Green pass e nuove regole penalizzano la Valle d’Aosta
La Valle d’Aosta è penalizzata dalle nuove regole imposte dallo Stato per scongiurare l’ennesima ondata pandemica. A rilevarlo per primo è il presidente della Regione Erik Lavevaz che dichiara: «I criteri, proposti dal Governo, riguardanti le percentuali di occupazione dei posti di terapia intensiva e dei posti di area medica per il passaggio da una fascia di rischio all’altra sono inapplicabili per i piccoli numeri della Valle d’Aosta, che rischia di “chiudere” per soli 2 o 3 pazienti positivi ricoverati nel nostro unico ospedale regionale. Si tratta di un rischio tutt’altro che remoto, considerato che durante la stagione turistica la popolazione presente nella regione viene triplicata».
I nuovi criteri prevedono che con il 10 per cento di occupazione delle terapie intensive - per la nostra regione significano 2 ricoveri - e contemporaneamente il 15 per cento per le ospedalizzazioni si entri in zona gialla, 20 per cento terapie intensive e 30 per cento area medica in zona arancione e 30 per cento terapie intensive e 40 per cento area medica in zona rossa. Il presidente della Regione Erik Lavevaz ha chiesto, quindi, al Governo Draghi di introdurre «Una franchigia di almeno 5 posti letto per la terapia intensiva da applicare alle soglie individuate da Governo».
Il Green Pass
Il decreto, che proroga lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021, estende l’utilizzo da venerdì 6 agosto del Green Pass dai 12 anni in poi. Basterà almeno una dose di vaccino o un tampone negativo nelle 48 ore precedenti o esser guarito dal Covid nei 6 mesi precedenti. Servirà per i servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio, per il consumo al tavolo al chiuso, gli spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive, musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre, piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso, sagre e fiere, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò e per i concorsi pubblici.
L’estensione del Green pass non ha convinto Erik Lavevaz e altri presidenti di regioni, che hanno giudicato «Eccessivamente restrittivi i criteri di utilizzo del Green pass ipotizzati dal Governo» ed hanno chiesto «Almeno di sgravare gli esercenti dalla responsabilità del controllo dei clienti».
«No ai diktat del Governo»
Sulla vicenda interviene sul suo blog l’assessore regionale all’Istruzione Luciano Caveri che sottolinea: «Non bisogna mai smettere di indignarsi di fronte a certe ingiustizie e non si può sopportare che scelte arbitrarie possano trasformarsi in un danno vero e proprio». L'ex deputato e già europarlamentare cita la presa di posizione del presidente della Regione Erik Lavevaz contro l'ipotesi di passaggio in "fascia gialla" di rischio con l'occupazione del 10 per cento dei posti in terapia intensiva, che in Valle d'Aosta vorrebbe dire "chiudere" con due o tre pazienti ricoverati. Luciano Caveri aggiunge: «Bisognerà ragionare su come reagire ai diktat governativi a tutela dei nostri diritti derivanti dall'autonomia speciale, che non può essere sempre calpestata. In primis bisogna modificare il decreto legge in fase di conversione in Parlamento, ma questo ennesimo affronto deve far riflettere». In fase di trattativa, il Governo nazionale - osserva Luciano Caveri - si è «Bellamente fatto un baffo delle posizioni di buon senso espresse dalle Regioni, compresa la nostra». L'Assessore parla anche di «Centralismo brutto e illogico, in barba alla necessaria leale cooperazione buttata alle ortiche».
Il Savt sui vaccini
«Diffondere i dati relativi all'evolversi dell'emergenza Covid-19 suddividendoli tra chi è stato vaccinato e chi no. Solo così si potrà dare un vero senso, con dati concreti alla mano, al dibattito sull'obbligo di essere in possesso e di presentare il green pass, evitando che lo stesso si riduca a un mero scontro tra tifoserie».
Lo sostiene in una nota la segreteria confederale del Savt. «In questo senso - aggiunge il sindacato - sarebbe interessante se fosse la Valle d'Aosta a fare da apripista con la diffusione di dati più completi e che possano aiutare le persone ad uscire dall'inevitabile stato di confusione nel quale si sono venute a trovare». Il dibattito sul Green pass secondo il Savt «Fa sorgere spontanee diverse riflessioni» e «Fa accendere i toni su il tema che fa discutere e divide da tempo gli esperti e i meno esperti della materia: “I vaccini servono veramente o presto torneremo a dover chiudere tutto?” E' a questo interrogativo è doveroso che si provi a dare una risposta il più possibile concreta».
Aumentano i contagi
Sono 16 i nuovi positivi al Covid-19 segnalati sul bollettino regionale tra ieri, venerdì 23, e giovedì 22 luglio. Quelli di giovedì sono 4, e 12 quelli refertati ieri su 335 casi testati. Invece sono 2 i guariti, mentre le persone a positive in Valle d’Aosta - che erano 19 10 giorni fa - salgono a 40, tutte in isolamento domiciliare. Restano così sempre vuoti sia il reparto Covid in Malattie infettive, sia la Terapia intensiva dell’Ospedale regionale “Umberto Parini”. «Dei nuovi contagiati la maggior parte non è vaccinata con un ciclo completo, abbiamo poi 2 persone che avevano ricevuto la prima dose soltanto pochi giorni fa» riferisce il dottor Salvatore Bongiorno, dirigente nel Dipartimento Usl di Prevenzione. La metà dei nuovi contagiati sono turisti. In particolare 4 sono ragazzi giovanissimi, non ancora vaccinati, venuti a soggiornare in una casa privata, dove ora sono in isolamento. Sono tutti paucisintomatici e ora sotto sorveglianza medica.