Flop della protesta davanti alla Regione contro il caro affitti delle case popolari

Flop della protesta davanti alla Regione contro il caro affitti delle case popolari
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È stata una manifestazione con pochi partecipanti, quello di mercoledì scorso, 27 settembre, davanti a Palazzo regionale dove, dopo la pausa estiva, si era riunito il Consiglio Valle. Eppure il motivo della protesta era di scottante attualità, ovvero il forte rincaro degli affitti delle case popolari che gli inquilini devono pagare all’Arer, l'Agenzia regionale per l'edilizia residenziale. Ad organizzare quello che era stato definito un “flash mob” è stata la combattiva Rosalia Ventrini, presidente dell'Associazione Quartiere Cogne che però, guardando le poche persone intervenute - una decina - ammette di essere davvero delusa e indignata. «Quando arrivano gli affitti da pagare tutti si lamentano - è lo sfogo di Rosalia Ventrini - poi, quando c'è da protestare, nessuno ci mette la faccia». Una signora che ha partecipato alla protesta - ma vuole mantenere l’anonimato - riferisce di pagare tra affitto e spese condominiali quasi 750 euro al mese per un alloggio di 60 metri quadrati. Una cifra che per una casa popolare è senz’altro alta, al punto da essere in linea con quelle dei canoni di appartamenti messi sul mercato da privati. A far lievitare l’affitto sono le pensioni che percepiscono le 2 persone che vi abitano e che, sommate, ammontano a circa 2.000 euro. Da tempo, perciò, l’auspicio è di adeguare i parametri per calcolare le mensilità, ora stabilite da una legge regionale in base al reddito Ise, ma - come vorrebbero gli inquilini e Rosalia Ventrini - «Conteggiate in base al reddito Isee, quindi non di quanto guadagni ma di quale sia la situazione contingente economica del momento». Infatti se l'Ise riguarda la situazione economica familiare nel suo complesso, l’Isee scaturisce, invece, dal rapporto tra l'Ise e il parametro derivato dalla Scala di Equivalenza in base al numero dei componenti del nucleo familiare e della sua tipologia. Ad essere esasperata è pure Maria Teresa Fazzari che abita in via Giorgio Elter e paga 480 euro al mese spese incluse: «A questo ritmo non possiamo farcela e mi chiedo come è possibile che di conguaglio in conguaglio si sia potuti arrivare a una simile cirfra in pochi mesi». Maria Ursida versa all’Arer 300 euro al mese a fronte di una pensione di 850 euro: «Una affitto così alto per una casa popolare è vergognosa e, onestamente, non ce la faccio a pagarlo». In tarda mattinata la presidente dell’Associazione Quartiere Cogne Rosalia Ventrini è stata ricevuta dall'assessore regionale alle Politiche Sociali Carlo Marzi che però «Ha rimandato tutto a metà ottobre per un incontro in cui si farà il punto della situazione a proposito della modifica della legge». In merito alla protesta per il caro affitti, il presidente dell’Arer Ivo Surroz taglia corto: «Noi dobbiamo attenerci alla legge regionale in materia, pertanto non abbiamo nessuna possibilità di mediare né di rimediare».

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