Giornata delle offerte per il sostentamento del clero, don Nicola Corigliano tra i «testimonials»

Giornata delle offerte per il sostentamento del clero, don Nicola Corigliano tra i «testimonials»
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Domenica scorsa, 18 settembre, nelle parrocchie italiane è stata celebrata la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero diocesano. Tra i «testimonials» della Giornata - nell’ambito della campagna di promozione dell’iniziativa - per quanto riguarda la nostra regione è stato scelto don Nicola Corigliano, parroco a Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta e guida spirituale di Casa Zaccheo.

La Giornata - giunta alla XXXIV edizione - permette di dire «grazie» ai sacerdoti e rappresenta anche il tradizionale appuntamento annuale di sensibilizzazione sulle offerte deducibili.

«È un’occasione preziosa - sottolinea il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni - per far comprendere ai fedeli quanto conta il loro contributo».

Nonostante siano state istituite nel 1984, a seguito della revisione concordataria, le offerte deducibili sono ancora poco comprese e utilizzate dai fedeli che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno.

«Le offerte - aggiunge Monzio Compagnoni - rappresentano il segno concreto dell’appartenenza ad una stessa comunità di fedeli e costituiscono un mezzo per sostenere tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro. La Chiesa, grazie anche all’impegno dei nostri preti, è sempre al fianco dei più fragili e in prima linea per offrire risposte a chi ha bisogno».

Un impegno costante come quello di don Nicola Corigliano che nella parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans, ad Aosta, intesse con cura e attenzione le relazioni tra le persone e l’ambiente. Cinquantenne originario di Busto Arsizio, sacerdote dal 2004, grande amante delle montagne affrontate e apprezzate in diverse escursioni, ha iniziato il suo ministero in questa parrocchia circa un anno fa, un vero e proprio ritorno a casa dopo esserci stato come vice parroco per un decennio, tra il 2006 e il 2016.

«II mio sogno - spiega don Nicola Corigliano a Manuela Borraccino nel filmato “Aosta, generazioni insieme per accogliere e custodire” che si può guardare al link www.unitineldono.it/ le-storie/aosta-generazioni-insieme-per-accogliere-e-custodire/ - è vedere realtà diverse che si conoscono e si integrano: giovani, famiglie e persone disabili che cooperano in mezzo a bellezze naturalistiche e paesaggistiche. In fondo creare relazioni a tutti i livelli è una delle più grandi gioie del prete».

Suggestioni che si sono concretizzate in un luogo speciale. A circa un quarto d’ora da Aosta, vi sono due edifici abbandonati che la Regione, nel 2011, ha concesso in comodato d’uso gratuito per 90 anni alla Diocesi di Aosta. «Tutto è nato dalla proposta di un ragazzo - racconta don Nicola -, lui mi disse che in una delle sue escursioni con degli amici del quartiere aveva trovato uno stabile mal frequentato. Poi aveva aggiunto: “Come sarebbe bello se questo edificio potesse diventare un luogo in cui i giovani vengono accolti”».

All’epoca del racconto don Nicola Corigliano era ancora viceparroco eppure quel “come sarebbe bello se” è diventato un riferimento costante - spiega il sacerdote - «che ha scavato così profondamente in me, da convincermi a coinvolgere alcune persone della parrocchia, fino a diffondersi poi tra tutti».

Un contagio positivo tra i parrocchiani che ha portato, ormai 13 anni fa, alla nascita dell’associazione «L’Albero di Zaccheo» con l’obiettivo di ristrutturare la proprietà in località Plan d’Avie ad Arpuilles, nel Comune di Aosta, che oggi si chiama «Casa Zaccheo». L’associazione, formata da un gruppo di 40 famiglie, è stata fortemente voluta da don Nicola Corigliano. «Quando il Don ci ha chiamati - sottolinea Michela Colombarini, presidente dell’associazione -, abbiamo da subito compreso che sarebbe stato la guida spirituale per tutti noi. Ci siamo convinti sin da subito che questo era un progetto di Dio e che l’avremmo lasciato ai nostri figli». Da qui l’impegno dedicato all’affiancamento ad altri nuclei familiari in difficoltà segnalati dai servizi sociali, al supporto garantito tramite i bandi regionali e del terzo settore, e poi alla collaborazione con la Diocesi nell’accompagnamento di giovani e coppie.

Le famiglie, intanto, sono operative già da tempo e con la Casa attiva potranno essere ancora più incisive. «Abbiamo sempre pensato alla casa come al mezzo e non al fine - spiega la Presidente -, è il luogo dove vogliamo realizzare il nostro progetto di accoglienza per i pellegrini e per le famiglie in difficoltà». Un sogno che finalmente pare assumere i contorni concreti della realtà: «Il mio desiderio è che questa Casa possa vedere giovani che si ritrovano per suonare la chitarra - conclude don Nicola Corigliano - ragazzi che vanno a pulire il bosco e che rendono la struttura ancora più bella e abitabile, persone che giocano e pregano e che ne invitano altre a scoprire le bellezze di questa realtà naturale. Spero che tutti assieme possano scoprire la ricchezza reciproca».

Questa è solo una delle tante storie portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità. I sacerdoti sono sostenuti dalle offerte liberali dedicate al loro sostentamento. Nel sito www.unitineldono.it è possibile effettuare una donazione ed iscriversi alla newsletter mensile per essere sempre informati su storie come queste che, da nord a sud, fanno la differenza per tanti.

Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le offerte permettono di garantire, in modo omogeneo in tutto il territorio italiano, il sostegno all’attività pastorale dei sacerdoti diocesani. Da oltre 30 anni, infatti, questi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento.

Le offerte raggiungono circa 33mila sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e circa 3mila, ormai anziani o malati dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo.

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