Green pass obbligatorio Un’ipotesi che divide
Il presidente della Regione Erik Lavevaz, riguardo al dibattito innescato in Italia dopo che il presidente francese Emmanuel Macron in diretta tv a reti unificate ha annunciato l'estensione del green pass per accedere a bar, ristoranti e trasporti pubblici, dichiara che si tratta di una proposta «Su cui ci si sta confrontando a livello centrale. Contiamo che ci sia occasione di parlarne nei futuri incontri in programma tra i Presidenti delle Regioni, anche se ancora il tema non è all’ordine del giorno. Per noi la priorità rimane la revisione dei parametri per le zone di rischio, che con l'avanzamento della campagna vaccinale e il miglioramento del quadro non può basarsi solo sul dato dell’incidenza che è particolarmente penalizzante per le realtà più piccole. Occorre di certo tenere conto dell'occupazione del sistema sanitario. Lo diciamo da mesi e speriamo che il dossier sia preso finalmente in considerazione, ora che la questione coinvolge Regioni più popolose della nostra».
Chi chiude le porte all’ipotesi di un green pass per accedere alle attività è Fipe-Confcommercio, il cui direttore generale Roberto Calugi, in una nota, commenta: «La campagna vaccinale va sostenuta, incoraggiata e, possibilmente, velocizzata. Questa è la nostra migliore arma per un ritorno alla stabilità delle nostre vite. Quello che tuttavia non è accettabile è che, per raggiungere l’immunità di gregge, si finisca per penalizzare sempre le solite categorie». Parole condivise anche a livello locale, come spiega Graziano Dominidiato, Presidente di Confcommercio Valle d’Aosta: «Non siamo assolutamente d’accordo, non possiamo accettare un’ulteriore vessazione che colpisca il settore della ristorazione o quello del beverage. Dobbiamo proseguire la stagione turistica cercando di dare maggiori convinzioni e sicurezze a chi non è ancora vaccinato, perché l’economia di questi settori è allo sfascio».
Ma cosa ne pensa la gente? Sarebbe giusto o no istituire il green pass obbligatorio anche in Italia come in Francia?
Jérémy Granato: «Se si parte dal presupposto che a più riprese era stato detto che il vaccino non era obbligatorio, adesso imporre il green pass che consente ai soli vaccinati di usufruire di determinati servizi non mi pare molto corretto. Spero che in Italia il modello francese, assurdo e contraddittorio, non venga applicato».
Davide Abbruzzino: «Il vaccino sembra essere l’unica soluzione efficace, ma molte persone ancora non lo hanno fatto. Forse allora conviene fare come la Francia e rendere obbligatorio il green pass. È una questione di tutela della salute pubblica e soprattutto di difesa delle fasce di popolazione più esposte al contagio».
Lorenzo Meynet: «Bisognerebbe poter contare sul buon senso delle persone, educare e informare piuttosto che obbligare. Purtroppo ogni giorno i contagi della variante delta salgono in maniera preoccupante. Quindi sarebbe meglio probabilmente fare come i francesi».
Martina Gregorini: «I vaccini di nuova generazione contro il Covid-19 non coprono dal rischio del contagio al 100 per cento e non sono stati testati a sufficienza. Perciò non sono d’accordo sul modello francese che tende a isolare e emarginare chi non vuole vaccinarsi».
Katiuscia Turato: «Il metodo alla Macron del green pass sembra ispirato a un sistema che per molti versi ricorda la dittatura e non rispetta la libera scelta e il libero arbitrio delle persone sulla la gestione della propria salute. In sostanza, o ti vaccini oppure non entri in bar, ristoranti, teatri, cinema e luoghi pubblici. Sono imposizioni che non condivido e spero che l’Italia non si adegui alla Francia».
Ayoud Bedraouii: «Non è giusto: prima ti dicono che il vaccino non è obbligatorio, poi che non copre totalmente dal contagio, nel frattempo si contavano i morti per Astrazenaca, giustificati come fisiologici. Non sappiamo se con il tempo questi vaccini provocheranno danni, ma se non li fai sei escluso dalla vita sociale».