I 50 anni delle Caves Coopératives de Donnas
Era il 16 maggio del 1971 quando nella sala consiliare del Municipio venne firmato, alla presenza del notaio Gian Maria Soudaz, l’atto di costituzione delle Caves Coopératives de Donnas. Pochi mesi prima - l’8 febbraio dello stesso anno - era arrivato il riconoscimento della Doc per il vino “Donnaz”. «Le Caves sono state la prima cooperativa vinicola della Valle e domenica compiranno mezzo secolo di storia. - sottolinea il presidente Mario Dalbard - L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Mario Binel ne promosse fortemente la costituzione. Possiamo sicuramente dire che, se non fosse nata la cooperativa, il problema dell’abbandono dei vigneti oggi sarebbe molto più esteso».
In questi 50 anni si sono succeduti 4 presidenti: Enrico Chenuil dal 1971 al 1976, Giulio Follioley dal 1976 al 2001, Renato Vaccari dal 2001 al 2004 e poi, fino a oggi, Mario Dalbard. Ben 210 soci hanno contribuito, per un periodo più o meno lungo, alla vita sociale. Sono stati lavorati 30mila ettolitri di vino per una produzione di 4 milioni di bottiglie. Si era partiti con 2 etichette, oggi cresciute fino a 9. Il fatturato medio pre-Covid ammonta a circa 600mila euro annui con una produzione di 120mila bottiglie ottenute dalla lavorazione di 1.000 quintali di uva. Attualmente i soci sono 59.
Un percorso lungo, un cammino che le Caves Coopérative de Donnas hanno voluto celebrare con un vino speciale, il “Jalon50 - Vin du cinquantenaire”. «La parola “jalon” significa pietra miliare o anche obiettivo raggiunto. - spiega il presidente Mario Dalbard - Per noi questi 50 anni sono infatti un primo traguardo. Per il momento, a causa delle limitazioni legate alla pandemia, non possiamo fare alcun festeggiamento ma ci ripromettiamo di organizzare qualcosa più avanti - se non prima, alla prossima Festa dell’Uva - per celebrare i 50 anni sia della Doc che della cooperativa».
La prima Festa dell'Uva a Donnas fu organizzata nel 1956 per valorizzare la produzione locale. In quegli anni erano già molti i viticoltori ma il vino era ancora fatto in casa: qualcuno lo commercializzava sfuso, molti lo producevano esclusivamente per l’autoconsumo. Fu negli anni Sessanta che alcuni iniziarono ad imbottigliare e ad etichettare il proprio vino e a presentarlo in fiere sia locali che regionali. Un processo di lento miglioramento che ebbe infine nel 1971 il suo punto di svolta.