Grido d’allarme per la Collegiata “Spese di gestione altissime e tetto della chiesa fatiscente”

Grido d’allarme per la Collegiata “Spese di gestione altissime e tetto della chiesa fatiscente”
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«No, no, la Prevostura non si vende. Almeno per adesso. Tra qualche anno, chissà, qualche riflessione si dovrà fare. Ma a quel punto non sarò probabilmente più io a occuparmene». Così il parroco di Verrès don Alessandro Venturin, canonico regolare lateranense, parla del futuro della Collegiata di Saint Gilles. Per un periodo nella vetrina di un’agenzia immobiliare del paese era comparso un annuncio di vendita - poi rimosso - di un «immobile di pregio unico nel suo genere con storia plurimillenaria». Una mossa che ha stupito tanti residenti e che per il sindaco Alessandro Giovenzi ha voluto essere «una provocazione, un grido di allarme del parroco per attirare l’attenzione sull’attuale situazione della Collegiata e sulle elevate spese di gestione del complesso». Naturalmente, il parroco da solo non può vendere un bene del genere, pur essendo di proprietà della parrocchia: serve sempre e comunque l’autorizzazione della Diocesi. Quantomeno, però, è servito per parlarne.

«Se ne parla per qualche settimana per una notizia che suscita curiosità, poi le luci si spengono e torna l’oblio su un monumento che non ha eguali in Valle d’Aosta e in particolare in Bassa Valle e che meriterebbe più considerazione. - commenta con un po’ di amarezza don Alessandro Venturin - Il tetto della chiesa è fatiscente pur essendo stato fatto 23 anni fa. La casa canonica avrebbe bisogno di un progetto di riqualificazione energetica. E’ una struttura energivora, non bastano 10mila euro di gas all’anno e le finanze della Parrocchia sono esigue. Un parroco da solo, come può occuparsi di tutto quello che un edificio del genere richiede? Occorrerebbe un gruppo di lavoro che si impegnasse in un progetto di valorizzazione, per trasformare la Collegiata in un centro turistico di grande attrattività, inserito in un circuito, importante come il Castello di Issogne. Io sono una persona che ama l’arte: i monumenti sono abituato a valorizzarli, a restaurarli, non a venderli. Certo, davanti alle situazioni che si devono affrontare, qualche ragionamento bisogna farlo».

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