Guido Giardini lascia la direzione sanitaria e torna a Neurologia: “Non si può esternalizzare tutto”
«Una scelta che non è stata improvvisa ma discussa a lungo con il direttore generale, anche con l'assessore. Una scelta che vuol dare anche un segnale, perché se non fosse così alcune attività dovrebbero essere inviate altrove. Ma non si possono mandare i malati in un'altra regione e neanche si può esternalizzare tutto. Quindi questo è un segnale che voglio dare, chiaro e netto perché ci sono delle attività fondamentali che devono restare nella sanità pubblica». Così il dottor Guido Giardini, direttore sanitario uscente dell'Usl, in vista del suo ritorno alla guida del reparto di Neurologia e Stroke unit, riaperto nell'ottobre scorso dopo 2 anni di chiusura. Un rientro anticipato rispetto alla scadenza, fissata al prossimo aprile, del mandato triennale. «Ci sono - ha anticipato Guido Giardini - dei progetti importanti: mantenere le attività attuali e implementare e riprendere attività che per carenze di personale sono state interrotte. Prima di tutto il centro ictus. Riaprire il centro cefalee, idem per il centro epilessia. Altro obiettivo, che è rimasto un po' quiescente durante il Covid è il centro di medicina di montagna». Con Giardini, il numero di medici Usl nel reparto di Neurologia salirà a 3, a fronte degli 8 previsti. Grazie alle collaborazione con la Pediacoop e con l'Asl di Biella il numero di medici attuale stimato da Giardini sale a 5. Oggi i posti letto sono 12, quando riaprirà la Stroke unit saranno a 16.
Il presidente della Regione Renzo Testolin ha definito «rara» l’umanità di Guido Giardini: «Mettersi a disposizione del prossimo in questo modo è qualcosa che difficilmente si vede in questo periodo».