Giovanni Pirelli racconta la Valle d’Aosta e l’avventurosa conquista del Cerro Torre
L’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d'Aosta ha organizzato venerdì scorso, 31 marzo, nel Salone Ducale del Municipio di Aosta, la presentazione del volume “Giovanni Pirelli. Questione di prati. Cerro X” (Le Château, 144 pagine - 14 euro) a cura di Nicola Alessi. Giovanni Pirelli è stato uno dei più importanti intellettuali italiani del XX secolo. Con grande tenacia riuscirà ad affermarsi e lasciare un segno importante nella storia editoriale italiana sia sul versante delle pubblicazioni storico-politiche, sia in quello della narrativa nel quale si collocano “Questione di prati” e “Cerro X”. Erano presenti assieme al curatore Nicola Alessi, l'assessore all’Ambiente al Comune di Aosta Loris Sartore, i figli di Giovanni Pirelli, Francesco e Pietro, e il presidente dell’Istituto storico della Resistenza Corrado Binel. Il primo racconto “Questione di prati” (il racconto nel 1960 vinse il Premio Saint-Vincent di Giornalismo) è ambientato in un immaginario paese della Valle d’Aosta come sono immaginari tutti i protagonisti del racconto, che si sviluppa attorno al tema della vendita di un prato a un ricco industriale biellese. «Il racconto intenso è allo stesso tempo vero e inverosimile, amaro e ironico, - osserva Nicola Alessi - nel quale le descrizioni e i colpi di scena sono tracciati con maestria a un ritmo incalzante che cattura il lettore. Il testo nasce con tutta evidenza dalla permanenza di Pirelli in Valle d’Aosta dove vive prima in clandestinità a Vens e poi, dal 1957 al 1959, nella casa concepita per essere condivisa con la famiglia di Laurent Ferretti, nel villaggio del Verrand nei pressi di Courmayeur».
Nicola Alessi aggiunge che «I caratteri dei protagonisti sono delineati con la perspicacia e la vividezza di chi ha vissuto con la gente di montagna, cogliendone non solo la fisionomia, ma anche l’animo, facendo risaltare qualità e difetti paradigmatici della mentalità montanara: la genuinità, le grettezze, le astuzie tipiche delle società alpine piccole e isolate, nelle quali si ambisce alla rendita di posizione». A dimostrare l’attenzione posta da Giovanni Pirelli nel linguaggio vi è anche l’uso del francoprovenzale valdostano.
Per quanto riguarda “Cerro X”, il secondo racconto della raccolta, Giovanni Pirelli prende spunto dalle complesse vicende legate alla conquista del Cerro Torre, una delle imprese più importanti e discusse della storia dell’alpinismo. Le spedizioni, a cui fa riferimento per tessere la trama del racconto, sono 2: quella infruttuosa del 1958, capeggiata da Bruno Detassis con gli alpinisti trentini Camillo Detassis, Luciano Eccher, Cesarino Fava, Cesare Maestri e Mario Stenico, e quella dell’anno successivo, condotta da Cesare Maestri con Toni Egger e Cesarino Fava. I 3 alpinisti tornano sul Cerro Torre per un’avventurosa e drammatica ascensione adombrata dalla morte di Egger e dalla mancanza di evidenze inoppugnabili sull’effettiva conquista della cima, sempre professata da Cesare Maestri. «“Cerro X”, dove “X” probabilmente sta per mistero, - commenta Nicola Alessi - la sensazione che permea tutto il racconto, è creata nel solco della narrazione allegorica, tra il reale e l’immaginario, in un’atmosfera lunare dove i protagonisti, isolati dal mondo, esplorano un luogo sconosciuto e minaccioso. Qui ognuno è chiamato a scegliere tra il bene individuale e quello collettivo, in una situazione nella quale l’eroismo è una necessità».
Il volume esce nella collana “Sulle montagne” nella quale la casa editrice Le Château tra gli altri ha pubblicato gli scritti di autori prestigiosi, da Vittorio Foa a Federico Chabod, da Luciano Violante a Giovanni Paolo II.