Governo record

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Mentre in tutto il mondo si evolve socialmente e si sconfigge il soffitto di cristallo, in Valle d’Aosta, piano piano, in silenzio, quel soffitto diventa di lose.

Persino l’agenda 2030 delle Nazioni Unite traguarda, tra i suoi 17 obiettivi, quello della totale parità di genere, per “porre fine ad ogni forma di discriminazione nei confronti di tutte le donne, bambine e ragazze in ogni parte del mondo; eliminare ogni forma di violenza contro le donne…eliminare le pratiche nocive…garantire la piena ed effettiva partecipazione è pari opportunità di leadership a tutti i livelli del processo decisionale della vita politica, economica e pubblica”.

Ecco che la Valle d’Aosta, con una popolazione femminile del 51%, si riesce a partorire una Giunta di soli uomini.

Dopo le critiche, che sono riuscite a portare alla ribalta nazionale la nostra regione come quella che ha avuto più cambi di governo, a seguito anche del voto non riuscito dopo l’accordo per la nuova Giunta, la politica valdostana riesce ad esprimere, nel pieno della propria instabilità, un Esecutivo senza donne.

Ora c’è chi chiede l’intervento della premier Giorgia Meloni, chi valuta un ricorso al Capo dello Stato, chi invoca lo scandalo, così si avvia la nuova Giunta alla guida dell’ennesimo governo valdostano. Il ricambio politico lo abbiamo scordato, quando sempre gli stessi uomini (è il caso di dirlo) si trovano al governo. Si tratta di un nuovo record: l’unica regione italiana senza nessun un assessore donna.

Con una semplice riforma, che sarebbe un adeguamento ai principi espressi dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea del 2000, si potrebbe inserire la doppia preferenza di genere alle elezioni e così la garanzia di rappresentanza al governo.

Le donne, sia ben chiaro devono essere scelte per il proprio lavoro, il proprio curriculum, le proprie idee, esattamente come gli uomini; ma devono avere gli stessi diritti e lo stesso percorso di fronte, esattamente come gli uomini.

Se la politica, come espressione democratica, deve essere lo specchio della propria popolazione, allora l’equazione è semplice: metà della popolazione, metà del governo

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