Giorgia Castagna: la ragazza curiosa, matura e sorridente che il cielo ha voluto per sé
Quando rideva Giorgia stringeva gli occhi. E rideva spesso, lei minuta nel fisico, ma dalla prorompente personalità. Aveva la capacità Giorgia Castagna di riempire la stanza con la sua presenza, di illuminarla, con le sue domande, la sua curiosità, quella voglia di sapere e di conoscere che fin da bambina la faceva stare a fianco dei grandi. Quante volte non riuscivamo a farla andare a dormire, lei chiedeva ancora una volta di raccontare una storia, ancora un’altra di quando noi adulti eravamo giovani, oppure dei nostri viaggi e dei paesi che avevamo visitato e della gente conosciuta.
Quella curiosità ereditata dalla nonna Lilli - Lilliana Fussambri - insieme al buon gusto in tutto quello che faceva. Come dimenticarla, Giorgia, appassionata musicista, brava ginnasta, ammirata spettatrice dell’opera al Regio di Torino, lei poco più che bambina fra le signore del Club Lirico di Aosta in trasferte che la divertivano molto. Oppure con gli alpini insieme a nonno Vittorio Guarda e alla nonna Lilli, madrina delle Penne Nere aostane, o ancora nei mercati dove gli altri nonni Elsa Deléonard ed Ezio Castagna vendevano il loro miele. Non perdeva un’occasione Giorgia per confrontarsi con il mondo dei grandi, per imparare quanto più possibile.
La sua innata voglia di apprendere l’aveva portata a vedere il mondo, giovanissima, cominciando dalle superiori in Francia, poi sempre per studiare Milano, Londra e Marbella, sede della prestigiosa università alberghiera internazionale che forma i più qualificati manager del turismo. Il sogno di Giorgia di lavorare nell’accoglienza alberghiera era diventato realtà, ad alto livello, prima in Francia quindi a Roma, abbinato ad una recente passione per gli addobbi floreali, perché Giorgia Castagna non si fermava mai e trasformava in idee tutto quello che osservava.
La sua famiglia - la mamma Alessandra, il papà Alessandro - l’hanno sempre sostenuta, d’altronde Giorgia era una super ragazza, intelligente, meticolosa, coinvolgente. Sapeva farmi amare da tutti, compresi i tanti che aveva incrociato nei suoi percorsi all’estero e in Italia, viaggiando ovunque, parlando quattro lingue, dal sud America al Giappone, conoscendo culture diverse e maturando la capacità di fare dei distinguo, di scegliere una via dopo avere provato strade diverse. Portava in se un entusiasmo contagioso e anche nelle scorse settimane non faceva che parlare di idee e di progetti.
Per chi le ha voluto bene - siamo in molti - non esiste una risposta alla sua perdita, nessuno può giustificare la scomparsa a ventisette anni di Giorgia Castagna, il dolore è troppo forte. Ha lottato tanto e bene, supportata dai suoi genitori, dalla sorella Camilla, dal fratello Giacomo, dai migliori specialisti nelle strutture mediche più avanzate. Negli ultimi mesi da Roma ha voluto rientrare ad Aosta, a Gressan nella sua casa, aveva capito - con quella maturità nei ragionamenti che la contraddistingueva sin da bambina - che la famiglia era la cosa più importante e che i suoi progetti sarebbero partiti dalla Valle d’Aosta. Pensava al futuro con fiducia ma si è addormentata martedì mattina e giovedì scorso, 5 dicembre, l’abbiamo accompagnata a Saint Etienne, prima della cremazione.
Ha scelto la chiesa aostana di Lilli e Vittorio per l’ultimo saluto, come ha scelto il destino delle sue ceneri, che dovranno essere cosparse nello stesso luogo dove sono quelle dei nonni. Così ogni estate ritroveremo la nostra Giorgia nei fiori dell’alta valle di Rhêmes.