Fondazione Montagna sicura a Davos per un confronto con i colleghi svizzeri
Davos, la capitale mondiale dello studio della neve, delle valanghe e dei ghiacciai, mercoledì 10 novembre scorso ha ospitato una giornata di incontro tra il Slf, Centro svizzero di eccellenza di ricerca applicata, dove lavorano circa trecento ricercatori, e una delegazione di Fondazione Montagna sicura di cui è segretario generale Jean-Pierre Fosson, accompagnata da Valerio Segor dirigente della struttura Assetto idrogeologico dei bacini montani dell’Assessorato regionale delle Opere pubbliche. Tema dell’incontro è stato lo scambio scientifico di informazioni sui relativi territori, l’applicazione delle nuove tecnologie di monitoraggio e l’attivazione di possibili sinergie progettuali. A promuovere la giornata è stata Betti Sovilla, ingegnere di origine veneta che vive a Davos da venti anni e che si occupa, alla Slf, di modelli valanghivi ed è anche nel comitato scientifico di Fondazione Montagna sicura. «Abbiamo parlato di due temi: strumenti previsionali per le valanghe e attività di monitoraggio, con satellite e droni, del territorio di alta montagna per prevederne i rischi e monitorare i laghi glaciali di neo formazione», spiega Jean-Pierre Fosson.
«Al suo interno il centro svizzero ha creato un’unità con dieci ricercatori che si occupa di ricerca proprio in questo ambito. - aggiunge Jean-Pierre Fosson - Per noi è interessante lavorare insieme a Slf su progetti europei e avviare con loro qualsiasi tipo di sinergia e scambio istituzionale, anche rispondendo ai loro bandi per i dottorati di ricerca. Ci ha fatto molto piacere notare l’interesse e la stima per le attività di ricerca svolte in Valle d’Aosta, anche perché per noi Davos è un po’ la Mecca della ricerca in glaciologia e nivologia».