Hockey, quando il Courmayeur/Aosta arrivò in serie A La storia di una stagione entusiasmante e indimenticabile

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Quando si parla di hockey su ghiaccio la mente corre veloce alla stagione 1992/93 quando l'Hockey Club Courmayeur/Aosta dominò il campionato di B1, raggiungendo la storica promozione in serie A. Per la società dell’allora presidente Carlo Rivetti fu un'annata strepitosa chiusa con 30 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte, 3 delle quali nei play offs. Il general manager Roberto Zumofen affidò la panchina ad Ennio Sacillotto, allenatore canadese di origini friulane, e con lui arrivarono il connazionale John De Pourcq, capocannoniere della squadra alla fine della stagione con 52 reti, il cortinese Marco Scapinello, al rientro dopo una stagione in prestito al Bolzano, Luigi Zandegiacomo, attaccante dalla mole di un difensore, David Reed Larson terzino dal tiro da 200 all'ora e unico giocatore in Italia ad avere partecipato ad un “All Star Game”, e Ricky Tessari, difensore prelevato dalla formazione milanese campione d'Italia dei Devils Mediolanum. Fu inoltre confermato lo zoccolo duro della stagione precedente formato da Federico Barnabò, Fabrizio Berti, Jimmy Boni, Massimo Da Rin, Marco Endrizzi, Luca Giovinazzo, Andrea Mosele, Reinhold Oberhofer, Lorenzo Olivo, Mathias Prantner, Vittorio Zafalon e Antonio Turchetti e vennero inseriti in rosa i giovani Ermes Sbicego, Nicola Brilla, Andrea Doglio e Jan Ermacora.

Erano 8 le formazioni al via a contendersi la promozione in A: Courmayeur/Aosta, Cortina, Zoldo, Renon, Merano, Auronzo, Selva e Como. La formula del campionato prevedeva un doppio girone di andata e ritorno e, a seguire, i play offs con in palio una sola promozione.

I gialloneri di Ennio Sacillotto all'esordio violarono il campo del Cortina imponendosi 3-5 ma a poche ore dall'inizio della gara arrivò la notizia della sospensione del capitano Jimmy Boni decisa dalla Federazione quale conseguenza del tragico evento che lo vide protagonista il 14 gennaio del 1992 quando, a seguito di uno scontro di gioco durante la partita di serie B fra il CourmAosta e il Gardena, colpì al petto con la stecca il giocatore altoatesino Miran Schrott che morì dopo poche ore all'Ospedale di Chamonix. Sul ghiaccio del Cortina la nostra squadra trovò qualche difficoltà solo nel primo tempo, chiuso in svantaggio 2 a 1 con rete di Larson. Nel secondo periodo le linee difensive del CourmAosta presero le misure agli avversari con gli avanti in grande evidenza, andando a segno ancora con Larson, Zafalon e De Pourcq, quest'ultimo autore di una doppietta. Dopo il parziale di 4-0 nel terzo tempo i gialloneri si limitarono a controllare, concedendo ai padroni di casa un’unica opportunità per andare a rete. Seguirono 3 vittorie e 1 pareggio, 4-4 in trasferta a Merano e proprio all'ultima giornata di andata arrivò la prima sconfitta 3-6 in casa contro l'Auronzo, al termine di una gara priva di mordente e sempre in salita. La prima parte del torneo si chiuse quindi con il Courmayeur/Aosta e il Renon al comando con 11 punti.

Alla prima sconfitta stagionale fece seguito un pareggio sconcertante nel turno successivo 5-5 con il Cortina, prima di ritorno, con i valdostani in vantaggio per 5-1 fino a 10 minuti dalla fine dell'incontro, capaci di farsi rimontare 4 gol e nel finale, rimasti in campo in 4 contro 6, rischiando addirittura la rete della beffa. Alla terza di ritorno il CourmAosta centrò una vittoria di misura 2-1 con il Merano, ottenuta a 3 minuti dalla fine con Reinold Oberhofer bravo a fissare il punteggio con una "bomba" da lontano. Fu una gara appassionante ed incerta sino all'ultimo che salutò il ritorno all'attività agonistica del capitano Jimmy Boni, che però si infortunò al polso dopo 40 minuti di gioco.

