«Fraintesa la mia frase sul “trattamento speciale” da riservare ai No Vax»
Commentando il passaggio della Valle d'Aosta in zona arancione, l'assessore regionale ai Beni Culturali, Jean-Pierre Guichardaz, in un post su Facebook, aveva invocato dei «Trattamenti speciali» per coloro che «Scientemente scelgono di sfidare la malattia e di lasciare che ad inocularsi siano gli altri con la scusa della dittatura sanitaria o di altre amenità meriterebbero davvero un trattamento speciale». Le dichiarazioni dell'assessore avevano scatenato l'ira del web, al punto da convincerlo a preparare un esposto alla Polizia postale. Ma non solo. La questione è stata portata all'attenzione del Consiglio Valle nella seduta di mercoledì 26 gennaio dal capogruppo della Lega Andrea Manfrin con un question time.
«Il post riferito al “trattamento speciale”, che ha scatenato le ire degli internauti, con minacce fisiche non solo a me, ma anche alle persone a me vicine - ha risposto l’assessore Jean-Pierre Guichardaz - aveva come unico scopo di raccontare il mio punto di vista personale sul tema dei No Vax ricoverati causa Covid e cioè che se dipendesse da me, ma non dipende da me, trattandosi di misure che solo il livello nazionale può prendere, applicherei il modello immaginato dal Québec», stabilendo «Una tassazione supplementare, valutata anche tenendo conto del costo evitabile», visto che «Una occupazione in Rianimazione costa circa 3.000 euro al giorno e in reparto Covid più o meno la metà». L’assessore Jean-Pierre Guichardaz ha quindi ammesso che «Può essere che io abbia usato parole travisabili e particolarmente dure», scusandosi pubblicamente per «Aver dato la sensazione di suggerire altre tipologie di trattamenti speciali». Perché, ha assicurato l’assessore Jean-Pierre Guichardaz, «Non era mia intenzione trasmettere quel messaggio e credo di aver chiarito il significato di quella frase in periodi non sospetti e ben prima che la polemica scoppiasse». Nella replica, il leghista Andrea Manfrin ha sottolineato il mancato intervento sulla vicenda del presidente del Consiglio Alberto Bertin, «Che mentre nel passato aveva profusamente diffuso l'invito ad abbassare i toni in questa occasione è particolarmente silente».