Heineken investe 70 milioni in Sardegna: «Rischiamo di pagare l’instabilità politica»

Heineken investe 70 milioni in Sardegna: «Rischiamo di pagare l’instabilità politica»
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Heineken intende puntare sull’Italia, investendo ben 73 milioni di euro per l’ammodernamento e l’ampliamento del birrificio Ichnusa di Assemini in provincia di Cagliari, anche per potenziare determinati brand: Ichnusa non filtrata in 3 anni ha addirittura decuplicato il suo volume di mercato.

Il progetto prevede un accordo Stato-Regione che parteciperanno con un contributo di circa 14 milioni di euro da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e di 200 mila euro della Regione Sardegna.

Tra gli interventi previsti, una nuova centrale frigorifera, 9 fermentatori da 3mila ettolitri ciascuno, impianti di stoccaggio di CO2, 3 nuovi magazzini e torri di raffreddamento. L’obiettivo è l’incremento della capacità di produzione e confezionamento, che nel 2024 aumenterà di oltre il 60 per cento e comporterà l’assunzione di 25 nuovi addetti.

Oltre che in Sardegna il gruppo olandese Heineken è presente in Italia da 47 anni con stabilimenti a Comun Nuovo in provincia di Bergamo, Massafra in provincia di Taranto e a Pollein, oltre alla sede di Milano e alla partnership in Sicilia con il Birrificio Messina.

E in Valle d’Aosta che cosa accadrà? «Anche Pollein, che ha una produzione annua di circa 700 mila ettolitri di birra e che realizza le lattine in alluminio per tutti gli stabilimenti, dal 2017 al 2019 ha ricevuto investimenti sullo stabilimento» precisa Paolo Schiavon, segretario alimentaristi del sindacato Savt nonché delegato sindacale dello stabilimento di Pollein.

«In particolare lo stabilimento ha goduto di 30 milioni per 3 linee nuove in plastica e ha incrementato il personale a tempo indeterminato di circa 30 unità, passando da 72 a 103. L’anno scorso sono stati spesi 1,8 milioni per un software che può essere utilizzato dalla sala cottura alla cantina. Siamo l’unica fabbrica in Italia ad avere lo stesso programma dall’arrivo delle materie prime alla birra finita, pronta per essere confezionata. E nel 2022 è in previsione una spesa di 1,2 milioni per ammodernamento e ristrutturazioni. Inoltre, grazie a un accordo tra Regione e Heineken Italia, in essere fino al 2026, tutte le accise acquisite vendendo la birra dei 4 stabilimenti vengono “incassate” ad Aosta, il che equivale a 150 milioni di euro all’anno» riferisce Paolo Schiavon. L’investimento di 73 milioni in una regione a statuto speciale come la Sardegna lascia tuttavia un po’ di inquietudine in Valle d’Aosta. Vi è il timore che, «percependo l’instabilità politica regionale, la proprietà arrivi a privilegiare un’altra regione per i propri investimenti», afferma Paolo Schiavon.

«Invece i politici valdostani dovrebbero mantenere alta l’attenzione sullo stabilimento, poiché porta risultati economici importanti, nonostante sia un po’ penalizzato per la sua collocazione geografica e per l’autostrada più cara d’Italia. Se la Regione non prevederà sconti per l’arrivo di materie prime e per la distribuzione di birra, Heineken potrebbe rivedere l’accordo».

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