Gli Oblati Missionari di Maria Immacolata hanno celebrato i 208 anni di fondazione della Congregazione
Giovedì scorso, 25 gennaio, conversione di san Paolo, gli Oblati Missionari di Maria Immacolata di Aosta hanno celebrato i 208 anni di fondazione della loro Congregazione, con una Messa solenne celebrata alle 18. A presiedere il rito è stato il Superiore della comunità di Aosta padre Marcello Sgarbossa, assistito dai confratelli Gregorio Glabas, Palmiro Delalio, Gianpaolo Gugliotta e Sante Gazzola.
Dopo il canto d’ingresso «Chiesa di Dio, Popolo in Festa» padre Marcello Sgarbossa ha salutato i presenti e ha detto: «Celebriamo oggi la festa della conversione di san Paolo e, per noi Oblati di Maria Immacolata, quella dell’inizio della nostra Famiglia religiosa; quindi per poter cogliere il messaggio che ci viene dalla Parola di Dio chiediamo perdono dei nostri peccati». Padre Marcello Sgarbossa nell’omelia ha poi detto: «Forse mai come oggi si usa il termine comunità, ma spesso è usato in senso improprio perché la maggior parte sono dei gruppi che nascono intorno a qualcosa da fare, a un progetto o un’idea. Noi oggi facciamo la memoria non della nascita di un gruppo, ma di quella della comunità dei Missionari Oblati. Comunità che oggi è presente qui e si esprime in noi 5 che concelebriamo. Oggi è la conversione di san Paolo. Cosa significa conversione? Un intervento divino che con la sua forza e la sua grazia produce un intimo, totale cambiamento del proprio modo di pensare, agire, vivere. Eugenio de Mazenod, il nostro fondatore, ha avuto anche lui il momento di conversione davanti al Crocifisso nel Venerdì Santo del 1807, e dopo ha scelto di essere prete per i poveri, i prigionieri, i giovani. In lui nasce l’esigenza di fondare una comunità. Tutto si è sviluppato lentamente, non senza difficoltà, ma fin dall’inizio era chiara la natura di questa comunità che si andava componendo, cioè essere uniti nell’amore appassionato a Gesù Cristo e pronti a servire la Chiesa abbandonata, asciugando le sue lacrime, guarendo le sue ferite».
Padre Marcello Sgarbossa ha così concluso: «Siamo riconoscenti a Dio che ha fatto dono alla Chiesa del carisma oblato. A noi l’impegno di mantenerlo vivo. Un carisma che nella sua radice tutte le vocazioni laicali o religiose possono vivere. Una vita centrata su Cristo Salvatore, vissuta insieme nella più profonda carità, quindi una spiritualità comune, con uno zelo missionario che abbraccia i poveri sull’esempio di Maria che gli Oblati avranno sempre per Madre».
Le intenzioni di preghiera sono state per la Chiesa sparsa nel mondo, per l’umanità che ha bisogno di nuovi apostoli del Vangelo, per le nostre comunità, per i cristiani perseguitati, perché ciascuno segua un cammino di conversione, per gli Oblati di Maria Immacolata e le loro comunità, per i fratelli e sorelle defunti, per le anime più abbandonate del purgatorio. Il canto «Immacolata, Vergine bella» ha concluso la celebrazione eucaristica.