Frana, incubo di Ferragosto Stato di eccezionale calamità a Oyace e Bionaz

Frana, incubo di Ferragosto Stato di eccezionale calamità a Oyace e Bionaz
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A seguito "delle importanti colate detritiche verificatesi nei bacini dei torrenti Baudier e Varère durante la serata del 14 agosto", il presidente della Regione Renzo Testolin, ha firmato il decreto di dichiarazione di stato di eccezionale calamità sul territorio dei Comuni di Bionaz e Oyace.

"Tale provvedimento - si legge in una nota - è stato assunto considerate la straordinarietà e l'intensità dell'evento e la rilevanza degli interventi posti in essere".

Insomma, dopo l’incubo di Ferragosto, con la pioggia e la frana che ha isolato la zona, si prova a tornare alla normalità. E considerato l’andamento dei lavori di ripristino, proprio ieri - venerdì 18 - sono state previste fasce di apertura della strada regionale numero 28 della Valpelline. Per la giornata di oggi, sabato 19 agosto, è stata mantenuta l’apertura parziale del traffico pedonale e veicolare, dal km 11,400 - località La Rissa (Comune di Oyace) al km 17,700 - località Les Places (Comune di Bionaz), con alcuni tratti intermedi regolamentati a senso unico alternato, nelle seguenti fasce orarie: dalle 5 alle 8, dalle 10 alle 10.30, dalle 12 alle 13.30, dalle 15 alle 16 e dalle 18 alle 22. Domenica 20 agosto l’apertura della strada sarà, invece, garantita in via continuativa dalle 5 alle 22.

Per la giornata di lunedì 21 agosto, salvo diverse indicazioni del caso, csi confermano le fasce di apertura previste per la giornata di sabato.

Per ragioni di sicurezza durante le ore notturne (dalle 22 alle 5) la strada regionale rimarrà chiusa al traffico nel tratto in questione. Sarà sempre garantito il passaggio dei mezzi di soccorso.

Si è abbassato di almeno 5 metri l'alveo del Varère. Guardando gli argini salta agli occhi la differenza tra la parte scura e la parte chiara: i detriti che si sono depositati con le frane del 14 agosto.

I lavori di ripristino dopo le frane del 2022 e oggi si riparte da zero e quel che si chiede ora è una soluzione a lungo termine. Uno studio esiste: la costruzione di un vallo a protezione del punto di confine tra i 2 comuni.

Però sta diventando una corso contro il tempo: delle 7 colate registrate dal 1998, 3 si sono concentrate negli ultimi 5 anni.

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