Franco Lovignana nuovo presidente dei vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta

Franco Lovignana nuovo presidente dei vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta
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Monsignor Franco Lovignana, vescovo di Aosta, è il nuovo presidente della Riunione della Conferenza Episcopale Piemontese, che comprende Piemonte e Valle d’Aosta. L’elezione è avvenuta durante i due giorni di riunione in Valle d’Aosta, mercoledì e giovedì scorsi, 5 e 6 ottobre. Franco Lovignana è segretario uscente, dopo 10 anni non avrebbe più potuto ricoprire l’incarico, ed era necessaria una nuova elezione dopo che monsignor Cesare Nosiglia è diventato presidente emerito (tra l’altro ha compiuto 78 anni proprio mercoledì 5).

Vice presidente è monsignor Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, mentre il ruolo di segretario è ricoperto dal vescovo di Mondovì Egidio Miragoli. «Da quando esiste la Cei regionale - spiega Franco Lovignana - il presidente è sempre stato l’arcivescovo di Torino. Ultimamente però anche in altre regioni come la Sicilia, la Sardegna o l’Umbria non è più la diocesi capoluogo ad esprimere il presidente. Il ruolo è legato ad un eletto, non più alla città». La Cei è l’organismo che coordina l’attività dei vescovi della regione e il presidente ha il compito di assicurare il buon funzionamento degli incontri, di rappresentare la realtà regionale a livello nazionale. Esiste anche un consiglio permanente di cui da mercoledì scorso fa parte pure Franco Lovignana. «Sarà una sfida - spiega il Vescovo - un lavoro di coordinamento ma anche un impegno per favorire fraternità e comunione tra di noi, A livello nazionale siamo più di 200 vescovi, qui siamo 15, una realtà più piccola che permette il confronto per affrontare le situazioni che ci si propongono». All’inizio di novembre, la presidenza si riunirà per impostare i lavori, che vedranno anche la ricaduta di nuovi approcci, come quelli che monsignor Lovignana sta già proponendo in Valle d’Aosta: «Si sceglie un tema principale, presentato da qualcuno esperto e poi si procede secondo un foglio di lavoro già organizzato, non chiedendo più riflessioni a caldo, rincorrendo i temi. Ci sarà più lavoro nella fase di preparazione, ma siamo tutti concordi. Ormai abbiamo imparato ad usare anche la tecnologia, però sarà importante trovarsi almeno qualche volta in presenza, per lavorare fianco a fianco al tavolo e poi condividere il pranzo».

L’incontro con i sindaci

Tra gli appuntamenti importanti della settimana vi è anche l’invito, inconsueto, che monsignor Franco Lovignana ha indirizzato ai sindaci dei Comuni valdostani, martedì 11 in vescovado. «Non posso certo convocare i sindaci - commenta il Vescovo - e mi sono anche confrontato con il Celva. Il mio è un invito, per creare occasioni di ascolto attraverso i canali extra ecclesiali, anche se alcuni sindaci si sono già espressi nelle parrocchie. In questo caso, sono invitati come primi cittadini di una comunità e non come fedeli».

Il discorso più ampio, all’interno del quale si colloca l’appuntamento, è quello della riorganizzazione della Diocesi, con la proposta di accorpamento delle parrocchie. «Voglio parlarne con loro - continua monsignor Franco Lovignana - informarli ufficialmente e soprattutto ascoltarli, perché ritengo che i sindaci siano in questo momento le persone più vicine alla gente, il loro è un compito molto grande di presidio del territorio come spazio umano, ho molta stima per il loro servizio».

«È la prima volta che faccio una cosa del genere - aggiunge - si tratta di un invito che nasce dal discorso sinodale, ma è anche occasione di ascolto e incontro reciproco. Ho dialoghi aperti con alcuni sindaci: andando nelle parrocchie, spesso il sindaco è presente e abbiamo occasioni di scambio, momenti alti di confronto. Questa di martedì non è un’occasione che capita normalmente, spero che sia raccolta».

Alcuni argomenti sono particolarmente attuali: «Oggi una delle urgenze, nella quale la chiesa può dare contributo, anche se non è compito primo nostro, è ricucire il tessuto sociale. - illustra - Anche nei paesi è sfilacciato. Lo vediamo nelle celebrazioni, nella crisi delle associazioni e dei volontari. Proponiamo questi incontri per creare una rete di relazioni e di servizio più ampia, i nostri paesi perdono popolazione ogni anno che passa, non sono realtà grandi eccetto alcune. E poi non tutti partecipano alla vita della parrocchia e il potenziale è molto ridotto. Il messaggio che voglio trasmettere è che non vogliamo in nessun modo mortificare o colpevolizzare le realtà più piccole, ma valorizzare tutti».

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