Gressoney piange il dottor Bruno Marchionni Il medico “in prima linea” che amava lo sci
E’ stato medico condotto nella valle di Gressoney dal 1973 al 2001, un punto di riferimento per tantissime persone che ne hanno sempre apprezzato la disponibilità, la professionalità e la grande umanità. Sono stati celebrati nella mattinata di ieri, venerdì 21 aprile, nella chiesa parrocchiale di Gressoney-Saint-Jean, i funerali di Bruno Marchionni.
Era nato il 1° marzo del 1936 a Cogne. Suo papà Luigi era di Urbino, la mamma Urania Mucci della provincia di Grosseto: si erano trasferiti a Cogne quando lui aveva trovato lavoro alla miniera. Luigi era una persona forte, determinata, capace: non aveva titoli di studio, così trascorreva le ore libere sui libri per diplomarsi e negli anni Sessanta divenne direttore delle miniere di Cogne. Gli era però rimasto il cruccio di non aver potuto studiare da ragazzo e volle che i suoi figli - Bruno e la sorella più grande Valeria, classe 1929 - si laureassero. Valeria fu per tanti anni direttrice del Dipartimento di Scienze naturali dell’Università di Torino. Bruno, invece, scelse la strada della medicina. Era un ragazzo sportivo, che amava lo sci alpino: avrebbe voluto praticarlo a livello agonistico ma suo padre era di un altro parere. Il suo futuro doveva trovarlo sui libri. Fu così che, dopo il Liceo Classico ad Aosta, si laureò in Medicina a Torino. Proprio all’università conobbe Angiola Rigamonti, che divenne sua moglie il 4 marzo del 1967, nella chiesetta a fianco della basilica di Superga. Proprio nel 1967 nacque la loro prima figlia Antonia, seguita da Alessia nel 1969 e da Luigi nel 1973. La famiglia si allargava, papà Bruno lavorava a Torino al fianco del luminare della patologia chirurgica Angelo Emilio Paletto. Però a Bruno mancava la montagna. Sarebbe voluto tornare nella sua Cogne ma l’unica condotta libera in Valle d’Aosta era a Gressoney: con tutta la famiglia nel 1973 si trasferì a vivere a Villa Deslex, a Saint-Jean. Iniziò così la sua lunga attività di medico di base a Fontainemore, Gaby, Issime e nelle due Gressoney. Bruno si divideva negli ambulatori dei vari paesi ma, soprattutto, viaggiava in tutta la vallata per le visite a domicilio, tanto che la sua mitica Renault 5 era diventata anch’essa una sorta di ambulatorio mobile, con la borsa degli strumenti di lavoro e, a fianco, un bastoncino da sci sempre a portata di mano, per tenere a bada i cani più esuberanti. Si portava sempre dietro pure gli sci, perché - in caso capitasse un’ora libera - li infilava per farsi due discese, una passione che ha sempre avuto e che lo portò ad essere presidente dello Sci Club Gressoney-Monte Rosa per una quindicina di anni. Il lavoro di medico allora era quasi una missione, con le chiamate pure in piena notte, le emergenze che diventavano poi aneddoti. Come quando in una baita nel bosco fece nascere una bimba - raccontava - «su un letto lurido, tenendo una torcia tubolare in bocca». O quella volta che la moglie del brigadiere dei Carabinieri stava per dare alla luce una bambina e lui era bloccato altrove da una grande nevicata, così ad assistere al parto fu sua moglie Angiola. Bruno si occupava di qualsiasi necessità: dalle malattie dei più piccoli all’applicazione dei punti di sutura fino alla traumatologia. L’ambulatorio era al piano inferiore rispetto alla sala da pranzo di famiglia e Luigi, Antonia e Alessia - ormai ragazzi - potevano dedurre l’entità dell’infortunio dai suoni che sentivano provenire da sotto: un urlo secco era sempre una spalla lussata che veniva rimessa a posto. Bruno Marchionni visse da vicino alcune tragedie della montagna - era lui a dover comporre le salme delle vittime di incidenti e ad accertarne le cause del decesso - e fu molto vicino alla famiglia David dopo il tragico incidente a Leonardo e i lunghi anni del coma fino alla morte nel 1985.
Alpino, per tanti anni ufficiale medico in Bassa Valle, nonostante fosse un accanito fumatore era però un grande sportivo: oltre alla passione per lo sci - che ha trasmesso ai suoi figli, anche se Luigi ha preso la strada dello sci nordico e del biathon - amava giocare a tennis ed è stato nel 1993 tra i fondatori del Golf Club Gressoney. Gli piaceva pescare, un’attività adatta al suo carattere riservato ma schietto, con una disponibilità straordinaria.
Negli ultimi anni viveva a Gressoney solo d’estate mentre trascorreva la stagione fredda a Nizza Monferrato, a casa della figlia Alessia. Si è spento all’ospedale di Asti mercoledì scorso, 19 aprile.
Lascia la moglie Angiola Rigamonti, i figli Antonia - che è casalinga a Torino -, Alessia - che gestisce una gioielleria a Nizza Monferrato - e Luigi - che si occupa di ricerca sul cancro negli Stati Uniti - e i nipoti
Filippo, Giovanni e Anna Mardente, Edoardo e Valeria Gallo e Luce e Gaia Marchionni.