Finaosta, si cambia: via libera all’aumento dei compensi e criteri più stringenti per la scelta dei vertici societari

Finaosta, si cambia: via libera all’aumento dei compensi e criteri più stringenti per la scelta dei vertici societari
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Finaosta spa, finanziaria della Regione Valle d'Aosta, potrà «Svolgere legittimamente la propria attività anche in favore di liberi professionisti, lavoratori autonomi e persone fisiche» per «Favorire lo sviluppo delle attività imprenditoriali della nostra regione». Parole di Antonino Malacrinò, consigliere del Progetto Civico Progressista, relatore della legge - approvata dal Consiglio Valle mercoledì scorso, 7 luglio - che modifica il funzionamento, i compensi degli organi societari e riordina alcune partecipazioni della Finaosta stessa. Nella legge è previsto che i 5 componenti del consiglio di amministrazione della Finaosta siano scelti in base a criteri più stringenti, imposti dalla Banca d'Italia agli intermediari finanziari. Potranno avere uno stipendio più alto di quello attuale, fino a un massimo del doppio: il presidente del cda oggi guadagna 23mila euro lordi l'anno. Il cda della Finaosta è in scadenza: nominato per un anno, decadrà dopo l'approvazione del bilancio, prevista entro la fine di luglio.

Le modifiche rappresentano una parte di alcuni adeguamenti alle nuove disposizioni dettate dal decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 23 novembre 2020, numero 169.

«Riguardo al previsto rafforzamento degli emolumenti - ha detto in aula l’assessore regionale alle Società partecipate Luciano Caveri - bisogna avere il coraggio di affermare che personalità di rilievo e capaci, per assumere ruoli di responsabilità pesanti, devono avere un equivalente dal punto di vista economico».

In aula sono stati presentati dall’assessore Caveri alcuni emendamenti, approvati, che permettono a Finaosta di cedere una parte delle azioni detenute in Aosta Factor e dall’altra di acquisire le azioni detenute dai comuni di Brissogne e Pollein nella società Autoporto Spa.

Sia il gruppo della Lega, sia quello di Pour l'Autonomie si sono astenuti nella votazione della legge, pur avendo votato a favore in commissione. La legge è stata varata con 21 «sì» della maggioranza e 14 astensioni.

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