«Ho quasi sedici anni e sono un soggetto fragile, vorrei che qualcuno prendesse a cuore la mia richiesta di vaccinazione»

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Sono Cécile, una ragazza di quasi sedici anni. Frequento il secondo anno del liceo musicale ad Aosta. Sono nata con una patologia che comporta vari problemi al cuore e ai polmoni.

Quest'anno, a causa della situazione sanitaria, è stato un anno difficile per tutti gli studenti valdostani, ma io mi sono sentita ancora più in difficoltà. Con la mia patologia sono proprio uno di quei soggetti fragili di cui si parla tanto, e per questo motivo ho frequentato le lezioni online anche quando si poteva andare in presenza.

La mia casa si è trasformata in una campana di vetro e se è difficile non sentirsi imprigionati per un adulto, figuriamoci per una quasi sedicenne con tanti progetti e tanta voglia di vivere.

Per di più, mia mamma, che è un’insegnate, ha contratto il Covid. Per questo motivo abbiamo dovuto dividerci. Mia sorella ed io siamo state per un mese nella casa dei vicini, mentre mio padre e l'altra mia sorella sono rimasti ad assistere mia mamma.

Dopo la guarigione è iniziata la campagna di vaccinazione e anche noi abbiamo iniziato ad informarci.

Mia mamma si è rivolta più volte alle autorità sanitarie spiegando la mia situazione di persona fragile. Sulle prime ci hanno detto che avrei dovuto aspettare di avere sedici anni compiuti e così io mi sono rassegnata a stare in casa.

Nel mentre, mia mamma si è vaccinata e abbiamo richiesto le vaccinazioni per gli altri componenti della famiglia. Ad oggi non abbiamo ancora ricevuto una risposta, mentre vengo a sapere che molte persone hanno fatto il vaccino anche se non facevano parte delle categorie con priorità.

Capisco benissimo le difficoltà di questo momento, ma mi pare che la mia patologia sia particolarmente complessa visto che vivo normalmente con una saturazione di 80/ 85 e faccio uso della bombola di ossigeno e forse bisognerebbe almeno prendere in considerazione le richieste di vaccinazione dei miei familiari soprattutto per proteggere me.

Ora sono molto preoccupata per la mia situazione, perché comunque gli altri componenti della mia famiglia escono normalmente per questioni lavorative e scolastiche e potrebbero contrarre il virus rischiando di contagiarmi.

Quindi vorrei tanto che qualcuno prendesse a cuore la mia richiesta di vaccinazione e quella delle persone che si trovano in una condizione simile alla mia. Vorrei tornare a vivere una vita “quasi normale”.

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