Fortunato Fristachi, il portiere dallo stile essenziale nato nel Quartiere Cogne

Fortunato Fristachi, il portiere dallo stile essenziale nato nel Quartiere Cogne
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Non era alto di statura “Nato” Fristachi, eppure è stato un portiere che ha segnato un’epoca nel calcio valdostano tra gli anni Sessanta e Settanta. Il suo primo campo di gioco furono le strette vie e gli spiazzi tra il verde delle Case Operaie, dove abitava dalla nascita, avvenuta ad Aosta il 14 settembre del 1941, figlio di Giuseppe e Maria Cama e fratello di Giuseppina, Franca e Rosina. Da via Liconi la passione per il calcio spaziava in ogni angolo del quartiere, squadre e squadre di ragazzini, figli dei dipendenti dello stabilimento che appena cominciava le belle giornate non vedevano l’ora di scendere in strada con un pallone e di tornare a casa con ginocchia e gomiti sbucciati.

Dopo la scuola di avviamento professionale, Fortunato Fristachi trovò il primo impiego da “bocia” proprio di fronte a casa, alle Officine Siggia, dall’altra parte di corso Battaglione Aosta, vicino alla polveriera militare. A quattordici anni per “Nato” iniziò pure la carriera nel calcio, notato dai dirigenti della Sant’Orso, che lo vollero nella formazione Ragazzi, capitanata da Sandro Camera. Qui nacque il suo stile, essenziale e poco spettacolare, soprattutto concreto ed affidato ad un fisico molto atletico, un portiere di posizione si diceva all’epoca, attento al gioco e sempre pronto a guidare la difesa.

Nel 1959, Fortunato Fristachi passò alla Giorgio Elter, la squadra del suo quartiere, sempre categoria Ragazzi - allora dai quattordici ai diciannove anni - e vittoria finale del campionato. Quindi in primavera i giovani aostani passarono alle fasi regionali ed a maggio del 1960 sfidarono i biellesi della Tronzanese, “Nato” venne schierato all’ala lasciando la difesa della porta a Valdimiro Polesel e proprio un suo gol di rapina nel finale decise l’incontro, a dimostrazione che con i suoi piedi e la sua volontà avrebbe potuto giocare in ogni zona del campo.

Convocato più volte nella rappresentativa valdostana Ragazzi, da allora Fortunato Fristachi divenne un elemento fondamentale nella storia dell’Anpi Elter, nata nel 1960, contribuendo in maniera decisiva alla scalata progressiva che portò gli aostani dalla Terza categoria alla Promozione.

Sposato nel 1966 con Maria Ini, per tutti Dolores, in quello stesso anno si trasferirono a Strambino, perché aveva trovato impiego all’Olivetti di Scarmagno e dove giocò un anno nella Strambinese, ma il richiamo dell’Anpi Elter e dei suoi compagni era troppo forte per lui, sempre positivo ed allegro nello spogliatoio, fondamentale per accogliere i nuovi e per cementare il gruppo. Pur abitando in Canavese ogni fine settimana tornava - vuoi per il calcio, vuoi per la famiglia - quindi ad Aosta dove sono nati i figli Roberto nel 1969 ed Alessandro del 1975.

Nel frattempo “Nato” aveva deciso di chiudere con il calcio agonistico dopo avere raggiunto l’ambito per l’epoca traguardo della Promozione e dello storico, e mai più ripetuto, derby con l’Aosta della stagione 1973/1974, alternandosi in porta con Giuseppe Favazza.

A trentatré anni passò tra i veterani dell’Anpi Elter e poi nel 1980, con il definitivo trasferimento ad Aosta, rifiutando un avanzamento all’Olivetti ed accettando un posto alla Cogne, diventò una presenza fissa sugli spalti del Tesolin a seguire la “sua” squadra, allora in Prima categoria, con a fianco l’amico di sempre Vittorio Padovani, anche lui con un passato da portiere a Ferrara.

Quando il figlio di Vittorio, Roberto Padovani cominciò a giocare a pallacanestro, iniziando un percorso che lo avrebbe portato ad essere la bandiera del basket valdostano, Fortunato Fristachi da grande appassionato di sport quale è sempre stato si avvicinò pure alla palla a spicchi, così tanto che i due figli Roberto e Alessandro divennero a loro volta bravi giocatori.

Malgrado i turni allo stabilimento, “Nato” - che sapeva fare di tutto - diventò pure decoratore, un’attività che poi ha continuato con il suo figlio primogenito Roberto, fino a pochi anni fa, lavorando ovunque in Valle d’Aosta accompagnato dallo spirito scherzoso, che era una componente fondamentale del suo carattere, tanto che gli piaceva sottolineare che nella vita aveva sempre fatto il “bocia”, prima da Siggia, poi all’Olivetti, quindi accettando di ricominciare tutto alla Cogne, poi dopo la pensione del 1995 come “esperto” assistente del figlio.

Tanti erano comunque rimasti gli amici dell’Aosta di un tempo che frequentava assiduamente, con l’immancabile appuntamento da Papà Marcel in Croix de Ville, dove con Romano Faccenda e Silvano Manazzale erano interminabili le discussioni di sport, dal calcio al basket, alla Formula Uno, perché a “Nato” Fristachi piacevano tutti gli sport, un vizio di famiglia, una passione così radicata che non poteva non coinvolgere anche la sua unica ed amata nipote Sara, studentessa di Scienze motorie, cestista in gioventù e poi brava tennista, attualmente allenatrice federale di tennis a Torino oltre che ufficiale di campo nella pallacanestro piemontese.

Quando una banale caduta ha fratturato il femore di Fortunato Fristachi tutti hanno pensato che la sua forte tempra lo avrebbe restituito in breve tempo ai suoi cari, invece un’infezione polmonare lo ha portato in rianimazione e il virus bastardo ha fatto il resto. Nella serata di mercoledì scorso, 7 aprile, “Nato” si è staccato dalla vita e alle 10.45 di oggi, sabato, al cimitero di Aosta i ricordi del suo calcio, dalle stradine del Quartiere Cogne allo Stadio Puchoz, lo accompagneranno per l’ultimo viaggio.

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