Grazie Alessandro, non ti dimenticheremo mai
Ho un ricordo quasi indelebile di Alessandro Gal dal momento che ebbe un ruolo fondamentale nella mia vita. L’ho incontrato poche volte ma gli incontri furono molto significativi. Ero già a conoscenza dell’attività di sostegno verso i bambini malati dato che aveva aiutato una bambina kosovara che avevo incontrato qua in Valle d’Aosta durante la mia infanzia, a cui mia madre aveva dato un aiuto come mediatore linguistico. Ricordo mia madre che mi diceva che questa bambina era stata aiutata da un uomo molto generoso e sensibile nei confronti dei piccoli malati: quel signore era proprio Alessandro Gal. A quell’età non avrei mai immaginato che un giorno Alessandro Gal potesse essermi d’aiuto. Anni dopo il mio corpo era diventato strano, non riuscivo più a svolgere le azioni più semplici che un ragazzo di 17 anni dovrebbe compiere con la più assoluta facilità e naturalezza. Per mesi io e mia madre abbiamo provato a contattare il Gaslini di Genova per richiedere un controllo, dato che la diagnosi non era facile da individuare, ma non siamo mai riusciti a metterci in contatto con l’ospedale tramite il centralino dato che curano molti bambini e le linee telefoniche erano costantemente occupate. Un’amica di mia madre Odilla Stevanon, che conosceva da molto tempo Alessandro Gal con cui aveva collaborato per anni all’interno dell’associazione Ana Moise, decise di organizzare un incontro a casa sua in una serata estiva. Là io e mia madre abbiamo avuto la possibilità di spiegare ad Alessandro Gal quali fossero i miei sintomi e come da due anni nessun medico riuscisse a capire che cosa io avessi. Fin da subito Alessandro Gal capì che ero un ragazzo da aiutare e vidi i suoi occhi che dicevano «Posso fare qualcosa anche per lui e per sua madre». Ricordo che il giorno successivo doveva partire di mattina presto per andare a prendere all’aeroporto un bambino piccolo gravemente malato che viaggiava su un volo speciale da un paese del Medio Oriente, ma non ricordo esattamente quale. Promise a me e a mia madre, che eravamo pieni di speranza di capire che cosa io avessi, che avrebbe consegnato la mia cartella clinica con i referti di due anni di visite al primario del reparto di reumatologia e fu di parola. Ricordo che l’incontro avvenne di lunedì sera e lui consegnò il tutto di martedì e nello stesso giorno io e mia madre ricevemmo una telefonata da parte del reparto di reumatologia dicendo che avevano un posto letto già a partire dal venerdì della stessa settimana dato che il mio caso era urgente.
A due anni di distanza posso dire di essere tornato a vivere come prima e a compiere le azioni con maggiore facilità. Se ora ho la possibilità di compiere l’esame di Stato (maturità) e di iniziare il mio percorso universitario è grazie all’aiuto ricevuto da Alessandro Gal. Io e mia madre l’estate scorsa lo abbiamo incontrato e abbiamo avuto la possibilità di ringraziarlo per quello che ha fatto. Ha speso la sua vita per aiutare molti bambini di qualunque nazionalità. Grazie Alessandro, io e mia madre, come molte altre famiglie, non ti dimenticheremo mai.