Giorno della Memoria, riflessioni sulla Shoah attraverso il cinema

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Come ormai ogni anno, il 27 gennaio è occasione per una riflessione collettiva sulla pagina che più profondamente ha segnato la storia non solo del Novecento ma la Storia dell’umano esistere e convivere. Il 27 gennaio è il «Giorno della Memoria» istituito in Italia nel 2000 e nel 2005 fatto proprio anche dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. In Valle d’Aosta, questo momento di riflessione, rivolto in particolare alle ultime classi delle scuole superiori, è organizzato dalla Regione Autonoma in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea. Come ormai tutti sanno, questa data simbolica rievoca quella mattina del 27 gennaio 1945 quando, alcuni soldati del 454° corpo di fanteria, della 60a armata ucraina, ai comandi del generale Fyodor Krasavin, arrivano alle porte del campo di sterminio di Auschwitz. Oltre il filo spinato pochi sopravvissuti, un’umanità dolente, disperata e vuota. oltre il filo spinato, c’è una verità che segnerà la storia europea. C’era un silenzio assoluto, il silenzio dell’inenarrabile, il silenzio della coscienza. Pochi sopravvissuti che, come ombre, entrano nel nostro immaginario, nella nostra storia. Ombre che ricordano le tele di Zoran Music. L’ombra degli scomparsi. Quello tra memoria e oblio è un conflitto a tratti feroce. Memoria e oblio entrambi necessari, ma non si può dimenticare, ciò di cui non si ha conoscenza, ciò di cui non si ha consapevolezza. L’Europa, per sfuggire al peso della memoria e della propria storia ha creduto talvolta possibile rimuoverla, rimuovendo con essa la verità. Una verità necessaria affinché siano ancora possibili i percorsi conosciuti dell’incanto, dell’illusione, di una nuova necessaria speranza. Questa giornata di meditazione è stata il più delle volte affrontata attraverso la letteratura. Le memorie dei sopravvissuti nell’alveo dell’Era del testimone per dirlo col titolo ormai a molti noto di un’opera decisiva della storica Annette Wiewiorka. Quest’anno sarà occasione per un percorso diverso, non solo attraverso le parole ma attraverso le immagini. Le immagini saranno quelle di uno dei film più famosi realizzati dopo la fine della guerra: “Nuit et Brouillard” realizzato nel 1956 dal regista francese Alain Resnais, le cui immagini sono accompagnate nella versione originale dai testi scritti dal poeta Jean Cayrol e a loro volta accompagnate dalle colonna sonora creata dal compositore tedesco Hanns Eisler. La visione di questo straordinario documento storico sarà introdotto e commentato, in una sorta di guida critica alla visione, da Sylvie Lindeperg, docente di storia alla Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, autrice della più importante monografia dedicata a quest’opera cinematografica. La giornata del 27 gennaio offrirà ad oltre 200 giovani studenti valdostani la prima visione di “Nuit et Brouillard” ma anche otto letture di brevi frammenti tratti da altrettante opere di Testimoni sopravvissuti: Elie Buzyn, Robert Antelme, Liliana Segre, Goti Herskovits Bauer, Nedo Fiano, Hanna Kugler Weiss e Paul Celan la cui opera poetica più nota sarà offerta al pubblico sia in tedesco che nella sua traduzione italiana. Tutte le letture saranno affidate a giovani studenti che offriranno la loro voce per portare quelle parole nella mente e nel cuore dei loro compagni. La viola di Fulvia Corazza sosterrà e accompagnerà questo viaggio delle parole.

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