Forme e sostanze

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Senza bisogno di essere analisti politici, è ormai chiaro a tutti che siamo entrati in piena campagna elettorale per le elezioni europee; mentre ci auguriamo che prima o poi le date delle consultazioni vengano fatte slittare per evitare che ogni governo centrale in carica si trovi in una costante campagna elettorale, che ovviamente sfalsa gli atteggiamenti di governo dalla linea centrale di lavoro che si avrebbe, occupiamoci della nostra regione. Infatti basta farsi un giro a Roma per capire come parla di Regione a Statuto speciale sia considerato un sinonimo di privilegio. Nè più nè meno.

I privilegi, specie se datati nella storia, non vengono mai visti di buon occhio da chi non li possiede, figuriamoci quanto è quindi ardua la strada per chi vorrebbe accrescerli invece che “democratizzarli”.

Fatta questa banale ma doverosa puntualizzazione, in una fase di campagna elettorale aperta, i Presidenti delle Regioni a Statuto speciale hanno pensato di chiedere al governo centrale italiano un ampliamento di questi privilegi.

Per valutare se si tratti di una richiesta sensata, bisognerebbe conoscere i contenuti della bozza presentata, ma in ogni caso ricordiamo che gli Statuti speciali di autonomia sono nati anche per compensare ed aiutare delle comunità disagiate per una geografia di confine o isolana e quindi caricate di maggiori gravami ad esempio per i trasporti.

Richiedere perciò un aiuto supplettivo al governo nelle rispettive autonomie amministrative e finanziarie può avere un senso se questo rappresenterà un adeguamento con i tempi, visto che alcune autonomie - come quella della Valle d’Aosta - furono istituite dopo la Seconda guerra mondiale, quindi quasi 80 anni fa. Un aggiornamento perciò non necessariamente rappresenta un errore, o una richiesta anti-storica, anzi. La questione che pongo è quindi di forma e non di sostanza: perché la nostra comunità non è stata coinvolta in un’iniziativa legislativa di così grande portata?

Per pensare, studiare e stilare una bozza di legge ci sono voluti sicuramente più menti e più incontri istituzionali protratti nel tempo. Nel frattempo sarebbe di sicuro stato possibile coinvolgere l’intero Consiglio Valle e forse si sarebbe potuto anche organizzare qualche incontro con la popolazione su di un tema così sensibile, coinvolgente per la vita delle persone. In modo che oggi si potesse parlare insieme di un tema conosciuto a tutti.

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