I conti in tasca ai sacerdoti: domenica scorsa la Giornata per il sostentamento del clero
Domenica scorsa, 19 settembre, era la Giornata nazionale di sensibilizzazione dedicata al sostentamento del clero. La missione dei sacerdoti è resa possibile anche grazie alle offerte dei fedeli, che sono destinate - anche - al sostentamento dei preti. Una forma di contributo diversa da tutte le altre a favore della Chiesa cattolica.
«La giornata serve per illustrare il significato, l'importanza e le modalità per le offerte a favore del clero italiano. - riferisce don Ivano Reboulaz, incaricato diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica - Le offerte hanno come destinatari i sacerdoti che lavorano al servizio della Chiesa, possono essere un'occasione per dire loro grazie. Mai come in questo periodo abbiamo udito il pianto di chi ha perso una persona cara, ascoltato il lamento di chi non ha potuto riaprire la propria attività il dolore di un povero o di un senzatetto».
«Tutti sono accomunati da una sola richiesta: non dimenticateci, non abbandonateci al nostro destino, non lasciateci soli. A tendere loro la mano un esercito di sacerdoti, fedeli, volontari, persone che alla parola rifiuto preferiscono la parola accoglienza, alla parola solitudine sostituiscono la parola vicinanza».
Lo «stipendio» del prete in Italia - specifica don Ivano Reboulaz - è in media di 1.600 euro lordi al mese. In Italia nell'anno 2020 sono stati remunerati quasi 31.500 sacerdoti diocesani, uno ogni 1.970 abitanti. Il loro sostentamento è costato 529 milioni 932mila e 351,93 euro, a cui si è provveduto con vari fondi. Tra questi, i redditi degli Istituti Diocesani per il Sostentamento del Clero per il 5,4 per cento, le offerte liberali o deducibili (solo 1,6 per cento), e dall'Ottoxmille per ben il 69,2 per cento. In Valle d'Aosta i sacerdoti sostentati sono stati 88, considerando sia quelli in attività pastorale - indipendentemente dalla pensione e dall'età - sia quelli «in quiescenza» cioè senza incarichi e responsabilità in ragione dell'età e delle condizioni di salute.
«Vi sono dei preti di 96 anni ancora in servizio come parroci, e altri che a 75 anni sono fuori servizio» aggiunge don Ivano Reboulaz. Gli 88 sacerdoti che lavorano al servizio della diocesi di Aosta - uno ogni 1.460 abitanti - hanno ricevuto dal sistema «sostentamento del clero» 1 milione 509mila e 346 euro derivanti - tra gli altri - dall’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero per il 17,2 per cento, dalle offerte liberali o deducibili il 2,4 per cento e dall'8xmille il 55,3 per cento. Nel 2020 le offerte dei valdostani sono arrivate a un importo di 36.895,87 euro. Nel 2019 erano arrivate a un totale di 35.588,16 euro.
«Ma davvero i preti hanno tanti soldi? Secondo una certa opinione pubblica disinformata sembrerebbe di sì. - conclude don Ivano Reboulaz - Sempre secondo questa opinione, i preti sarebbero comunque sempre a chiedere soldi. Poi a questa opinione pubblica non interessa sapere che cosa fanno i preti di quei soldi. La maggior parte dei preti ha solo quello che gli passa la Chiesa, intesa come comunità di fedeli. Per fortuna nella Chiesa ci sono dei fedeli che cacciano fuori di tasca propria dei soldi per contribuire al sostentamento del clero, cioè dei preti che si dedicano al servizio della Chiesa, cioè della gente. È una specie di ritorno: io do a te perchè tu dai a me. Gli uni per gli altri».