«Fiore mio», il film valdostano scritto, diretto e interpretato da Paolo Cognetti dopo Locarno approda a Firenze
«Fiore mio», il primo film scritto, diretto e interpretato da Paolo Cognetti, verrà presentato in anteprima italiana nell’ambito della 65esima edizione del Festival dei Popoli, dedicata al meglio del cinema documentario internazionale. Il documentario sarà l’evento di apertura della manifestazione sabato 2 novembre alle 20.30 a Firenze al cinema La Compagnia.
Dopo il successo de «Le otto montagne» - tratto dal suo omonimo romanzo e diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, vincitore del Premio della Giuria a Cannes 2022 - Paolo Cognetti arriverà al cinema lunedì 25, martedì 26 e mercoledì 27 novembre con Fiore Mio prodotto da Samarcanda Film, Nexo Studios, Harald House e EDI Effetti Digitali Italiani con il sostegno della Film Commission Valle d’Aosta.
«Dopo l’anteprima internazionale al Festival di Locarno, “Fiore mio” arriva in Italia, nella splendida vetrina del Festival dei Popoli e proseguirà il suo percorso in sala a novembre», spiega Alessandra Miletto, direttrice della Film Commission Vallée d’Aoste. «Si tratta di splendide occasioni per mostrare il nostro territorio ad un pubblico ampio e internazionale, che ritroverà in questo film le atmosfere, la poesia e la bellezza delle nostre montagne che già aveva imparato a conoscere e ad amare in “Le Otto Montagne”. Siamo impazienti di portarlo anche ad Aosta per presentarlo al pubblico valdostano».
Protagonista di «Fiore Mio», che dopo l’uscita italiana sarà distribuito in tutto il mondo da Nexo Studios, è il tema più viscerale della poetica di Paolo Cognetti: quella montagna che l’autore ha esplorato anche nel documentario Sogni di Grande Nord diretto da Dario Acocella, dove ha seguito le tracce del Christopher McCandless di «Into the Wild» negli incredibili e remoti scenari dell’Alaska. Questa volta il viaggio di Paolo Cognetti si fa più vicino allo spettatore e racconta, in modo intimo, introspettivo e mai scontato, la sua montagna: il Monte Rosa.
Questo nuovo abbraccio della montagna «disegnato» da Paolo Cognetti inizia nell'estate del 2022 quando l’autore si trova davanti all'esaurimento della sorgente della sua casa a Estoul, piccolo borgo a 1700 metri di quota che sovrasta Brusson. Un effetto di quel cambiamento climatico destinato a cambiare i paesaggi e che spinge Paolo Cognetti a condividere ancora più profondamente quei luoghi, avendo come tappa 3 rifugi (Orestes Hütte, Mezzalama e Quintino Sella) e come compagni di strada amici, maestri e persone per le quali la montagna è casa perché scelta di vita o solo per un periodo. Vi sono allora l’amico di una vita Remigio Vicquery, Corinne Favre che gestisce con la famiglia il Rifugio Quintino Sella sul Monterosa e Mia Tessarolo che si è occupata per alcuni anni del Mezzalama. C’è la memoria di Arturo Squinobal, grande guida di Gressoney, che rivive nella figlia Marta, che Paolo Cognetti conosce fin dall’infanzia. E’ lei a gestire la Orestes Hütte, dedicato a Oreste, il fratello e compagno di cordata di Arturo. Non manca il direttore della fotografia Ruben Impens, conosciuto sul set delle «Le otto montagne» e che firma anche la fotografia di «Fiore Mio». E poi c’è il cane Laki, inseparabile compagno di camminate.
A chiudere il viaggio la presenza preziosa del cantautore Vasco Brondi, amico fraterno di Cognetti e in questa occasione, per la prima volta, al lavoro su un’intera colonna sonora. «Fiore mio», la traccia presente nel finale del film e che ne ha ispirato il titolo, è invece da tempo una delle canzoni più popolari di Andrea Laszlo De Simone, cantautore e musicista torinese che ha vinto il Premio César 2024 per la Migliore Musica Originale di Animal Kingdom (Le Règne Animal), divenendo il primo italiano ad aggiudicarsi questo prestigioso premio.