«Forse è meglio che il Carnaval de Verrès sospenda almeno temporaneamente la definizione “historique”»
Qualcuno disse: “Un bel tacer non fu mai scritto.”. Io invece dico: “Non taccio, e scrivo.” Dell'ultima rappresentazione in piazza René de Challant “Una partita a scacchi” di Giuseppe Giacosa ebbero a distinguersi: Roberto Mirteto che lesse il prologo e, come sempre, Marcello Cerchiaro, Renato. Per il resto, “laissons tomber”. Per ciò che riguarda Filiberta, ai tempi della partita a scacchi, le unghie laccate di rosso non esistevano certamente e neanche gli urli che abbiamo sentito dopo la rappresentazione della pièce.
Due parole sulle ragazze che con i tamburi danno il tempo anche alle chiarine (con baffi, e quant'altro pitturato in faccia). Cosa rappresentano? Per non parlare delle “arciere di Caterina”. Una bella trovata, che però è bene che ci venga spiegato da uno storico, o storica di Verrès, che non mancano di certo. Per quel poco di storia che ho letto e conosco, le arciere di Caterina non le ho mai trovate da nessuna parte. Strano. Come è stranissima la corsa delle botti di Caterina di Challant, trovata a dir poco pacchiana e non storica.
Il palafreniere: bisogna sapere bene chi sono, in primis quindi farli sfilare nel modo consono al loro lavoro. E’ giusto che si divertano anche i bambini, ma messi al loro posto. I ragazzini devono fare i paggetti in mezzo alle coppie che sfilano e magari, se non è troppo impegnativo, gli si dà un cuscino con lo stemma del casato dei Preclari Conti di Challant che rappresentano.
Il comitato del Carnevale dovrebbe ripristinare la famosa lotta dei due uomini forzuti: Poguelin de Grinda di Giorgio di Challant e Jehan Lestournel del re di Francia, quando quest'ultimo fu ospite di Giorgio al castello di Issogne re Carlo VIII nel 1494. Questo spettacolo è stato ricordato nei primi anni del Carnevale, forse due o tre volte, ricordo che veniva riproposto dietro al castello di Verrès, peccato che non ci siano foto. E per finire debbo anche ricordare tante altre cose non più fatte.
La giostra del saraceno: fantascienza, scusate. Su come si sfila, si veda il "Palio dei Micci", organizzato dalla Pro Loco di Querceta, soprattutto senza entrare nei bar quando si sfila e qui mi fermo, forse è meglio.
Ai signori del comitato mi permetto di suggerire di sospendere almeno momentaneamente la parola "historique", che sarebbe cosa buona e giusta. E’ sufficiente "Carnaval de Verrès" per ora. Con tutto il rispetto.
Se ho leso la sensibilità di qualche luminare di questo comitato, come ex gran ciambellano, me ne dispiace. Però, il buon gusto è il buon gusto. Ma... il buon gusto, non l'ho visto. Non l'ho visto tantomeno con le ragazze "tamburine" in "barba" alla storia.
Riguardo a Francesco I conte di Challant, di figlie ne ebbe quattro, non solo due, la storia specifica bene.
E per finire senza gloria, ai tempi di Caterina esisteva la piazza sotto la chiesa di Saint Gilles, sito Martorey oggi, piazza Renato di Challant dove Caterina ballò con il popolo. Quindi il comitato si inventò la "quadriglia", danza francese. Peccato che sia nata qualche secolo dopo Caterina, anche se tutto sommato è accettabile. Smettiamo di raccontare favolette come il colore dei vestiti del conte e della contessa, tiri con arco e balestra, voli di rapaci. Per piacere... "Vive Introd e Madame de Challant”.