«I miliardi di euro che la ‘ndrangheta accumula con la droga vengono investiti non in Calabria, dove nasce, ma altrove, nel Nord Italia»
La mafia c’è anche nel Nord Italia, a Torino e Milano, in Valle d’Aosta e da qui verso la Svizzera, a Martigny e oltre. E’ inquietante il quadro disegnato durante l’incontro «Mafia senza frontiere - Dai territori d'origine alle altre realtà europee», voluto sabato 5 agosto al Parco della lettura di Morgex dall’Osservatorio regionale permanente sulla legalità e sulla criminalità organizzata e di tipo mafioso istituito presso il Consiglio Valle.
Sono intervenuti il sindaco di Morgex Federico Barzagli, il presidente del Consiglio Valle e dell’Osservatorio Alberto Bertin, e i giornalisti Lucio Musolino de «Il Fatto Quotidiano» e Madeleine Rossi, freelance e scrittrice italo-svizzera, autrice del libro «La Mafia en Suisse» in cui si parla anche di Valle d’Aosta. Sono atti di riciclaggio di denaro, spaccio di stupefacenti, mazzette a politici: tutto viene segnalato dai due giornalisti, che richiamano indagini e processi degli ultimi anni in Valle d’Aosta. «Non vorrei parlare di politica - dice Lucio Musolino - ma il fenomeno della ‘ndrangheta si diffonde perché non trova ostacoli. I miliardi di euro che la ‘ndrangheta fa con la droga vengono investiti non in Calabria, dove nasce, ma altrove, nel Nord Italia. Non si può far finta di non vedere».
«Salde nelle loro origini, le mafie italiane hanno raggiunto altre terre e nuove frontiere, riuscendo a mantenere immutati i loro tratti fondanti. - ricorda Alberto Bertin - Il modello organizzativo dei gruppi mafiosi non dipende solo dalla capacità di adattamento al contesto ma anche dalla forza di plasmarlo e modificarlo. Per contrastare il diffondersi di questo sistema bisogna creare i giusti anticorpi che passano principalmente attraverso la consapevolezza del fenomeno nella popolazione e nelle istituzioni. Speriamo che la popolazione riesca ad essere più consapevole».
Valle d’Aosta e Svizzera sono coinvolte nella diffusione silenziosa della criminalità. «La presenza mafiosa è invisibile, radicata qui come in Svizzera. - rincara Madeleine Rossi, riprendendo anche i discorsi di Lucio Musolino - I soldi sono investiti in attività alberghiere e di ristorazione, nelle imprese, nei cantieri stradali e ferroviari».
«I figli dei mafiosi - provoca Lucio Musolino - studiano accanto ai nostri e noi non ce ne accorgiamo». «Sono d'accordo a chiedere più sensibilità al cittadino - conclude il giornalista - però io prima di chiedere al cittadino lo chiederei al governo, che mi sembra che tutto stia facendo in questo paese tranne occuparsi di criminalità organizzata».