I ragazzi del presidente Carlo Rivetti chiusero poi il girone di ritorno al primo posto a quota 24, con 6 lunghezze di vantaggio sul Cortina, secondo 18. Il campionato perciò proseguì con la seconda fase di andata e subito le prime 2 della classe si trovarono di fronte sul ghiaccio di Cortina. Ne scaturì un pareggio 7-7 tuttavia furono i valdostani a mangiarsi le dita: in vantaggio fino a 3 minuti dalla sirena si fecero raggiungere al termine di un'incredibile rimonta dei veneti. Dopo la vittoria casalinga con il Selva arrivarono 2 sconfitte consecutive, la prima a Merano per 4-3 e la seconda sul ghiaccio amico 2-5 contro i bellunesi dello Zoldo: dopo l'1-1 che aveva chiuso il primo tempo al rientro negli spogliatoi avvenne l'episodio chiave con la rissa tra i giocatori e l'arbitro Pisoni, che individuò in Larson il massimo colpevole e lo mise fuori gioco per l'intera partita. Al rientro in campo il Courmayeur/Aosta crollò subendo così la terza sconfitta stagionale e a Larson fu comminato 1 mese di squalifica. Nonostante ciò i gialloneri mantennero la vetta della classifica con 27 punti davanti al Cortina secondo con 24.

Nel frattempo la società del presidente Rivetti tornò sul mercato, acquistando l'esperto portiere Adriano Tancon proveniente dal Fassa, formazione di serie A, con Antonio Turchetti a fare il percorso inverso. La squadra di Ennio Sacillotto ottenne la matematica certezza del primo posto in classifica dopo la vittoria esterna 4-5 in casa dello Zoldo e chiuse la regular season davanti a tutti, con 46 punti e con a seguire Cortina 34, Zoldo 32, Renon 30, Merano 29, Auronzo 25, Selva 16 e Como a chiudere 12 punti. Proprio i lariani furono gli avversari del CourmAosta nella prima sfida dei playoffs, che si giocarono al meglio delle 5 partite.

Quarti di finale

Bastarono 2 linee al Courmayeur/Aosta per avere la meglio 5-1 sul Como nel primo turno. Nonostante le assenze di Boni, Berti, Prantner e Zandegiacomo i gialloneri comandarono sempre l'incontro, andando a segno con Zafalon, De Pourcq, Scapinello, Mosele e ancora Scapinello. Nella seconda partita arrivò la sorpresa di un’inattesa sconfitta 6-3 sul ghiaccio lariano, ma poi i conti si chiusero con il 6-2 del terzo incontro e il 5-1 del quarto, match che salutò il rientro in campo di Jimmy Boni dopo l'infortunio.

Semifinale

Avversario era il Merano e per i valdostani furono sufficienti 3 incontri per aggiudicarsi il passaggio alla finalissima. Nella prima sfida la squadra si impose con un netto 7-1, gara già decisa nel primo parziale chiuso 4-0, grazie alle reti di Olivo, Scapinello e alla doppietta di Larson, in gol la prima volta con la solita “bomba” dal limite. Nette le affermazioni anche nei restanti 2 incontri, 6-2 sul ghiaccio meranese e 7-2 sul campo amico.

Finale

Avversario del CourmAosta fu lo Zoldo, formazione superata 3 volte su 4 nel corso della regular season però sempre ostica da affrontare. Nella prima gara i gialloneri sul loro campo si arresero 2-4 ai bellunesi (1-1, 0-2, 1-1 i parziali, a segno Oberhofer e Scapinello) che dimostrarono nell'occasione di avere una marcia in più, precisi negli scambi e con un pressing asfissiante a tutto campo che mise in difficoltà i padroni di casa. La replica 3 giorni dopo sul ghiaccio di Zoldo si chiuse con lo stesso risultato di gara 1 ma questa volta fatale fu il troppo nervosismo e durante tutto l’incontro i valdostani si trovarono spesso a giocare in inferiorità numerica per le penalità ricevute. Il CourmAosta rimase senza il portiere titolare dopo soli 5 minuti quando Tancon, per contrastare un avversario, alzò la lama all'altezza del viso dello stesso dando la sensazione di volerlo colpire e quindi espulsione immediata e 2 giornate di squalifica. Al suo posto entrò il giovane Luca Giovinazzo che risultò il migliore in campo. Sotto 2 a 0 al CourmAosta non rimaneva altro da fare che vincere le restanti 3 partite. I gialloneri rialzarono quindi la testa nel terzo match quando al Palaghiaccio aostano di Tzamberlet chiusero la contesa con un convincente 10-5, con Luca Giovinazzo ancora grande protagonista. Poi ristabilirono la parità andando a vincere in trasferta la gara 4 con un netto 5-1 che non ammise repliche sotto il profilo tecnico e che confermò la tendenza al gioco falloso dei bellunesi, con ripetuti episodi di violenza gratuita non giustificabili nemmeno in una gara dalla posta in palio così alta.

