Godono di buona salute, con fatturati e forza lavoro stabili o in crescita, ma credono poco nel commercio online

Godono di buona salute, con fatturati e forza lavoro stabili o in crescita, ma credono poco nel commercio online
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Il sondaggio «Le imprese valdostane si raccontano» della Chambre Valdôtaine presentato nella mattinata di mercoledì scorso, 29 maggio, a Palazzo regionale conferma il trend di crescita dei fatturati. Per il 2023 è previsto un aumento rispetto al 2022 del 40,4 per cento, con una ulteriore riduzione della percentuale di imprese che lamentano cali di fatturato (13,7 per cento), cali per la maggior parte inferiori al 32 per cento. Al sondaggio hanno risposto 1.942 imprese sulle 11.105 attive. I settori che hanno registrato i maggiori incrementi di fatturato sono stati quello dei trasporti (48,72 per cento delle imprese) che conferma il dato già riscontrato l'anno precedente, il turismo (44,96 per cento rispetto al 62,18 per cento di imprese che avevano riscontrato un aumento di fatturato nel 2022 rispetto al 2021), le costruzioni (41,44 per cento) e il settore agricolo (40,68 per cento), entrambi in miglioramento rispetto all'anno precedente, soprattutto il secondo, per il quale solo il 19,4 per cento delle imprese intervistate dichiarava di aver avuto un aumento di fatturato rispetto al 2021. Tra le imprese che hanno dichiarato cali di fatturato, emerge che la motivazione principale sia l'aumento dei costi di produzione seguito dalla contrazione dei consumi. Riguardo al risultato d'esercizio, i dati del 2022 si rivelano leggermente più positivi delle previsioni, con la percentuale di imprese che prevedono una perdita ulteriormente ridotta al 12,1 per cento. Un miglioramento anche nelle previsioni di risultato d'esercizio del 2023: sono il 9,6 per cento le imprese che prevedono una perdita, di cui una minima parte una forte perdita, il 64,1 per cento quelle che prevedono un utile e il 26,3 per cento quelle in pareggio. «E' stato un 2023 molto positivo nonostante tutte le incertezze, a partire dalle guerre, che hanno avuto un impatto sui costi», ha detto Roberto Sapia, presidente della Chambre Valdôtaine.

Il 76 per cento delle imprese valdostane non investe e non prevede di investire nelle tecnologie proposte dal Piano Transizione 5.0, misura che supporta la digitalizzazione dei processi produttivi e il passaggio a un modello energetico efficiente, sostenibile e basato su energie rinnovabili. «Non c'è più impresa - ha detto l'assessore allo Sviluppo economico, Luigi Bertschy - che possa dire 'siamo piccoli, certe cose non le facciamo'. Tutte le imprese sono tenute, nel loro interesse, ad agire per digitalizzare i propri processi, per formare il proprio personale, per garantire luoghi di lavoro sicuri».

Secondo il sondaggio della Chambre, nel 2023 si è investito principalmente in connettività e banda ultralarga (21,2 per cento delle risposte pervenute) e nell'internet delle cose e delle macchine, sistemi domotici green oriented (15,9 per cento). Gli investimenti in queste 2 tecnologie risultano prevalenti anche nel 2024; in previsione si può anche segnalare il miglior posizionamento dell'intelligenza artificiale. Le tipologie di spesa inerenti tecnologie promosse dal Piano Transizione 5.0 sono in prevalenza legate agli acquisti di beni strumentali materiali, in percentuale sostanzialmente stazionaria negli anni a raffronto (il 32,2 per cento delle spese sostenute nel 2023 e il 31,9 per cento nel 2024). In previsione aumentano le spese per acquisti di beni immateriali e diminuiscono le spese di consulenza, in coerenza con lo sviluppo dei progetti che nel 2024 hanno già superato la fase di avvio.

Quasi la metà delle imprese valdostane che hanno risposto al sondaggio della Chambre valdotaine (888 su 1.942, pari al 45,7 per cento) ha dichiarato di avere difficoltà a trovare personale. Tra queste, un terzo (33 per cento) ritiene l'adozione di politiche di welfare aziendale un valido strumento per rendere la propria impresa più attrattiva, soprattutto le imprese dei settori Trasporti e Servizi alle imprese. Una bassa percentuale di imprese invece (4,7 per cento) ritiene di poter ricorrere alla digitalizzazione delle attività o all'intelligenza artificiale per risolvere il problema del reperimento di personale. Una su cinque (il 20,7 per cento) vede come soluzione la riqualificazione di immobili per nuove politiche abitative ad uso dei lavoratori non residenti e una quota di poco inferiore (il 17,9 per cento) il ricorso a lavoratori stranieri. Francesco Billari, rettore dell'università Bocconi e professore di Demografia, ha illustrato alcuni dati Istat. Nel 2023 in Valle d'Aosta il numero medio di figli per donna è stato di 1,16, poco sotto la media italiana di 1,20, e l'età media al parto di 32,7 anni (media italiana di 32,5). Sul tema, ha detto il presidente della Regione, Renzo Testolin, occorre «riflettere» e «attuare delle politiche sociali di un certo tipo che possano dare una sostenibilità per vivere nel nostro territorio, delle opportunità per insediarsi per chi arriva da fuori e dei motivi per investire su questo territorio da chi è cresciuto al suo interno e da chi può vederlo come un'opportunità arrivando da fuori». Le proiezioni per il 2024 mostrano una situazione relativa all'organico che sembra stabile con quasi l'80 per cento delle imprese valdostane che non prevede variazioni nel numero dei propri occupati e l'11,2 per cento che stima di ampliarlo, percentuale inferiore rispetto all'andamento del 2023. Il 21,1 per cento dichiara di non avere dipendenti a tempo determinato e l'8,3 per cento di non avere dipendenti di genere femminile.

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