Giulio Fiou, uomo della sinistra profondamente legato ai valori della comunità valdostana

Giulio Fiou, uomo della sinistra profondamente legato ai valori della comunità valdostana
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Alla fine degli anni Cinquanta l’amministrazione cittadina decise di costruire lungo il Buthier una strada di collegamento tra l’Arco d’Augusto e l’asse di corso Saint- Martin de Corléans, quella che sarebbe diventata la via poi dedicata a Federico Chabod. Proprio sul tracciato della nuova viabilità si trovava la casa costruita da Maurizio Fiou originario di Gignod e dalla moglie Anselmina Fiou di Arpuilles, entrambi Fiou ma non parenti: così il loro fabbricato dovette essere abbattuto e ricostruito all’angolo di via Guido Rey.

In quelle due case è cresciuto Giulio Fiou, il figlio di Anselmina e Maurizio, nato il 17 maggio del 1938, allievo della Scuola Cogne, poi diploma da privatista al Liceo artistico di Torino e quindi studente di architettura. Orfano di padre da quando aveva quattordici anni, Giulio Fiou si avvicinò da giovane alle idee e alle attività, numerose all’epoca, della vivace sinistra aostana, aderendo alla federazione regionale del Partito Comunista Italiano. Dipendente per poco tempo della Cogne, si dedicò all’insegnamento - cattedre di educazione artistica e di applicazioni tecniche - nel biennio sperimentale di Aosta, nella scuola media Saint-Roch, concludendo l’attività didattica alle Magistrali, sempre molto benvoluto dai suoi giovani studenti.

Sposato con Elena Muin di Nus nel 1963, impiegata alla Cassa Artigiani all’Arco Augusto e poi all’ufficio personale dell’Usl, papà di Carla dal 1965 e di Andrea dal 1968, Giulio Fiou fece diventare la casa all’angolo di via Guido Rey un luogo di incontri e di dibattito. Uno spazio accogliente sempre pieno di persone, di amici, non soltanto quelli che con lui condividevano le idee, ma anche chi la pensava diversamente. Paolo Charbonnier di Arpuilles, collega insegnante, era addirittura diventato il vicino e solo una siepe li divideva, poi Giulio Dolchi, Piero Ferraris, Marino Guglielminotti Gaiet, Fernando Bianco, Gianna Siggia, Luigi Monami, Paolo Ferrero, Mario Pogliotti, Bruno Ferrero. E arrivò così il giorno che Giulio Fiou cominciò ad occuparsi direttamente della cosa pubblica, con la nomina a segretario generale della Cgil Valle d’Aosta dal 1978 al 1982, poi il Comune di Aosta, eletto consigliere nel 1990 e sindaco nel giugno del 1992, interrompendo l’egemonia del Partito Socialista che durava dal 1978 prima con Edoardo Bich, poi dal 1988 per un anno con Francesco Allera Longo e quindi dal 1989 al 1992 con il giovane Leonardo La Torre. In Regione l’Union Valdôtaine grazie all’accordo del giugno 1992 proprio con il Partito Comunista era tornata in maggioranza dopo il ribaltone di due anni prima ed i socialisti “pagarono” il loro ruolo decisivo nel “golpe” perdendo il sindaco di Aosta. La scelta cadde sul personaggio più gradito agli unionisti, il serio e corretto Giulio Fiou, uomo della sinistra profondamente legato ai valori della comunità valdostana. Fu un buon sindaco, lavorò in sinergia con la Regione e con i presidenti Ilario Lanivi e Dino Viérin per la nuova rivoluzionaria legge sull’autonomia finanziaria dei Comuni e per quella dell’elezione diretta dei Sindaci, avviò lavori e trasformazioni, da profondo conoscitore della città dove era cresciuto, creò il servizio dello Sportello del cittadino e istituì l’Aps, l’Azienda pubblici servizi. Innovazioni per quel tempo, realtà consolidate oggi.

Nel 1995, rieletto, divenne presidente del Consiglio comunale lasciando la poltrona di sindaco a Pier Luigi “Cece” Thiebat candidato dall’Union Valdôtaine, quindi nel 1998 il suo passaggio in Consiglio Valle fu piuttosto naturale, vista la stima che lo accompagnava. Ottenne 635 preferenze in un partito - Gauche Valdôtaine-Democratici di Sinistra - in chiara crisi, con appena 3 eletti, oltre a lui Roberto Nicco e Piero Ferraris. Però Giulio Fiou, pur in un contesto nuovo, seppe costruire il suo mondo di relazioni e 5 anni dopo raddoppiò i consensi personali, 1.232, divenendo vice presidente del Consiglio Valle.

Lasciata l’attività politica si dedicò maggiormente alla sua grande passione, le vigne di Plantayes a Nus, provenienti dalla famiglia della moglie Elena. Amava le sue uve di pinot nero e per anni ha vinificato proprio nella cantina della casa di via Guido Rey, per poi conferire alla Crotta di Chambave, molto soddisfatto del lavoro che faceva e di come perpetuava una tradizione.

Giulio Fiou, malgrado la malattia, è rimasto nel suo mondo speciale vicino al Buthier fino alla notte di sabato quando si è addormentato. Lunedì scorso nella sala del commiato del cimitero di Aosta c’erano tutti per lui, i compagni come l’affezionato Piero Ferraris, che ha tenuto la commemorazione, amici della politica e del sindacato, tanta gente che ha voluto testimoniare affetto e vicinanza alla famiglia nel ricordo di una persona che ha dato molto alla sua città e alla sua Valle.

Giulio Fiou nel periodo in cui fu consigliere regionale,

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