«Ha tutta l'aria di essere una defenestrazione» il cambio al vertice dell’Università valdostana

«Ha tutta l'aria di essere una defenestrazione» il cambio al vertice dell’Università valdostana
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Il cambio di rettrice all'Università della Valle d'Aosta "ha tutta l'aria di essere una sorta di defenestrazione". Lo ha detto in Consiglio Valle - giovedì scorso, 13 luglio - la consigliera del Progetto civico progressista, Chiara Minelli, in merito all'elezione della nuova rettrice dell'università della Valle d'Aosta, Manuela Ceretta, che da mercoledì 1° novembre prenderà il posto di Mariagrazia Monaci, uscente e candidata per un secondo mandato. "Non credo ci fossero sufficienti e validi motivi di ordine gestionale o legati a linee di indirizzo da giustificare" una sostituzione, sostiene Chiara Minelli. La questione è stata affrontata con un'interrogazione presentata dal Pcp e alla quale ha risposto il Presidente della Regione. Manuela Ceretta, professoressa ordinaria di Storia del pensiero politico all'Università di Torino, è stata eletta dal Consiglio dell'ateneo valdostano, di cui è presidente il presidente della Regione Renzo Testolin, martedì 27 giugno con votazione palese. Dagli 11 componenti presenti su 14, ha raccolto 8 voti a favore, 1 voto contrario e 2 astensioni.

"È l'unica a essere stata unanimemente votata dal senato accademico", ha spiegato Renzo Testolin, affermando di aver proposto il voto segreto, modalità che non è stata accettata dai presenti, in particolare dai professori. "Io non voglio entrare nel merito delle competenze e del curriculum della nuova rettrice che sono sicura essere di alto livello e di qualità, ma ritengo che scegliere un docente esterno all'ateneo sia una scelta discutibile e opinabile", incalza Chiara Minelli.

Che spiega: "Innanzitutto perché in vent'anni credo che la nostra università dovrebbe essere cresciuta e aver acquisito una sua capacità di autogoverno senza in qualche modo dipendere da altre università esterne e anche perché immagino che la professoressa Ceretta manterrà la sua cattedra di docente ordinaria all'università di Torino, quindi non sarà qui a tempo pieno a completa disposizione del nostro ateneo".

Chiara Minelli punta il dito anche contro la votazione palese, un unicum in tutta Italia, che bolla come "un sistema singolare considerato che tra gli aventi diritto al voto ci sono docenti dell'ateneo, quindi colleghi del futuro rettore, il rappresentante degli studenti, che è un potenziale allievo", e sulla non riconferma di Mariagrazia Monaci, conclude: "Forse non si è gradito che la professoressa Monaci avesse dichiarato pubblicamente: 'Noi rivendichiamo la nostra autonomia anche dalla politica regionale che è la nostra azionista di maggioranza'".

Nella sua risposta, il presidente della Regione ha precisato che tutti e 3 i candidati - oltre a Manuela Ceretta e Mariagrazia Monaci vi era anche Gianmario Raimondi - erano "ugualmente meritevoli" per ricoprire il ruolo ma che "si sono individuate nella professoressa Ceretta le giuste caratteristiche per consentire al nostro ateneo di crescere con equilibrio e condivisione, tendendo verso una auspicata crescita dell'offerta formativa legata al territorio e con una sempre maggiore attenzione alle opportunità di sviluppo, passando attraverso rinnovati contatti e nuove collaborazioni che possano ulteriormente marcare la vocazione bilingue dei corsi di studio".

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