Ecco alle porte la quinta e decisiva sfida con le 2 squadre perfettamente allineate con 2 vittorie ciascuna. Il Palaghiaccio di Aosta fu preso d'assalto, con oltre 1.200 tifosi sugli spalti a spingere capitan Boni e compagni verso l'impresa. I gialloneri non risposero alle continue provocazioni dei veneti decisi a chiudere la gara il prima possibile. I parziali (2-0 a segno Mosele e Olivo; 5-1 con reti di Da Rin, De Porcq e doppietta di Zandegiacomo; 5-1 con sigilli di Mosele, doppietta, Endrizzi, Scapinello e Da Rin) raccontano al meglio la superiorità tecnica dei ragazzi di Sacillotto che chiusero la gara con un eloquente quanto significativo 12-2 e conseguente promozione in serie A.

I ricordi

Uno dei grandi protagonisti di quell'annata fu Lorenzo Olivo, canadese di nascita e friulano di origine, trascinatore nell'ultima gara contro lo Zoldo con 2 reti e diverse assistenze. “Dopo avere perso le prime 2 sfide in finale con lo Zoldo, prese forse sottogamba, ci siamo riuniti alla presenza del presidente Carlo Rivetti, che fu giustamente molto duro nei nostri confronti. Nell’occasione ci siamo guardati negli occhi per capire dove erano stati commessi gli errori, perché indubbiamente la nostra squadra era superiore avendo in rosa giocatori come Larson all'epoca uno dei più forti d'Europa. Infatti siamo riusciti a ribaltare la situazione e a vincere le restanti 3 partite. Nell'ultima giocata in casa abbiamo avuto un pubblico incredibile e ricordo che corso Lancieri di Aosta era stato chiuso al traffico diventando un parcheggio per i tifosi. Quando ho segnato il terzo gol il Palaghiaccio è esploso e pensavo che sarebbero cadute le balaustre tanto il tifo era caldo. D'altra parte i nostri tifosi ci hanno sempre seguito anche in trasferta.”

Massimo Da Rin fu l’altro grande protagonista di quella stagione chiusa con 20 reti all'attivo, 14 nella regular season e 6 nei playoffs: “Il progetto del presidente Rivetti era iniziato l'anno prima e il segreto della nostra vittoria furono certamente la coesione del gruppo e la rosa quanto mai completa, capace di sopperire a squalifiche ed infortuni. Ricordo che le sfide con lo Zoldo erano sempre delle battaglie dove capitava un po' di tutto, anche delle risse, però alla fine la spuntammo noi. In partenza eravamo i favoriti e siccome loro non avevano niente da perdere la misero sulla rissa con la classica strategia che puntava unicamente a distruggere il gioco.”

Fabrizio Berti, all'epoca era 21enne, il più “anziano” del gruppo dei giovani, sempre pronto quando chiamato in causa. “L'obiettivo era quello di provare a vincere il campionato visto anche l'arrivo di giocatori importanti come Larson e Zafalon. Giocavo in terza linea, insieme a Mosele e Prantner, chiamata principalmente a osteggiare gli attacchi avversari. Mi ricordo che il 23 dicembre mi ruppi il polso nella gara contro il Cortina ma ci tenevo tanto a rientrare in tempo per i playoffs e così avvenne. Avevamo 2 linee che facevano invidia alla serie A con Scapinello, Zandegiacomo, Tessari, Larson, Endrizzi, Zafalon, insomma giocatori dalle grandi qualità. Siamo arrivati in forma a Natale e lì ci siamo resi conto di potercela fare e così è stato. Al Palaghiaccio per l'ultima sfida con lo Zoldo 3 ore prima dell'inizio già c'erano dei tifosi sugli spalti, una partita che avevamo vinto prima ancora di giocarla perché non avremmo mai potuta perderla.”

Come Fabrizio Berti, un altro giovane che mise in luce in quella stagione trionfale fu Andrea Mosele, peraltro autore di 16 reti: “Ero uno dei più giovani insieme a Mathias Prantner che purtroppo è mancati alcuni anni fa. E' stata una cavalcata incredibile e ancora oggi ne parliamo insieme ai miei ex compagni. In rosa erano giocatori che avevano già vinto tanto, come Larson ma sono rimasti orgogliosi di quella stagione. Un’emozione mai provata con un pubblico impressionante e in occasione della finale era pazzesco vedere tutta quella gente. Qualche anno fa abbiamo organizzato una partita per beneficenza proprio contro lo Zoldo e in campo ci siamo ritrovati a distanza di tanti anni.”

Infine, Luca Giovinazzo che da secondo portiere fu chiamato a sostituire lo squalificato Tancon in 2 delle 5 gare della finale contro lo Zoldo, guadagnandosi gli applausi dei tifosi. “Erano 2 partite dove c'era l'obbligo della vittoria e serviva la giusta concentrazione e soprattutto non farsi prendere dall'emozione. Ma avevo sempre lavorato duro tutto l'anno ed ero sicuro di poter fare bene e alla fine tutto è andato per il meglio, tanto che festeggiammo un evento storico per noi e per la Valle d’Aosta che per la prima volta accedeva alla massima serie dell’hockey su ghiaccio.”

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