Franco Chaberge, il padre del Soccorso alpino con i cani

Franco Chaberge, il padre del Soccorso alpino con i cani
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Se ne è andato per sempre sabato scorso, 6 novembre, Franco Chaberge. Se ne è andato il vero padre del Soccorso alpino valdostano e nazionale con le unità cinofile.

Fu lui infatti prima di chiunque altro a capire quanto fosse importante per la Valle d’Aosta dotarsi di una organizzazione strutturata di unità conduttore-cane per la ricerca e il soccorso su valanga. Bijoux fu il suo primo cane con cui iniziò a frequentare in Francia i corsi per conduttori. Poi arrivò Therry, femmina di pastore tedesco con cui Franco Chaberge diventò istruttore fino a diventare, nel 1988, delegato nazionale «cani da valanga» per la Valle d’Aosta.

Franco Chaberge (foto), che aveva compiuto 82 anni lo scorso 25 settembre (era nato nel 1939), ha chiuso gli occhi nel letto dell’Ospedale Beauregard dove era ricoverato da qualche tempo per le complicanze sorte dopo la frattura di un femore. Aveva superato tante difficoltà di salute negli ultimi 20 anni.

Per l’ultimo saluto a Franco Chaberge ai piedi del Gran Paradiso (i funerali si sono svolti a Cogne lunedì scorso, 8 novembre) sono arrivate da ogni parte della Valle d’Aosta persone appartenenti al Soccorso alpino valdostano di ieri e di oggi, rappresentanti della Guardia di finanza e suoi colleghi anche dalla Francia. Ma il tributo più grande è stata la presenza dei cani da valanga.

Renzino Cosson era l’amico fraterno di Franco Chaberge. E lo ricorda così: «Quando hai un amico, hai un tesoro. Quando lo perdi, perdi il tesoro. E io ho perso un grande amico. Però la vita va avanti. Ho avuto nella mia vita la fortuna di conoscere persone come lui e Franco Garda che, in realtà, hanno messo in piedi il soccorso alpino in Valle d’Aosta. E particolarmente per i conduttori cani da valanga, Franco era una persona molto apprezzata a livello nazionale e internazionale. I suoi veri amici erano i cani con i quali aveva un rapporto particolare. Aveva una grande passione e quello che ha fatto Franco Chaberge per la Valle d’Aosta è stato qualcosa di grande. Anche se per la gente comune è più facile dimenticare. Franco era una persona che ha dato tanto e chiesto niente. Ormai in Valle d’Aosta si è ormai più propensi a dimenticare cosa è stato fatto ed è un albero che prima o poi cade. Se la gente non si ricorda che anche l’albero ha delle radici è difficile riconoscere i meriti a chi spettano. A Franco spetterà per sempre il riconoscimento dei suoi meriti».

Da ieri, venerdì 13 novembre, le ceneri di Franco Chaberge riposano nel cimitero di Cogne. La famiglia posizionerà poi una lapide in suo ricordo in cima al Montseuc dove lui, nel 1982, aveva sistemato una croce. Lassù, dal 1965 al 1987 anno della pensione, Franco Chaberge aveva trascorso parte della sua esistenza lavorando dapprima come operaio, poi come macchinista, fino a diventare caposervizio della società che gestiva le Funivie Gran Paradiso. Per lui quello era un posto speciale. Un posto magico da dove il suo sguardo poteva spaziare sulla valle di Cogne e le montagne circostanti.

La scomparsa di Franco Chaberge lascia un grande vuoto nella comunità di Cogne.

«La nostra è una famiglia molto unita e lui era il nostro punto di riferimento. - parole della moglie Graziella Rosset e delle figlie Manuela e Paola - Era una persona forte e che, nonostante soffrisse di problemi di salute da anni, non si è mai lamentato della vita. Ha superato molti ostacoli con una grande forza di volontà. E ci ha sempre insegnato tanto. Seppure lui ci abbia lasciate per sempre, siamo consapevoli che adesso lui non soffre più come ha sofferto in questo ultimo periodo».

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