Fulvio Borbey, arriva la pensione dopo 41 anni di servizio per l’Arev

Fulvio Borbey, arriva la pensione dopo 41 anni di servizio per l’Arev
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«Sono passati così in fretta, tanto da non rendermi ancora conto che è già arrivato il momento della pensione.» Eh già! Che cosa saranno mai 41 anni di lavoro sulle spalle? Il fortunato in questione è Fulvio Borbey di Pollein, uno dei pilastri storici dell’Arev, l’Associazione regionale degli allevatori valdostani che da domenica scorsa, 1° gennaio, primo giorno del 2023 è ufficialmente un pensionato.

Classe 1965, Fulvio Borbey ha iniziato all’Arev nel 1981, andando nelle stalle di Pollein, dove anche la sua famiglia ne ha una, a pesare il latte, per i controlli periodici sulla qualità. «Ho cominciato all’Arev - ricorda Fulvio Borbey, figlio di Aldo e di Angiolina Lucianaz - grazie ad Emanuele Dupont, all’epoca direttore, questo mio percorso durato 41 anni, con un primo periodo, fino al 1983, interrotto dal servizio militare nella Compagnia Comando del Battaglione Aosta, terminato il quale nel 1985 da dipendente stagionale ho ripreso la collaborazione con l’Arev, pur occupandomi della piccola azienda zootecnica di famiglia che abbiamo ancora oggi a Pollein, oltre che in estate del mayen di Barrier sulla collina di Gressan. Nel 1987 si è presentata l’occasione di un concorso per essere assunto a tempo indeterminato dall’Associazione per un posto di controllore zootecnico, in pratica colui che segue una serie di servizi a livello nazionale riguardanti i controlli funzionali del latte: quindi le analisi e le pesate di ogni singola vacca in lattazione, stalla per stalla. E da allora eccomi arrivato qua, a parlare di pensione.»

C’è stato però un momento di «défaillance» nella vita di Fulvio Borbey quando nel 1989 il padre Aldo scompare per un malore improvviso. «Dovetti prendere in mano le redini dell’azienda, tanto da avere pensato anche di lasciare l’Arev. Ma poi è subentrata la ragione e ho portato avanti entrambe le cose, grazie anche all’aiuto fondamentale di mia sorella Olga e di nostra mamma Angiolina.»

La vita poi, si sa, continua. Ed è così che nel 1993 Fulvio Borbey mette a sua volta su famiglia sposando Ida Segor di Aymavilles, insegnante elementare, che lo rende felicemente padre di Maurizio (nato nel 1994, oggi dipendente dell’Institut agricole régional dopo la laurea in Agraria e soprattutto tecnico della nazionale italiana di fondo dopo essere stato atleta di buon livello) e di Federica, classe 1996, impiegata all’Anaborava, l’Associazione nazionale bovini di razza valdostana con sede a Gressan.

Fulvio Borbey, oltre al suo lavoro di controllore, con la maggior parte degli anni trascorsi a supporto degli allevatori dell’alta valle, è sempre stato parte attiva pure nell’organizzazione di Alpages Ouverts, l’iniziativa avviata nel Duemila dall’Arev. «Ricordo molto bene - racconta Fulvio Borbey - il primo appuntamento a Pesse dei fratelli Viérin, a Saint-Pierre, dove Livio Munier, nuovo direttore dell’Arev, lanciò l’idea di Alpages Ouverts. Questa manifestazione itinerante è stata un’esperienza bellissima che mi ha permesso di visitare molti degli alpeggi presenti sul territorio regionale che non conoscevo. Come anche di conoscere e di instaurare dei rapporti con molte persone e di creare delle opportunità di confronto anche con gente di fuori valle. Oggi posso dire che continuerò a partecipare ad Alpages ouverts, però da turista. In attesa che anche mia moglie Ida vada in pensione per poterci dedicare ancora di più alle camminate in montagna.»

Senza mai dimenticare, Fulvio Borbey, che qualche bella reina la qualifichi tutti gli anni per la finale della Croix-Noire e che recentemente la qualità dei Borbey ha ottenuto pure importanti risultati nel vicino Vallese svizzero, soddisfazioni che non si raccontano ma che a chi ha dedicato la vita al mondo agricolo aprono il cuore.

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