Gilberto Roulet, «Il Presidente» di La Thuile appassionato della raccolta delle olive

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Raccontare l’appassionante vita di Gilberto Roulet è come narrare la storia recente di La Thuile, il paese al quale ha dedicato i suoi anni più importanti, sempre in prima linea per lo sviluppo turistico della località, nelle vesti di amministratore comunale, tanto da diventarne il Sindaco, e di dirigente al vertice di rilevanti organismi operanti sul territorio, come l’Azienda di accoglienza e le funivie.

Proprio a La Thuile Gilberto Roulet è nato in casa il 15 agosto del 1954, ultimo di quattro figli. Suo papà Graziano, classe 1914, era un minatore originario di Leverogne di Arvier, da dove saliva per raggiungere il posto di lavoro alle miniere di carbone di La Thuile. Qui conobbe Alina Jacquemod, lei era del 1912, contadina di una famiglia di contadini che viveva nel villaggio di Buic, lungo la strada per il colle San Carlo. Graziano Roulet nel 1934 lasciò le gallerie dell’antracite per la Libia, dove rimase per servizio sette anni, fino al 1941, quando grazie alla chiamata per l’esonero minerario, come militare lavoratore, poté rientrare, visto che l’11 maggio del 1939 aveva sposato a La Thuile, durante una licenza, Alina. «Sono il più giovane di quattro figli - racconta lo stesso Gilberto Roulet - e siamo cresciuti in una famiglia umile ma dai grandi valori. Come unico maschio vivevo con tre sorelle, Clementina, nata nel 1943 e purtroppo scomparsa a soli 17 anni a causa della leucemia, Adelina del 1944 e Bruna del 1948.»

Il lavoro in miniera era di quelli da rompersi la schiena e pure il polmoni tuttavia, nonostante tutto, papà Graziano lo affrontava con grande caparbietà, perché in mente aveva un sogno da realizzare. «Come se non bastassero le ore trascorse ad estrarre il carbone - ricorda Gilberto Roulet - alla sera papà si dedicava alla costruzione della casa che stava realizzando su un terreno di proprietà dei genitori di mamma Alina, sempre a Buic. Non stava mai fermo e non lo preoccupavano neanche tutte quelle pietre che doveva trasportare e che sarebbero servite per la costruzione della casa. Così dopo tanti sacrifici mamma e papà nel 1952 hanno coronato la loro ambizione, che era quella di vedere la casa finalmente ultimata e soprattutto di poterci vivere. Con la mia famiglia abito ancora oggi a Buic, dove peraltro sono nato appunto il giorno di Ferragosto del 1954, mentre le mie 3 sorelle sono venute al mondo nella vecchia casa di famiglia, poco distante. Quella di Buic è la casa che ho sempre amato, mai ho pensato di cambiare, di trasferirmi, soprattutto per il rispetto degli enormi sacrifici fatti dai miei genitori per realizzare questo loro sogno, che ogni giorno è per me testimonianza della loro volontà e del pesante lavoro di mio papà.»

La Thuile era un paradiso per i più piccoli che potevano giocare all'aperto senza pericoli, con tanti mondi da esplorare nel verde che circondava gli abitati fino al momento di preparare libri e quaderni. «Nel 1960 ho iniziato le scuole elementari e rammento che le classi erano particolarmente numerose, a volte anche con più di venti alunni, e in primavera spesso si usciva nei prati per la lezione. Ho sempre in mente la maestra Flavia, una persona dolce e con noi molto paziente».

Poi però, ultimate le elementari, per frequentare le scuole medie era necessario scendere a Morgex con delle difficoltà di facile soluzione. «I problemi principali erano legati ai trasporti da casa a scuola e viceversa, che prevedevano orari impegnativi per noi ragazzi, tanto che i miei genitori decisero per il collegio dei Salesiani di San Benigno Canavese, dove sono stato appunto per i tre anni di studio. Oltre ad apprendere le diverse materie quell'esperienza mi è stata molto utile considerato che mi venne insegnata anche l'importanza del fare del bene al prossimo, secondo lo spirito proprio a quell'istituto religioso.»

Terminate le scuole dell'obbligo, il percorso dello studente Gilberto Roulet è continuato all'Istituto tecnico commerciale per ragionieri “Innocenzo Manzetti” di Aosta. «Sono stati cinque anni che mi hanno formato per quello che sarebbe stato il mio successivo percorso lavorativo. Vista la distanza da La Thuile durante la settimana ero ospite del Convitto regionale “Federico Chabod” di Aosta, a pochi metri quindi dal “Manzetti” e ricordo molto bene il nostro assistente Carlo Champvillair, una persona eccezionale e sempre disponibile, che sarebbe successivamente diventato rettore.»

