“Gucci” a Gressoney, tra entusiasmo e lamentele “La produzione tira sul prezzo di ristoranti e hotel”
E’ entrata nel vivo delle riprese giovedì scorso, 4 marzo, la produzione del film “Gucci” del regista Ridley Scott, tratto dal romanzo “The House of Gucci” di Sara Gay Forden. I “ciak” nella Valle del Lys si protrarranno fino a mercoledì prossimo, 10 marzo, mentre l’uscita della pellicola è prevista a fine novembre.
Nel cast compaiono attori del calibro di Al Pacino, Jared Leto, Adam Driver (che interpreta Maurizio Gucci), Jeremy Irons (Rodolfo, il padre) e la popstar americana Lady Gaga nei panni di Patrizia Reggiani, mandante dell’omicidio del marito Maurizio Gucci. Alcune star come Lady Gaga, tuttavia, non soggiornano in Valle d’Aosta, venendo in elicottero da Biella o da Torino per il tempo strettamente necessario alle riprese. Sui dettagli della maxi-produzione nessuno può parlare a causa di stringenti norme di riservatezza, che costringono tutti a un silenzio assoluto.
Come dimostrano i grandi tir di Tranquilli Trasporti Cinematografici parcheggiati di fronte al Palazzetto dello Sport, il quartier generale della troupe è a Gressoney-Saint-Jean, che sul grande schermo diventerà, grazie alla magia del cinema, Sankt Moritz, teatro delle vacanze della famiglia Gucci negli anni Settanta. E’ tra le location anche la pista da sci del Weissmatten, mentre l’area pic-nic di Gressoney-La-Trinité diventerà la frontiera tra Italia e Svizzera. Una villa dal tipico stile walser tra le 2 Gressoney, forse villa Loubenò a Rong, potrebbe essere lo scenario per una festa all’aperto. La Sport House di Saint-Jean è il centro logistico della produzione e del catering, che prepara fino a 250 pasti al giorno per tutte le maestranze.
L’evento internazionale, se da un lato è stato una boccata d’ossigeno, anche da un punto di vista psicologico, in un periodo drammatico per il turismo e per l’economia locale, che ha creato movimento ed eccitazione e ha determinato l’apertura di quasi tutti gli hotel, chiusi da mesi a causa della pandemia, dall’altro ha creato non poco malcontento. In particolare i ristoratori lamentano le tariffe molto basse che devono applicare ai pasti serali, prezzi da mensa anche se si tratta di locali di un buon livello, con in più il limite di poter far sedere una sola persona per tavolo, dovendo così tenere aperto magari solo per 20 coperti. Tanto che alcuni hanno preferito non aprire la sera a queste condizioni. Anche per le camere di alberghi e bed and breakfast valgono le stesse politiche di prezzi ridotti all’osso.
Un ulteriore motivo di preoccupazione per ristoratori e strutture ricettive, che hanno un po’ di movimento solo nei fine settimana, è l’intensificazione dei controlli per il rispetto delle norme anti Covid-19, con l’attivazione di posti di blocco lungo le strade regionali numero 43 e 44 da parte di tutte le forze dell’ordine e con la sospensione della circolazione dei veicoli sulla Regionale 43 (ovvero tra i due Comuni di Gressoney) nella giornata di sabato 6 marzo per consentire di effettuare le riprese.
Il caso dei tamponi
In tema di Covid, un allarme - poi rivelatosi, a quanto pare, una bolla di sapone - si è sollevato dopo che lunedì 1° marzo sono emersi 16 positivi - alcuni residenti a Gressoney e tutti asintomatici tranne 1 - nell’ambito dei controlli che vengono eseguiti ogni 72 ore sulle persone che lavorano alla produzione cinematografica: tamponi molecolari effettuati da un centro diagnostico privato, la cui refertazione è stata eseguita da un laboratorio fuori Valle. Si è trattato in realtà di falsi positivi, come rilevato dai tamponi di controllo effettuati al drive-in di Aosta, che hanno confermato una sola positività. Sono state revocate, dunque, dai Sindaci le relative ordinanze di isolamento domiciliare. Ulteriori 9 casi positivi emersi dai tamponi dell'istituto privato sono stati smentiti nella serata di giovedì dall'Usl, che ne ha riscontrato la negatività. Ieri, venerdì, si è tenuto un vertice ad hoc tra l’Usl e l’Irv - Istituto Radiologico Valdostano di Aosta, che ha eseguito i tamponi, poi refertati dall’Istituto Battisti di Chieri in Piemonte. «L’incontro è stato utile - sottolinea il direttore generale dell’Usl Angelo Pescarmona - al fine di condividere il concetto che ogni volta che l’andamento degli esiti degli esami da tamponi Covid-19 evidenzi modificazioni repentine delle curve di positivi, è corretto mettere in atto una seconda verifica. Si è convenuto un percorso di condivisione e scambio di informazioni per garantire in futuro il continuo miglioramento della qualità degli esiti».