Geenna: il processo deve essere rifatto La Cassazione assolve Marco Sorbara
Diventa definitiva la sentenza di assoluzione nei confronti di Marco Sorbara, ex consigliere regionale, mentre per gli altri 4 imputati nello stesso processo Geenna con rito ordinario sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Valle d’Aosta - Antonio Raso, Monica Carcea, Nicola Prettico e Alessandro Giachino - si dovrà rifare il processo di secondo grado. Martedì scorso, 24 gennaio, la quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha infatti annullato le condanne nei loro confronti, disponendo il rinvio a diversa sezione della Corte d'Appello di Torino. La Procura generale della Cassazione aveva chiesto la conferma della sentenza di appello.
I giudici torinesi di secondo grado il 19 luglio 2021 avevano assolto “perché il fatto non sussiste” Marco Sorbara dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa (in primo grado il tribunale di Aosta lo aveva condannato a 10 anni) e aveva condannato gli altri quattro imputati, infliggendo: 10 anni di reclusione al ristoratore aostano Antonio Raso, 8 anni ciascuno all'ex consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico e all'ex dipendente del Casinò di Saint-Vincent Alessandro Giachino, tutti accusati di associazione mafiosa, 7 anni all’ex assessora comunale di Saint-Pierre Monica Carcea (accusata di concorso esterno in associazione mafiosa).
Gli imputati avevano sempre respinto le accuse, anche durante il dibattimento. A impugnare la sentenza di secondo grado erano state le difese dei 4 condannati ma anche la Procura generale di Torino, per la parte relativa all’assoluzione di Marco Sorbara e a quella di Antonio Raso dal solo capo di imputazione di scambio elettorale politico-mafioso aggravato con lo stesso Sorbara. Il blitz, con 16 arresti, risale a 4 anni fa, all’alba del 23 gennaio 2019, al termine delle indagini dei carabinieri del Reparto operativo di Aosta e del Ros di Torino iniziate alcuni anni prima e coordinate dalla Dda piemontese. Giovedì 20 aprile è invece fissata l’udienza in Cassazione per gli imputati che sono stati processati con rito abbreviato. Fino al processo di secondo grado, Geenna era stata la prima inchiesta a sancire con una sentenza l'esistenza di una locale di 'ndrangheta in Valle d'Aosta.
Tornano in libertà gli altri 4 imputati
Potrebbero tornare presto tornare in libertà il ristoratore aostano Antonio Raso, l'ex consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico, l'ex dipendente del Casinò di Saint-Vincent Alessandro Giachino (che si trovano in carcere) e l'ex assessora comunale di Saint-Pierre Monica Carcea (ai domiciliari).
L'avvocato Guido Contestabile, che assiste Nicola Prettico, ha già chiesto la revoca della custodia cautelare alla Corte d'appello di Torino: «Il 22 aprile dovranno essere necessariamente scarcerati, l'ordine di carcerazione provvisorio della Corte d'appello di Torino è chiaro. Entro quella data è impensabile che il processo possa andare a definizione» con una nuova sentenza di secondo grado e la pronuncia della Cassazione su un'eventuale nuova impugnazione. «Attesa - aggiunge il legale - l'evidente approssimazione dei termini di decorrenza e l'inutile afflizione di una misura cautelare, ne ho chiesto la revoca o la sostituzione».
Le reazioni alla sentenzaDopo la sentenza che lo ha definitivamente assolto, Marco Sorbara dichiara: «Finalmente mi sento libero. Sono trascorsi 4 anni esatti dall’inizio del mio incubo. Oggi è finita veramente. Mi sembra tutto un sogno. È stata messa fine a un’ingiustizia, sono felice ma mi sento distrutto, come uomo, come politico e persona». E aggiunge: «Non so perché mi sia successo questo. Non c’era nulla. Pensavo solo a come farla finita. Continuavano a ribadire le accuse, sostenevano che con il mio comportamento avessi agevolato la ‘nrdina locale, ma di fatto, anche nelle motivazioni della sentenza, non c’era un solo elemento concreto».
Il suo avvocato è il fratello Sandro che afferma: «E’ il momento della soddisfazione dopo anni di ingiusta arbitraria incomprensibile ingiustizia. Una indagine, una sentenza del Tribunale di Aosta basata sul nulla, con palesi evidenti contraddizioni logiche-giuridiche, totalmente ribaltata dalla Corte d’Appello di Torino e integralmente confermata con rigetto per inammissibilità del ricorso della procura di Torino dalla Corte di Cassazione. Nonostante questa drammatica esperienza, credo ancora nei valori della giustizia e in particolar modo negli uomini di legge che hanno con dedizione e capacità vagliato con attenzione ogni pagina del fascicolo riguardante Marco che ha portato ad una totale assoluzione chiara limpida incontestabile fin dall’inizio di questo incomprensibile procedimento a suo carico».
In una nota l'Union valdôtaine esprime «La sua piena solidarietà a Marco Sorbara e alla sua famiglia, per il terribile calvario che hanno dovuto sopportare». All'epoca dell'arresto Marco Sorbara era uno dei consiglieri regionali del movimento autonomista. Secondo l'Uv la sentenza della Cassazione «Segna la fine dei dubbi spesso innescati da sentimenti populisti di giustizia che nulla hanno a che fare con il buon lavoro della giustizia, anch'essa vittima di un sistema giudiziario lento e poco razionalizzato. Sentimenti di giustizialismo da cui è stato condizionato lo stesso movimento».
Nella nota l'Uv ripercorre alcune delle principali vicende giudiziarie che recentemente hanno toccato la politica valdostana, «4 uattro anni durante i quali l'Union valdôtaine è stata sommersa da epiteti e accuse che l'hanno caricata di enormi responsabilità, mettendo in discussione il proprio operato anche sul piano etico». In questo senso «Le vicende di Geenna, Egomnia e Corte dei Conti (Casinò di Saint-Vincent) devono diventare di insegnamento per tutti affinché prima di esprimere qualsiasi giudizio, si ricordi che l'articolo 27 della Costituzione Italiana stabilisce che “L'imputato non è considerato colpevole fino a quando non è condannato definitivamente”. Una garanzia troppo spesso trascurata a favore di processi mediatici che distruggono solo la vita delle persone».
Anche Renaissance valdôtaine in una nota «Esprime la massima solidarietà al dottor Marco Sorbara e alla sua famiglia» che hanno visto chiudersi la vicenda giudiziaria che ha portato Marco Sorbara «All’abbandono forzato della carriera politica e lavorativa, all’arresto, al carcere, alla gogna mediatica e alle conseguenze sul piano personale e familiare di queste vicende altamente traumatiche».
Le perplessità di LiberaIn merito alla setenza della Corte di Cassazione, Libera Valle d’Aosta sottolinea che «Va rispettata, ma ci lascia perplessi». L’associazione precisa di attendere di leggere le motivazioni e aggiunge: «Nel rispetto dei ruoli la giustizia deve fare il suo corso, noi come Libera continueremo a seguire il nuovo processo presidiando le aule di giustizia per fare la nostra parte con il coraggio della denuncia e la forza della proposta. È importante mantenere alta l’attenzione sulla presenza delle mafie e sui fenomeni di corruzione, intensificare il nostro impegno sul territorio, nella scuola, nell’università, nella ricerca della verità, affinché i cittadini e cittadine possano recuperare la fiducia nella politica e nelle istituzioni in un territorio in cui si fatica a riconoscere la presenza e la pericolosità delle mafie».