Gignod, presentato il libro “Il dovere e il ricordo”
Nella serata di venerdì scorso, 25 ottobre, si è tenuta, nel Salone comunale di Gignod, la presentazione del libro “Il dovere e il ricordo - testimonianze di ex combattenti valdostani e dei loro famigliari. 1940-1945” di Umberto Mattone, pubblicato dalla casa editrice End nell’aprile di quest’anno con il patrocinio dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta.
L’evento, organizzato dalla Biblioteca intercomunale di Allein-Gignod, si è aperto con i saluti della sindaca Gabriella Farcoz, seguiti dagli interventi di Vilma Villot in rappresentanza dell’Istituto storico, di Carlo Gagliardi, capogruppo degli alpini di Gignod, e di Viviana Rosi della End.
La parola è passata a Umberto Mattone, il quale ha rievocato il legame di continuità etica e di inquadramento storico con il libro-catalogo fotografico “Soldats - I valdostani nella seconda guerra mondiale”, pubblicato da Musumeci, di cui era stato autore con il compianto Renato Gini nell’anno 2011 grazie all’Assessorato regionale della Pubblica istruzione e Cultura ed al coordinamento di Paolo Maccari, che aveva curato anche un’interessante mostra di uniformi militari nonché la partecipazione alla rassegna “Babel - Festival della parola”. Umberto Mattone ha quindi brevemente illustrato l’articolazione de “Il dovere e il ricordo” in 2 capitoli, il primo dei quali riservato alle narrazioni delle vicende vissute da 29 ex combattenti della seconda Guerra mondiale da lui intervistati e il secondo ad altri 15 soldati, già deceduti ma affettuosamente ricordati dai propri familiari.
Caratteristica della serata, a differenza di altre presentazioni già avvenute in altre località della Valle d’Aosta, è stata la visione delle affascinanti fotografie dei diversi ex combattenti e reduci originari non solo di Gignod ma anche dei paesi circostanti della Coumba Freide, che Umberto Mattone aveva raccolto durante la stesura del libro. Ciò al fine di creare un maggior legame di prossimità e coesione con il territorio e con i presenti, i quali hanno riconosciuto in esse più di un parente, di un amico, di un conoscente. Per ognuno dei volti raffigurati in queste fotografie l’autore ha voluto fornire un dettaglio o un aneddoto, a volte anche divertente, a sottolineare che il libro - nonostante i drammatici messaggi di cui è latore - vuol essere anche e soprattutto un inno alla vita e alla ricostruzione, alla tenacia e alla speranza, al rispetto e alla memoria, all’amicizia tra i popoli ed alla pace.
L’autore non avrebbe potuto concludere la serata senza citare 2 straordinari ultracentenari di Gignod, i cugini Alfonso “Fonce” Pastoret e Enrico “Rico” Tercinod, il primo alpino con il Battaglione Aosta nei Balcani e poi internato militare in Germania, il secondo artigliere nella Guardia alla Frontiera e poi minatore militarizzato nelle gallerie di Ollomont, a suo tempo avvicinati proprio grazie a Paolo Maccari, e le cui testimonianze sono comprese tra quelle dei 29 protagonisti. Degno di nota anche il contributo documentale fornito da Attilia Henriet attraverso uno stralcio del diario di suo padre, l’alpino Fidèle, classe 1917, combattente sul fronte occidentale con il Battaglione Duca degli Abruzzi e nei Balcani con l’Aosta.
Umberto Mattone ha spiegato che, nelle sue intenzioni, questi 3 personaggi del suo libro rappresentavano tutti i paysans, anzi tutti i valdostani, e ancora tutti i figli della nostra bella Italia, scaraventati nei vortici delle varie guerre, che ovviamente non è stato possibile citare ma che gli piace immaginare affiancati con pari dignità nel sempreverde ricordo e nel più doveroso rispetto da parte di tutti.