Gli scavi in piazza della Cattedrale riportano alla luce antiche murature

Gli scavi in piazza della Cattedrale riportano alla luce antiche murature
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Dopo una pausa legata al freddo, sono ripresi gli interventi di scavo in piazza della Cattedrale, protetti da una struttura coperta posizionata nello spazio di collegamento con il porticato di Casa Luchini che conduce in via Croix de Ville. A dicembre la prima parte dei lavori si era conclusa con il ritrovamento della galleria occidentale del criptoportico e del pilastro centrale. Quindi proprio partendo dal pilastro è stata scavata, praticamente intatta, pure la galleria parallela. «Va sottolineato - racconta l’archeologo della Soprintendenza Gabriele Sartorio - come non fosse per nulla scontato che trovassimo il criptoportico nella sua integrità, le cantine che sono state ricavate al suo interno hanno di fatto salvato i muri e solamente la volta è stata demolita. In ogni caso siamo molto soddisfatti dell’andamento del cantiere, perché continuano ad emergere nuove testimonianze sul passato di Aosta, peraltro in uno spazio ristretto che mai era stato scavato in precedenza.»

Con il ritorno alla luce dei muri perimetrali e della colonna centrale della parte terminale del criptoportico, ora l’attenzione degli archeologici della ditta Archeos di Aosta e della Soprintendenza è concentrata sullo spazio che si sviluppa verso la piazza della Cattedrale. «Appoggiate al muro del criptoportico, in quella che era l’area centrale del complesso romano, sono state trovate - spiega la responsabile del cantiere Cinzia Joris - altre strutture murarie, che appartengono a varie epoche, considerato il diverso orientamento dei muri. E’ una situazione complessa, che va studiata attentamente e che costituisce un ulteriore tassello per ricostruire la storia di Aosta.»

In ordine di tempo, l’ultimo ritrovamento è un selciato di un’area di cortile, probabilmente abbandonato nel Settecento. Sotto il suo livello però si intravedono già alcune strutture in muratura. «La situazione è molto interessante - commenta Cinzia Joris - dato che questi muri sono a poca profondità e che una volta liberati dai detriti confermeranno come questo spazio di dimensioni ridotte sia stato a lungo oggetto di lavori nel corso dei secoli.» Sempre in attesa comunque di raggiungere con lo scavo il grande e misterioso muro curvilineo, il cui ritrovamento ha spinto la Soprintendenza a dare il via libera ad una campagna di lavori che finora ha già restituito reperti e notizie di assoluto rilievo.

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