I consorzi: “Il peggio arriverà tra 20 giorni. La soluzione? Piccoli invasi di stoccaggio”
Se da una parte i ghiacciai si ritirano, dall’altra parte ci sono le sorgenti che soffrono la mancanza d’acqua. Non basta un temporale per evitare la siccità. Lo pensano in molti: il rischio mette a dura prova il comparto agropastorale valdostano, ma non solo. Perché anche la cittadinanza è chiamata a rivedere gli stili di vita sprecando meno acqua. Ne sono esempio le ordinanze e gli avvisi emessi nei giorni scorsi da alcuni Sindaci valdostani tra cui Loris Salice di La Salle e Camillo Rosset di Nus.
«L’invito - spiega Camillo Rosset - intende richiamare la popolazione a un utilizzo consapevole, evitando gli sprechi e gli usi impropri. Purtroppo, se lo stato attuale di siccità dovesse perdurare, dovremo regolare o addirittura chiudere l’acqua a uso privato per le aiuole e i giardini. Le fontane dei villaggi oggi si presentano con un filo di acqua. L’appello è quindi rivolto a una maggiore attenzione verso l’uso corretto dell’acqua. Con questo non bisogna fare allarmismo, ma avere un occhio di riguardo e molta lungimiranza».
«La necessità di emettere un’ordinanza comunale con decorrenza immediata - dice il sindaco di La Salle Loris Salice - deriva dal fatto che i livelli di acqua delle vasche iniziavano a dare qualche segno di sofferenza. Abbiamo visto che molte sorgenti sul territorio si sono ridotte e siamo solo a giugno. Quindi, per non arrivare in carenza in un periodo di maggiore afflusso turistico, abbiamo pensato di iniziare non solo a prendere provvedimenti amministrativi, ma anche fare capire alla gente che un comportamento più consono nell’uso dell’acqua deve essere messo in atto da subito. Sul territorio è stata perciò sospesa la fornitura di acqua potabile nei fontanili ed è severamente vietato utilizzare l'acqua dell'acquedotto comunale per il mantenimento delle aree verdi, per le attività legate al lavaggio di automobili, piazzali, aree estere e al riempimento delle piscine».
Da più parti, i presidenti dei consorzi irrigui e di miglioramento fondiario suggeriscono la realizzazione di invasi per sopperire alla carenza di acqua.
«Il grande problema si presenterà tra una ventina di giorni con la scarsità di acqua delle sorgenti presenti nelle zone alte, per intenderci gli alpeggi, e nelle zone di media collina. - dice il presidente del consorzio idrico “Saint-Pierre-Villeneuve” Giorgio Lale Murix - È arrivato il momento di pensare come facevano i nostri avi che avevano capito l’importanza dei bacini di accumulo. A mio avviso, la vera sfida del futuro è, dunque, quella di realizzare piccoli laghetti in quota, proporzionati al bacino idrografico e nel rispetto dell’ambiente, per cercare di mantenere l’acqua che andrebbe persa nel suo percorso verso il mare. Occorre, però, che ci sia lungimiranza da parte di tutti, compresi gli amministratori che forse non si sono ancora resi conto della situazione attuale e di ciò che potrà essere!».
«Noi dipendiamo esclusivamente dal versante di Torgnon, poiché non abbiamo sul nostro territorio la presenza di ghiacciai. - parole di Renzo Navillod presidente del ru “Chavacourt” che nasce nella valle di Torgnon dal torrente Petit Monde e si prolunga fino al territorio di Saint- Dénis e Verrayes, passando per il col de Borne - La carenza di acqua in questo periodo c’è eccome! Abbiamo la necessità di irrigare i campi per mantenere le attività agricole, ma stiamo vivendo una situazione fortemente penalizzante rispetto a molte altre zone della Valle. Io vedo l’evoluzione futura indirizzata verso la costruzione di piccoli invasi, perché credo che questa potrà essere la soluzione giusta affinché la nostra montagna possa continuare a vivere senza incorrere nello spopolamento».
Una soluzione definitiva al momento pare non esserci, secondo Elio Joly, presidente del consorzio irriguo “Canali riuniti Crépallaz, Trois Villes e Mazod” che comprende tutta la collina di Quart: «Nelle nostre zone stiamo andando a rilento con l’irrigazione dei campi. I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti e come me, la pensano molti miei colleghi: noi abbiamo il dovere di guardare al futuro. La carenza di acqua, e quindi la siccità, non fa piacere a nessuno. La soluzione a tutto ciò può essere la realizzazione di bacini di accumulo delle acque per sopperire nei periodi di crisi idrica».