Guido Diémoz alla Foire ma senza la nuova opera
Guido Diémoz in questi ultimi 7 anni ha prodotto ogni anno un’importante opera scultorea tematica per immortalare le tradizioni della vita alpina e la sua storia millenaria: a partire dal 2015 l'artista ha realizzato L’arbre du maire, Le Ru, L’Enchantement, La Tzarbonniëre, Le Magnin, Lo Secret tutte grandi sculture dedicate alle tradizioni e ai mestieri della nostra terra e presentate ogni anno in anteprima della Fiera di Sant'Orso. L'anno scorso, il 2021, purtroppo, a causa della pandemia la Millenaria non ha avuto luogo, la grande scultura dedicata da Diémoz ai suoi ricordi di lavoro giovanili, al magazzino di stoccaggio delle fontine dal titolo “Lo Magasin di Fontine de Frissonière de Valpelline” ha potuto essere ammirata solo nel video realizzato da Guido e Francesco Corniolo e pubblicata sul sito di Aosta Sera, dove ha avuto migliaia di visualizzazioni.
Abbiamo incontrato l'artigiano-artista nel suo laboratorio a Doues dove abbiamo potuto vedere in anteprima l'opera realizzata per la Fiera 2022 ancora non terminata, continuazione tematica della scultura del 2021.
La scelta di realizzare un video è stata una decisione finalizzata a non perdere la tradizione di presentare in anteprima la sua opera annuale. «Il drammatico momento che stavano vivendo legato alla pandemia - racconta Guido Diémoz - ci isolava dal mondo intero e alla notizia di sospensione delle Fiere di Donnas e di Aosta ho pensato di utilizzare il web per far vivere l'emozione della presentazione del nuovo lavoro che avevo realizzato nel corso del 2020, un modo per comunicare a tutti che la vita e il nostro lavoro artigianale andava avanti». Ogni grande opera di Guido Diémoz comporta tanta fatica e uno studio approfondito. «Innanzi tutto una fatica fisica, - conferma Guido Diémoz - scavare in una radice di noce di 100, 200 anni comporta uno sforzo non solo mentale, di creazione, ma anche fisico. Gli anni passano e i miei colpi per intagliare il legno non sono più forti come un tempo. Non si possono contare le ore dedicate ad ogni singola scultura ma ciascuna di queste opere mi impegnano per almeno 6, 7 mesi in un anno, sempre sperando che il legno scelto sia alla giusta stagionatura e a metà dell'opera non si incontrino scanalature, pietre o rotture naturali delle venature». Ma qual è l’opera a cui Guido Diémoz sta lavorando quest’anno? «Il mio 2021 è stato costellato da una serie di piccoli infortuni sanitari - riferisce Guido Diémoz - che hanno rallentato molto la mia attività scultorea, ciò nonostante la passione e la voglia di immortalare la mia giovinezza è sempre una molla sufficiente a farmi ripartire. La grande scultura sul banco di lavoro, non ancora terminata, è la chiusura del ciclo dedicato al latte e alla pastorizia, è dedicata alla pesatura del latte, in patois “Porté a la laiterie lo laissé”, è una scultura in tutto tondo con più di 20 personaggi, alta più di un metro e mezzo e dal diametro di oltre un metro». Un’opera monumentale che putroppo non potrà essere sul banco di Guido Diémoz alle Fiere di Donnas e di Aosta. «Per problemi tecnici legati al legno non è possibile terminarla in tempo, - spiega Guido Diémoz - e poi sul banco avrò l'opera già imponente di “Lo Magasin di Fontine de Frissonière de Valpelline” che i miei estimatori ed i visitatori hanno visto solo in video e quindi di fatto è un’anteprima. Sul mio banco troveranno posto altre tre sculture, 2 dedicate al tema dell'acqua, e un Sant'Orso molto particolare». Quindi la scultura «Porté a la laiterie lo laissé» sarà l'anteprima della fiera di Sant'Orso 2023? «Credo proprio di sì, - risponde Guido Diémoz - vista la complessità di quest'ultima scultura occorreranno ancora alcuni mesi di lavoro per completarla, sempre che la salute mi accompagni per terminare il mio lavoro, che forse sarà l'ultimo così grande e complesso da realizzare. Il tempo corre troppo velocemente anche per gli artigiani, la mia passione è intatta ma oggi bisogna pensare nel breve periodo e come mi chiedono molti amici, cominciare a realizzare piccole e medie sculture per accontentare i miei collezionisti». Il sorriso sulle labbra di Guido Diémoz, però, ci fa sperare che «La pesatura del latte» non sarà l'ultima scultura dedicata dallo scultore agli usi e costumi della nostra terra.