Gli esercenti: «Ora dobbiamo anche fare gli “sceriffi” per il Green pass»
Entrare nel locale, sedersi al tavolo e presentare il Green pass: potrebbe essere questa una nuova forma di educazione nei confronti degli esercenti. È quanto emerso ieri, venerdì 6 agosto, nei locali del centro storico di Aosta, a poche ore dell'entrata in vigore della normativa sul passaporto vaccinale. «Al primo cliente di oggi mi sono dimenticato di chiederglielo, - confida Enzo Gullone, titolare del Caffè Roma in via Aubert - ma lo conoscevo e sapevo che era vaccinato».
«Come primo giorno è stato abbastanza normale - aggiunge Massimo Pascarella del Bar de la Vallée, dietro Palazzo regionale - ho chiesto il Green pass a chi si è seduto dentro e ce l'aveva, mentre gli altri si sono messi nel dehors o si sono fermati al bancone. Ho notato un generale rispetto del dovere civico».
«Qui nessuno è andato via - sottolinea Mario Donato del bar ristorante 3ndy in piazza Plouves - noi lavoriamo con clienti abituali ed intelligenti, che capiscono la situazione ed alla fine è abbastanza facile rispettare anche questa nuova regola».
«Oggi è andata come tutti gli altri giorni, non ho percepito cambiamenti - conferma Ciro Stumbo, storico gestore del Cafè du Centre in piazza Chanoux - questa cosa a me non preoccupa, i clienti che preferiscono stare dentro mi presentano già loro il Green pass, così non faccio il vigile urbano».
«C'è comunque un po' di ansia - rimarca Enzo Gullone - io da oggi devo fare anche lo sceriffo del mio locale, con il paradosso che potrei anche dover mandare via i clienti. Per fortuna ho un dehors grande, ma quando sarà pieno o pioverà potrò fare entrare solo quelli con il Green pass. Confrontandomi con alcuni colleghi, ho percepito che stanno lavorando un po' meno del solito, perché non tutti si sono adeguati e non entrano nei locali».
«Non ritengo giusto che noi esercenti dobbiamo chiedere il Green pass ai clienti - afferma Massimo Pascarella - e non è giusto che io debba rischiare una sanzione, il senso civico dovrebbe essere valido per tutti. Io mi sono vaccinato e sono per il vaccino, per evitare nuove chiusure che provocherebbero una situazione drastica, tutti si devono vaccinare, anche se esiste la libertà di scelta, così finalmente usciamo da questa situazione».
«Qui abbiamo "giocato" prima che entrasse in vigore il certificato vaccinale con l'app di controllo. - racconta Mario Donato - C’era curiosità e chi aveva dietro il Green pass ci ha chiesto di verificarlo. È chiaro che per noi questa è una rottura di scatole, perché porta via lavoro e tempo e sono dell'idea che non sia compito nostro fare questo controllo. Ritengo che debba essere il cliente quando entra, sapendo che per accomodarsi al tavolo ci vuole il Green pass, a dichiarare di essere in regola».
«Noi abbiamo messo un cartello dove informiamo che è richiesto il Green pass per accedere ai tavoli. - evidenzia Veronica Stumbo, figlia di Ciro - Ma sarebbe opportuno che il cliente si prendesse una parte di responsabilità. Ci vorrebbe anche una maggiore informazione sull'applicazione della legge. Alcuni clienti, che oggi però non sono ancora venuti, si sono fissati sulla questione della privacy e bisognerebbe loro spiegare bene la normativa. Capisco che questo sistema serve per incrementare la vaccinazione, almeno ne usciamo prima, visto che quelli penalizzati siamo sempre noi. Si sono sempre lamentati che non c'erano bar e ristoranti aperti, ora che ci siamo è opportuno che si rispettino le regole».