, ma il corpo dell’alpinista è, purtroppo, stato recuperato senza vita.
La data dei funerali di Alessandro Letey, che lascia il padre Vittorio, la madre Lauretta Leveque e la sorella Lidia, e di Alfredo Canavari, che lascia la moglie Marilena Mauro e la figlia Martina di 22 anni, non è stata ancora fissata. Probabilmente le salme rientreranno in Valle d’Aosta mercoledì prossimo, 26 maggio.