Guide alpine, Roberto Francesconi ci ripensa Alla presidenza si candida Enrico Bonino

Guide alpine, Roberto Francesconi ci ripensa Alla presidenza si candida Enrico Bonino
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«La mia intensa attività spazia su tutto l’arco alpino prediligendo certamente l’alta montagna e ricercando gli ambienti più isolati. Ma non solo in Europa: il Madagascar, gli Stati Uniti, la Thailandia, il Nepal, l’India, il Sud America tra Cile e Argentina sono alcune delle mete più incredibili che io abbia esplorato». Così si descrive - sul suo sito Internet - Enrico Bonino, guida alpina di Arvier. Da ieri, venerdì 1° gennaio, è l’unico candidato alla successione del dimissionario Pietro Giglio al vertice delle guide alpine valdostane (il termine per proporsi scadeva alle 24 di giovedì scorso, 31 dicembre 2020).

Pietro Giglio e il suo vice Mario Ogliengo restano in carica fino al 31 gennaio. Il 15 di questo mese è in calendario l’assemblea - online - per la presentazione dei candidati, elezioni lunedì 1° febbraio. I nuovi vertici resteranno in carica fino al termine del mandato in corso, vale a dire marzo 2022. Le guide alpine della nostra regione sono circa 250, suddivise in 11 società operative su tutto il territorio.

Nei giorni scorsi, dopo Giglio e Ogliengo, hanno lasciato il loro incarico pure gli altri 3 componenti della giunta esecutiva: Alex Chabod di Valsavarenche, Stefano Percino di Ayas e Oscar Cametti di Breuil-Cervinia.

La candidatura di Enrico Bonino alla presidenza è quasi un fulmine a ciel sereno perchè le società sembravano essersi trovate d’accordo sul nome di Roberto Francesconi, manager Finaosta in pensione. Però qualcosa in settimana è andato storto, in particolare sulla designazione del vice. Per questo posto era stato ipotizzato il nome di Alex Campedelli, presidente della società delle guide di Courmayeur. Designazione accolta tutt’altro che bene dall’altro polo «da novanta» della nostra regione: Cervinia. Così è saltato il tavolo e Roberto Francesconi ha preferito fare un passo indietro.

«Io stesso avrei puntato su Francesconi - rivela Enrico Bonino - tanto che mi ero proposto come suo vice. Per questa designazione però mi aveva confessato che aveva in mente un percorso diverso, coinvolgendo tutte le società. Ciò che mi trovava assolutamente d’accordo. Evidentemente non è andata come sperava. A quel punto allora, visto che si è ritirato, il passo avanti l’ho fatto io. Tengo alla mia professione, che considero tra i pilastri del turismo e quindi dell’economia della Valle d’Aosta. E’ importante quindi che la categoria sia unita e per questo mi impegnerò. Sono stato tra coloro che non hanno condiviso alcune decisioni, sollevando perplessità. Per questo mi è sembrato corretto prendermi la responsabilità di impegnarmi in prima persona, di passare dalle parole ai fatti». Tra le questioni sul tavolo negli ultimi tempi, quella a creare più polemiche è stata l’ordinanza della Regione che imponeva la pratica dello sci alpinismo solo con l’accompagnamento delle guide alpine. Appoggiata dall’ex presidente Pietro Giglio. Di diverso avviso invece Enrico Bonino: «Numeri alla mano lo sci alpinismo non avrebbe creato criticità all’ospedale. E in un momento come questo secondo me non è giusto imporre delle “esclusive”. Ma non voglio più parlare dell’argomento, basta polemiche».

Nel 2005 e nel 2006 Enrico Bonino ha partecipato alla formazione di giovani afgani (nelle regioni del Panshir e Wakhan) per la professione di portatori d’alta quota e guide di trekking, sotto il patrocinio dell’associazione ambientalista Mountain Wilderness. Nel 2009 è rimasto tra le montagne del Nepal per 3 mesi, «Condividendo salite con clienti e amici, con i quali abbiamo ricercato angoli selvaggi nascosti tra le montagne del turismo, e salito nuove vie su imponenti pareti». Ha percorso la parete nord delle Grandes Jorasses e la nord dell’Eiger in giornata.

Sulla candidatura di Enrico Bonino però manca ancora il «sigillo» dell’Uvgam, l’Unione Valdostana Guide Alta Montagna, che ha dato incarico ai legali di verificarne i requisiti. Di capire, insomma, se Bonino può - o meno - proporsi alla presidenza delle guide alpine valdostane.

Nei giorni scorsi invece è intervenuto con una lettera aperta il vicepresidente dimissionario Mario Ogliengo. «In questi ultimi tempi tuttavia l’allegria e la serenità che mi hanno sempre accompagnato è scomparsa. - scrive - Ho un peso sullo stomaco perché tutti questi bei ricordi si stanno poco a poco sbriciolando sotto una marea di accuse, falsità e menzogne che stanno attraversando quella che credevo essere una comunità».

Nel mirino dell’ex vicepresidente vi è un documento con il quale «In data 16 dicembre si richiedono le dimissioni “tout court” dei vertici dell’Associazione per molteplici ragioni, mancanze e colpe. Richiesta di dimissioni mai presentata in Assemblea poiché superata nei tempi e nei modi dalle dimissioni stesse del Presidente. Questo documento, mai ufficialmente presentato in assemblea e nei fatti superato dalle annunciate dimissioni del Presidente, appare in contrasto con quanto dichiarato durante un’intervista. Un dubbio salta all’occhio: perché chiedere sostegni alla richiesta di dimissioni e sole 48 ore dopo dichiararsi dispiaciuti delle dimissioni stesse?».

Nella stessa lettera Mario Ogliengo rivolge invece un ringraziamento di cuore al «caro amico Arturo Squinobal. Le tue sono state parole pacate, serie e giuste, come quelle espresse nel corso dell’Assemblea. Non sei sempre stato una persona facile, ma hai dimostrato di essere dritto e solido. E lo confesso, hai ispirato questa mia voglia di chiarezza. Le guide giovani e non, troveranno un esempio nelle tue parole che non ammettono replica».

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