Gara di solidarietà dei valdostani per l’Ucraina aggredita dalla Russia
Martedì 2 marzo la sala dell'oratorio di Sant'Orso era stracolma di materiale per l’Ucraina. Il buon cuore dei valdostani è tutto lì, in quella fila continua di gente che senza sosta scarica sacchi con dentro indumenti, alimenti e medicinali. Per aiutare a smistarli, 3 giovani seminaristi ucraini si danno da fare. Ivan Dobrotiuk è 1 di loro, da 2 anni in Italia, studente a Roma all'Università Cattolica Orientale. «Sono veramente commosso dalla dimostrazione di affetto che i valdostani hanno per il mio popolo - commenta Ivan Dobrotiuk - perché la mia gente adesso ha bisogno di tutto». E lo dice pensando alle bombe che stanno cadendo su Mikolaiv, la sua città. Petro Harbuz invece proviene da Leopoli. «La mia gente sta soffrendo, anche i civili adesso stanno combattendo per la patria e tra di loro si contano tante vittime, tra i quali numerosi bambini» riferisce Petro Harbuz.
Terzo seminarista è Vladyslav Klyutsuk, nato in Italia da genitori ucraini provenienti da Kamianets Podilskyi, cittadina nella parte occidentale del Paese. Tra un pacco e l'altro Vladyslav ha solo il tempo di dire che «Mai bisogna arrivare alle armi, perché la guerra è un'avventura senza fine». Giornata di raccolta e di preghiera nella chiesa di Sant'Orso, gremita di valdostani ma anche da una numerosa comunità di ucraini, donne soprattutto. Il vescovo Franco Lovignana, che celebra la Messa accanto al parroco don Aldo Armellin e a padre Josaphat Andry Koual, monaco brasiliano, si rivolge proprio alla parte ucraina con parole di fratellanza: «A voi che sicuramente portate grande sofferenza e angoscia pensando alle persone che sono nelle vostre case, sperando che il Signore misericordioso possa toccare anche il cuore dei violenti». Don Aldo Armellin testimonia un continuo e incessante avvicendarsi di valdostani «Che portano i loro doni ma soprattutto manifestano la loro solidarietà, preoccupazione e desiderio di aiutare in qualche modo le persone». Nella sala dell'oratorio intanto, Halyna Malynovska, badante proveniente da Leopoli, sistema i pacchi pronti a partire: «C'è di tutto ma quello che più serve sono medicinali, fasce e garze per tamponare il sangue».
Il primo carico è già giunto in Ucraina mercoledì 3, in uno dei tanti viaggi programmati, e il materiale viene distribuito nei 3 centri Caritas di Leopoli, Ivano-Frankivsk e Ternopil. «Siamo arrivati in Ucraina! Volevo ancora ringraziare tutte le persone che hanno partecipato con grandissima generosità e affetto!», scrive sui social Yurii Kvartiuk. Collaboratore da 10 anni della parrocchia di Sant'Orso, prima di partire aveva già annunciato la sua intenzione di arruolarsi. La parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans, che ha proseguito il lavoro di quella di Sant’Orso, ha raccolto 10 tonnellate di materiale per la popolazione ucraina che sono state inviate con un Tir ieri, venerdì 4. Intanto, in una nota, il Comitato regionale Valle d'Aosta della Croce rossa italiana ha sottolineato che «La raccolta fondi costituisce il metodo più efficace per velocizzare l'afflusso, in quanto l'acquisto di grosse partite di derrate alimentari nei paesi direttamente confinanti (Polonia e Romania) consente di dimezzare i tempi di consegna e snellire la catena logistica, limitando i costi di trasporto il cui risparmio sarebbe reinvestito nell'acquisto di ulteriori materiali».