Hervé Barmasse, giorni di acclimatamento per il Nanga Parbat
Nei giorni passati, il tempo non è stato eccezionale al Nanga Parbat (8.126 metri di quota), tuttavia il team composto dal valdostano di Breuil Cervinia Hervé Barmasse, dal tedesco David Goettler e dallo statunitense Mike Arnold ha iniziato ad acclimatarsi all’alta quota. Puntano a scalare «la montagna nuda» (l’attacco è previsto tra il 10 e il 20 gennaio) attraverso l’impervia parete Rupal, alta 4.500 metri, considerata la più grande dell’Himalaya, se non del mondo, e mai tentata in inverno.
«Non sono mancate le sorprese - scrive Hervé Barmasse (foto) dal Campo Base - come il soffio della valanga che è arrivato fino al campo base, la via Messner con un seracco pericoloso che la rende impraticabile, o come la via Kukuczka-Carsolio tempestata di seracchi. A questo punto il passo è obbligato. Spostarci verso la Shell… Imprevisti? Se si è pronti ad adattarsi, diventano un passatempo».
«Le prime notti sono rimasto sorpreso dal freddo intenso che provavo quando mi stavo per coricare nel mio sacco piuma - continua Hervé Barmasse - I brividi… e la voglia di tenere stretto a te quel poco di calore che il corpo è in grado di mantenere erano la cosa a cui pensavo. Poi il freddo è diventato un compagno di viaggio. Se la temperatura sale sopra i meno dieci gradi quasi ti preoccupi e ti chiedi dov’è finito. Si sarà mica perso! E rimani in attesa che torni. Adesso che io e il freddo siamo amici… ci sopportiamo a vicenda. Anzi no, ci vogliamo quasi bene!!!».