Hône, scoperta un’opera dello scultore Leonardo Bistolfi
Su segnalazione dello storico dell'arte di Hône Patrik Perret, il “Museo Civico Gipsoteca Leonardo Bistolfi” di Casale Monferrato ha da poco aggiunto un’opera, da tempo dimenticata, al catalogo ragionato del noto scultore Leonardo Bistolfi (1859 - 1933), importante esponente del simbolismo italiano. Si tratta del monumento funebre presente nel piccolo cimitero di Hône dedicato all’imprenditore svizzero Giacomo Gossweiler (1852 - 1917), fondatore della “Fabrique des Clous” a inizio Novecento. Arrivato in Bassa Valle nel 1890 assieme ad alcuni soci dalla natia Regensdorf, come molti altri connazionali aveva deciso di delocalizzare le attività imprenditoriali in zone, per l’epoca, fiscalmente più interessanti: la sua fabbrica a Hône ebbe un notevole successo grazie alla manodopera volenterosa unita all’abbondanza d’acqua per muovere le macchine per la lavorazione delle materie prime locali. Stimato e rimpianto da tutta la comunità, alla sua morte il suo fido segretario e successore, Armando Bersan, decise di commissionare un monumento degno del defunto, rivolgendosi a uno degli artisti più prestigiosi del tempo: Leonardo Bistolfi, concittadino della moglie Erminia Bossola. «Non la luce ma l’ombra la governa, l’ombra pensosa che il tuo ferro scava dietro la traccia di un pensier più grande…» scrisse il celebre poeta Gabriele D’Annunzio nel 1905 a proposito della mano del suo amico artista. Bistolfi in quegli anni stava lavorando al Monumento a Garibaldi a Savona e ai Monumenti ai Caduti di Casale Monferrato e di Torino e nel 1911 realizzò anche il gruppo scultoreo Sacrificio al Vittoriano di Roma, l’Altare della Patria, considerato uno dei massimi capolavori del Liberty italiano. «Sebbene nel 1923 venne nominato Senatore del Regno, dopo la Grande Guerra la sua carriera cominciò gradualmente a calare. - afferma lo storico dell’arte Patrik Perret - L’artista piemontese, attratto da un simbolismo ricco di spiritualità e schiettamente dannunziano, probabilmente passato di moda, saprà poi riciclarsi come scultore cimiteriale liberty. Venne definito lo “scultore del Dolore” e la bella fusione di Hône ne è un esempio: lontana da una vuota retorica, cerca di tramandare la reale umanità del munifico benefattore di una piccola località a lui devotissima. Poco prima di morire “l’industriale filantropo”, come riportato sul monumento, vide inaugurata un’altra sua opera in Valle d’Aosta: la Madonna del Monte Zerbion».