Ottenuto il diploma di ragioniere per Gilberto Roulet è arrivato il momento di fare valere quel «pezzo di carta», come si diceva, cosa puntualmente avvenuta. «Nel maggio del 1976, non avevo ancora ventuno anni, a Torino ho partecipato a un concorso istituito dalla Cassa di Risparmio di Torino per l'assunzione di personale da impiegare nelle loro sedi in Valle d’Aosta. Ricordo che a quel concorso, su precisa richiesta dell'allora presidente della Regione, Mario Andrione, avevano partecipato solo concorrenti valdostani. Mi piazzai bene nella graduatoria e così nell'ottobre dello stesso anno ho preso servizio alla filiale della CRT di Valtournenche, dove rimasi tre anni in qualità di cassiere, tre anni veramente belli e grazie al fatto che parlavo il francoprovenzale con i votornen si era creato un rapporto speciale, soprattutto con le persone più anziane. In seguito ho lavorato nella filiale di Morgex e poi in quella del mio paese, La Thuile, sino al 1995, quando venni nominato Sindaco.»

Difatti, Gilberto Roulet non era solo un bancario ma aveva le giuste competenze, e soprattutto la volontà, per assumere degli incarichi di responsabilità. «Dal 1985 e al 1995 sono stato commissario della locale Aiat, cioè l’Azienda di informazione e di accoglienza turistica di La Thuile. Ricordo che nel periodo della mia gestione eravamo riusciti a portare a La Thuile due gruppi musicali parecchio in voga ai tempi, i Nomadi del mitico Augusto Daolio, un personaggio incredibile che fumava come un turco ed era sempre con la sua Gauloise tra le dita, ed i Camaleonti, altro complesso molto popolare. Poi con la nostra squadra di La Thuile, formata da tutti residenti più quattro turisti che venivano aggregati, abbiamo sempre partecipato alle varie edizioni dei “Giochi senza Frontiere” del comprensorio, cioè le simpatiche e divertenti competizioni che si svolgevano annualmente in un’unica giornata, in sedi che si dividevano di volta in volta tra i Comuni oltre il colle del Piccolo San Bernardo, quindi Seez e Bourg-Saint-Maurice, e a rotazione tra i nostri paesi della Valdigne. Personalmente ho vinto due edizioni consecutive della “gara degli spaghetti” e a Pré-Saint-Didier mi ero imposto pure nell’indimenticabile sfida dell’anguria, che risate! Erano giornate veramente emozionanti, tutte all’insegna dell’allegria e dello stare insieme, momenti unici ai quali penso sempre con tanta nostalgia.»

Il 1995 segna quindi l'inizio della sua attività in seno all'amministrazione pubblica, come candidato a Sindaco di La Thuile in una lista civica. «L’ho fatto per amore verso il mio paese - sostiene Gilberto Roulet - e ho mantenuto l’incarico per tre mandati, fino al 2010. Tanti, tantissimi, sono i ricordi di quei quindici anni come Sindaco, anche perché è stato un lungo periodo di profondi cambiamenti per la nostra comunità e per l’intera regione. Come dimenticare ad esempio l’incontro nell’agosto del 2000 con l'allora capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi e le molte iniziative che come Amministrazione abbiamo concretizzato. Sicuramente una delle più importanti è stata la riqualificazione del centro del paese che ha portato, tra gli altri interventi, alla ristrutturazione di due alberghi, il Nazionale e il Dora che erano fatiscenti. Abbiamo poi realizzato sempre in centro il progetto “Konver”, con il recupero delle casermette militari di Arly, riconvertite - appunto “Konver” - nella struttura polivalente di accoglienza turistica e in un parcheggio coperto da duecento posti auto al servizio pure delle funivie. A livello sportivo siamo riusciti ad organizzare a La Thuile nel 2006 l’arrivo di una tappa del “Giro d’Italia” e nel 2008 il passaggio del “Tour de France”. Nel frattempo abbiamo lavorato intensamente al progetto per l’organizzazione a La Thuile di una gara di Coppa del Mondo di sci, che si è poi disputata una prima volta nel 2016 e a seguire nel 2020, gettando però le basi negli anni precedenti, grazie anche alla fondamentale collaborazione di Dante Berthod. Come Sindaco una delle iniziative a me più care era il cosiddetto pranzo comunitario, che cadeva sempre il giorno della festa patronale di San Nicola, il 9 maggio. All’evento aderiva l’intera popolazione, ospitata nel padiglione di Arly, per un momento importante che permetteva di incontrare delle persone magari perse di vista da anni. Al riguardo vorrei sottolineare la preziosa collaborazione di Maria Vittoria Menel, all'epoca assessore comunale alle Politiche Sociali, recentemente scomparsa. Era bello vedere tutta quella gente intorno al tavolo in una giornata di spensieratezza. L’evento veniva organizzato insieme all’allegra brigata della Badoche, con l’amico Lauro Martinet sempre presente con la sua fisarmonica, e ancora oggi questa iniziativa viene riproposta, anche se negli ultimi tempi purtroppo tutto si è fermato a causa della pandemia. In ogni caso approfitto dell’occasione per ringraziare tutti i collaboratori che ho avuto al mio fianco in quella stupenda avventura da Sindaco durata quindici anni.»

