Green pass per circolare liberamente Vi sono perplessità tra gli albergatori

Green pass per circolare liberamente Vi sono perplessità tra gli albergatori
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«A partire dalla seconda metà di giugno sarà pronto il Green pass europeo. Nell’attesa il governo italiano ha introdotto un pass verde nazionale, che entrerà in vigore a partire dalla seconda metà di maggio». Il presidente del Consiglio Mario Draghi, introducendo le conclusioni del G20 del Turismo, nei giorni scorsi ha annunciato la messa a punto del certificato che consentirà ai cittadini europei immunizzati, guariti dal Covid o negativi al tampone di circolare liberamente nell’Unione, soprattutto spiegando che prima della sua entrata in vigore «Il governo italiano ha introdotto un green pass nazionale che permetterà alle persone di muoversi tra le regioni. Quindi non aspettiamo la seconda metà di giugno per avere quello europeo, già dalla seconda metà di maggio i turisti potranno avere quello italiano». Finalmente una buona notizia quindi? Non è così scontato, lo dimostra il fatto che da parte degli albergatori della nostra regione vi siano sì consensi, però anche numerose perplessità.

«Se, arrivati a questo punto, la soluzione per potersi spostare liberamente sia in Italia che all’interno dell’Unione Europea è il Green pass, direi che è un’ottima soluzione. - afferma Laura Pont dell’Hotel Beau Séjour di Pré-Saint-Didier - Però sono dell’idea che dovrebbe essere solo una misura temporanea per poi tornare alla libertà di circolazione nel minor tempo possibile: speriamo che entri in vigore alla data prevista e che sia funzionale e pratico per permettere a tutti i turisti che vorranno venire in vacanza da noi di spostarsi senza troppe complicazioni».

«Non sono ancora ben chiare le regole del Green pass, vi sono molti interrogativi, però potrebbe essere un’idea, vediamo poi come la si metterà in pratica. - precisa Alessandro Perosino dell’Hotel Elena di Saint-Vincent - L’importante è far ripartire il turismo, ma secondo me, mantenendo le restrizioni attuali, si rischia di far arrivare i turisti e obbligarli a mangiare solo fuori nei déhors, con il coprifuoco alle 22, bar semi-chiusi ed eventi difficili da realizzare».

«Il Green pass sarà l’ennesimo ostacolo che il turismo dovrà affrontare. - spiega Sharon Saudin dell’hotel ristorante Boule de Neige di Rhêmes-Notre-Dame - A mio avviso, prima, si dovrebbe accelerare la campagna vaccinale dando a tutti la possibilità di potervi accedere in tempi brevi poiché un ulteriore costo per i tamponi, in questo momento storico, non potrà certo aiutare la ripresa del turismo, anzi, non può che peggiorare la drastica realtà in cui ci troviamo. Per noi albergatori inoltre si presenterà il problema delle disdette dell’ultimo minuto dovute ai casi di positività dei tamponi: se da un lato si vuol limitare la diffusione del virus, dall’altro si rischia di mettere ancora più in ginocchio il settore ricettivo in una situazione che, per di più senza aiuti, non vede un’uscita».

«Per me il Green pass genera discriminazione e potrebbe diventare una nuova forma di razzismo. - afferma Nicola Pession dell’Hotel al Caminetto di Valtournenche - Creare diversità tra chi è vaccinato e chi non lo è va contro il diritto di ognuno di noi di essere libero e poter scegliere per la propria salute. Ora che ci sono i vaccini e delle cure sarebbe meglio se ognuno di noi potesse lavorare e viaggiare dove vuole senza ricatti da parte del Governo che senza vaccino o tampone non ci permette di uscire nemmeno dalla regione. Che sia un mondo aperto a tutti, vaccinati e non».

«Se il Green pass è al momento l'unica soluzione per tornare al lavoro, allora che sia l'inizio di questa avventura! - conclude la presidente dell’associazione Jeunes Hôteliers Valdôtains Giorgia Vigna Lasina dell’albergo ristorante Le Cœur du Pont di Donnas - Credo quindi che, ora che il Governo sta accelerando, anche le regioni debbano riuscire a tenere il passo, anzi spingendo ancora di più sul pedale: siamo pronti a ripartire, vogliamo lavorare, ma vogliamo risposte chiare e definite. Ci sono ancora troppi punti su cui fare chiarezza lato regione, nazione e Unione Europea: partire prima dell'Ue sicuramente può essere uno stimolo e un invito ai nostri concittadini per spendere le loro vacanze sul territorio nazionale, sostenendo un'azienda italiana, perché le nostre strutture sono sicure. Abbiamo protocolli e linee guida rigide, sulle quali ha lavorato anche Federalberghi, che ci hanno visti impegnati in corsi di formazione e investimenti per adeguarci. Voglio credere che il governo aprirà gli occhi sui limiti che sta imponendo al viaggiare in Italia e che riuscirà a trovare il giusto compromesso per poterci fare lavorare in modo sensato e nel pieno rispetto delle norme, perché i mezzi per metterci in sicurezza dopo un anno ci sono. Ora come ora, però bisogna fare un invito ai nostri concittadini regionali: dobbiamo puntare alla zona gialla, non possiamo permetterci altre settimane di colore rosso o arancione perché questo ci penalizza nel breve e nel lungo periodo. Non si possono più accusare i turisti o i proprietari di seconde case di essere "gli untori", quindi mano sulla coscienza da parte di tutti noi e impariamo a rispettare le piccole regole di base per poter tornare tutti a lavorare e programmare il futuro».

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