GIORNATA MONDIALE DI LOTTA AL PAPILLOMAVIRUS: “Servono SCREENING E VACCINAZIONE”
Oggi, sabato 4 marzo, si celebra la quarta Giornata mondiale di lotta al papilloma virus - Hpv, la cui infezione è responsabile di oltre 2.500 casi all'anno di neoplasia del collo dell'utero in Italia, risultando il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni. L’infezione da Hpv, che rappresenta la più comune delle infezioni a trasmissione sessuale, può determinare, inoltre, lo sviluppo di altre patologie neoplastiche (che colpiscono entrambi i sessi), lesioni benigne di notevole impatto sulla qualità della vita degli individui.
«Strumenti fondamentali per poter ridurre in maniera significativa il rischio di comparsa di tali patologie o di permettere una diagnosi precoce con possibilità di guarigione o prognosi più favorevole sono quelli legati all’offerta vaccinale (da oltre 20 anni sono disponibili vaccini estremamente efficaci) e all'adesione attiva agli screening oncologici, che rappresentano il più potente strumento di contrasto allo sviluppo delle patologie neoplastiche correlate all'infezione virale» spiega il dottor Maurizio Castelli, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl della Valle d’Aosta. Per quanto concerne la vaccinazione, la Regione ha modificato il calendario vaccinale e raccomanda il vaccino anti Hpv mediante offerta attiva e gratuita a adolescenti di sesso femminile e maschile del 12esimo anno di età con mantenimento, anche in caso di adesione ritardata, del diritto alla gratuità fino al limite dei 18 anni per l'inizio del ciclo vaccinale; offerta gratuita su richiesta e con prescrizione del medico specialista o del curante a categorie a rischio, uomini fino al compimento del 25esimo anno di età e donne di 25 anni che non abbiano aderito o completato il ciclo vaccinale, secondo il calendario vigente. Gli screening oncologici dei tumori femminili sono dedicati ad una popolazione di età compresa fra 26 e 64 anni. «La nostra azienda sanitaria, seguendo le più recenti evidenze scientifiche offre alle donne dai 26 ai 30 anni il Pap-test, mentre oltre i 30 anni propone il test Hpv, da effettuare ogni 5 anni. - prosegue il dottor Maurizio Castelli - Ricordiamo, infine, che vaccinazione e screening contribuiscono sinergicamente alla riduzione delle patologie Hpv correlate e ad una riduzione dell’incidenza delle neoplasia del collo dell’utero. E’ necessario, quindi, incrementare significativamente la percentuale di adesione a questi due importanti strumenti di prevenzione, temporaneamente ridotta nel periodo pandemico, affinché si possa raggiungere l’ambizioso - ed auspicato - target indicato da una risoluzione europea del 2020 che prevede, in futuro, l’eliminazione del cancro della cervice uterina».