Per un quinquennio e precisamente dal 2005 al 2010 Gilberto Roulet è stato pure presidente della Comunità Montana Valdigne Mont Blanc. «Anche in questo caso non sono mancate le iniziative, come la progettazione del depuratore intercomunale di Derby a La Salle, che si è poi concretizzato sotto l’attuale presidenza di Riccardo Bieller. Molto apprezzata era stata l'iniziativa volta a premiare gli studenti del territorio più meritevoli per profitto e ancora per quello che riguarda il sociale non posso dimenticare la giornata dedicata agli anziani della Valdigne, un’altra bellissima iniziativa.»

Nel 2010, pur essendo sindaco Gilberto Roulet assume la carica di presidente delle Funivie del Piccolo San Bernardo al posto di Roberto Stella, generale già comandante della Scuola Militare Alpina di Aosta, rimanendo al vertice della gestione sino al 2013. «Pensate che avevo lavorato alle funivie a vent’anni nel 1974 come battipista. Quindi la società degli impianti rappresentava qualcosa di importante nella mia vita, a livello personale e soprattutto per La Thuile, tanto che nella prospettiva di inserirci nel circuito di Coppa del Mondo abbiamo terminato la realizzazione della pista intitolata al nostro azzurro prematuramente scomparso Franco Berthod, una pista difficile ideata proprio per delle gare di alto livello, come quelle del Circo Bianco.»

Da circa quarant’anni Gilberto Roulet è poi al vertice della sezione Avis di La Thuile. «Ho iniziato a donare il sangue da giovane e ho sempre ritenuto questo gesto molto importante per il prossimo. Nel tempo siamo riusciti ad avere la nostra sede che si trova a Villaret, nei locali del vecchio ambulatorio medico. Posso dire con grande soddisfazione che La Thuile per un certo periodo è risultata al secondo posto in Italia, dietro solo alla città di Firenze, nel rapporto tra donatori ed abitanti. Spero sempre che i giovani capiscano l’importanza della donazione di sangue che può salvare delle vite e che quindi entrino a far parte del nostro gruppo, un gruppo molto attivo che vede l’Avis di La Thuile coinvolta nell’organizzazione delle gare di sci, del podismo e di altre manifestazioni, compresi gli incontri comunitari nella Valdigne.»

Sulla vita di Gilberto Roulet, facendo un bel balzo all’indietro, nell’inverno del 1986 si è abbattuto un vero e proprio ciclone. «Sulle piste da sci ho conosciuto quella che sarebbe diventata poi mia moglie, Tina Rosato, pugliese di origine, trasferita a Milano per lavorare come infermiera all’Ospedale San Carlo. Da quel giorno non ci siamo più persi di vista e il 22 ottobre del 1988 ci siamo sposati a Mesagne, nel brindisino, suo paese di nascita. Ricordo la pioggia di quel giorno e qualcuno ha detto “sposa bagnata sposa fortunata”, così è stato, visto che il nostro matrimonio è tuttora quanto mai felice e ci vogliamo bene come il primo giorno. I miei amici di La Thuile per partecipare alla cerimonia si erano organizzati con il treno e vederli in chiesa mi fece un enorme piacere. Nel 1995 è nato nostro figlio Alexis, oggi grande appassionato di motori.»

Inoltre l’occasione del matrimonio ha permesso a Gilberto Roulet di venire a contatto con una nuova realtà. «Mi definisco un montanaro innamorato della Puglia. Grazie a mio suocero Cosimo mi sono appassionato alla raccolte delle olive e più in generale a tutto quello che riguarda quella terra meravigliosa, compresi i suoi abitanti.»

Il 2010 è stato l’anno della pensione e da allora Gilberto Roulet coltiva la sue passioni come le camminate in montagna e le sciate in compagnia degli amici di sempre e di quelli che si sono aggiunti nel tempo. Ma c'è un’altra grande passione tutta a tinte bianconere che occupa uno spazio importante. «Sono un acceso tifoso della Juventus e negli anni passati andavo frequentemente allo stadio. Purtroppo il 29 maggio del 1985 ero sugli spalti all’Heysel di Bruxelles in occasione della finale di Coppa Campioni con il Liverpool. La nostra fortuna, mia e degli amici con i quali ero allo stadio, è stata quella di trovarci di fronte alla tribuna che sarebbe poi crollata, dove trentanove persone morirono. Ricordo perfettamente di avere detto a Erik Bellotto che mi stava a fianco in quei momenti di grande paura “se esco vivo da qui smetto di fumare” e così è stato. La partita si è disputata in un clima surreale comunque si doveva giocare per tranquillizzare gli animi. Sono juventino da sempre e uno dei miei idoli di ragazzo - rimasto tale anche oggi - era il difensore Sandro Salvadore, un libero elegante e quanto mai essenziale, al quale mi ispiravo anch’io quando giocavo a calcio.»

Non è sbagliato quindi scrivere che Gilberto Roulet a La Thuile è stato “Il Presidente” visti i molteplici incarichi che ha assunto nel suo percorso di vita, tutti portati avanti con professionalità e competenza e pure con tanta umana simpatia, sempre però con quella determinazione che individua in La Thuile e nella gente di La Thuile degli obiettivi da valorizzare, oltre che dei valori identitari da mantenere, come la casa di Buic, piena di ricordi di papà Graziano e mamma Alina, testimonianza che i sogni si possono realizzare a condizione però di lavorare con grande impegno.

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